Da sinistra a destra:Louis Aragon,Elsa Triolet,Breton,Paul Eluard,Nusch(Maria Benz) |
Rimasta sola,dopo che Corinne
se n‘è andata per tornare a Saint
Denis,Zoé è ancora immersa nelle suggestioni che la lettura delle poesie
del grande poeta surrealista ha saputo creare. E decide, dunque, di
prolungare quello stato di grazia andando a curiosare fra i testi di un
poeta a lui contemporaneo, anche lui surrealista e militante politico
nelle stesse file, ma che si propone, se ricorda bene, in modo molto
diverso. E, poi, si chiede, dopo i grandi dell’avanguardia surrealista -
come appunto Paul Eluard e Louis Aragon[1], il compagno di strada
antagonista - che ne è stato dello sperimentalismo nelle generazioni
successive dei poeti francesi?E qual è il genere di sperimentazione
che si pratica oggi in Francia?
Denis,Zoé è ancora immersa nelle suggestioni che la lettura delle poesie
del grande poeta surrealista ha saputo creare. E decide, dunque, di
prolungare quello stato di grazia andando a curiosare fra i testi di un
poeta a lui contemporaneo, anche lui surrealista e militante politico
nelle stesse file, ma che si propone, se ricorda bene, in modo molto
diverso. E, poi, si chiede, dopo i grandi dell’avanguardia surrealista -
come appunto Paul Eluard e Louis Aragon[1], il compagno di strada
antagonista - che ne è stato dello sperimentalismo nelle generazioni
successive dei poeti francesi?E qual è il genere di sperimentazione
che si pratica oggi in Francia?
Questi gli interrogativi che Zoé
intende soddisfare, per i quali si
mette subito a scartabellare sollecita nei ripiani della sua libreria Ed
è con grande soddisfazione che alla fine della serata può consegnare
alla memoria del suo fedele PC il bilancio consuntivo delle sue
appassionate ricerche:
mette subito a scartabellare sollecita nei ripiani della sua libreria Ed
è con grande soddisfazione che alla fine della serata può consegnare
alla memoria del suo fedele PC il bilancio consuntivo delle sue
appassionate ricerche:
Ø Aragon e la sua immersione nel concreto quotidiano.
Aragon, un poeta per il quale il mondo esiste, esterno e reale
anche quando è surrealista. Un poeta con la vocazione ad
essere presente nel mondo dove abita, come attore consapevole.
Se nel suo universo l’incanto, il simbolo appaiono spesso,
essi affiorano tuttavia al termine del suo percorso sulla terra
concreta,quotidiana,immediata.[2]
Ø
La metabolizzazione della
tradizione.
Anche nelle avanguardie, come nella poesia della tradizione, coesistono
due famiglie di poeti.
due famiglie di poeti.
Se Eluard è acqua sorgiva, primigenia e purissima,
Aragon è invece
acqua generosa e abbondante, che scorre, raccogliendo quello che
incontra nel lungo cammino, e lo metabolizza. E’ lo stesso poeta
che ci dice: ”Cerco di perseguire con la poesia contemporanea,
ricca di tutta l’eredità francese dei secoli, questa esperienza
di linguaggio divino – Io canto.”[3] E’ abile, insomma, nell’imitare,
nel prendere a prestito, nel fabbricare pastiches, sa attingere alle fonti
più pure del passato e trarne preziosa originalità con esercizio paziente.
Poesia è per lui quella combinazione di parole concepite per ingannare,
afferrare, catturare l’emozione del lettore. Un’implacabile miscela
di sentimenti, di immagini, di idee, di parole, di ritmi, di rime, che
si scolpisce indelebile nella sua memoria. I suoi elementi di forza sono
dunque il respiro, gli accordi, l’assemblaggio di giochi di parole, il ritorno
regolare di frasi, la caduta attesa, ritardata, elusa e tuttavia prevedibile
di un ritornello, elementi fissi ai quali la memoria si abitua, che
sottintende e sostiene l’architettura del testo poetico. Sa fare insomma
oggetti lirici di quegli oggetti quotidiani che la realtà contemporanea
propone.
acqua generosa e abbondante, che scorre, raccogliendo quello che
incontra nel lungo cammino, e lo metabolizza. E’ lo stesso poeta
che ci dice: ”Cerco di perseguire con la poesia contemporanea,
ricca di tutta l’eredità francese dei secoli, questa esperienza
di linguaggio divino – Io canto.”[3] E’ abile, insomma, nell’imitare,
nel prendere a prestito, nel fabbricare pastiches, sa attingere alle fonti
più pure del passato e trarne preziosa originalità con esercizio paziente.
Poesia è per lui quella combinazione di parole concepite per ingannare,
afferrare, catturare l’emozione del lettore. Un’implacabile miscela
di sentimenti, di immagini, di idee, di parole, di ritmi, di rime, che
si scolpisce indelebile nella sua memoria. I suoi elementi di forza sono
dunque il respiro, gli accordi, l’assemblaggio di giochi di parole, il ritorno
regolare di frasi, la caduta attesa, ritardata, elusa e tuttavia prevedibile
di un ritornello, elementi fissi ai quali la memoria si abitua, che
sottintende e sostiene l’architettura del testo poetico. Sa fare insomma
oggetti lirici di quegli oggetti quotidiani che la realtà contemporanea
propone.
Ø
La riscoperta
della rima
La poesia
di Aragon è capace delle parole più dolci e della musicalità
più soave. Già altri surrealisti[4] avevano rivelato elementi di contraddizione,
decretando la morte della rima e dedicandosi poi a giochi ritmici,dove si assiste
alla penetrazione della rima nel verso intero. In realtà la riflessione sulla rima
era cominciata già con Verlaine[5]. Si notava che ormai erano tutte conosciute,
che era impossibile inventarne di nuove, che in esse dunque era insito l’obbligo
di plagio, di imitazione, di recupero dell’eco sbiadita di versi precedenti.
Apollinaire[6], poi, aveva individuato la malattia della rima nell’abuso per un
fine di mera ginnastica e aveva cercato di guarirne.
più soave. Già altri surrealisti[4] avevano rivelato elementi di contraddizione,
decretando la morte della rima e dedicandosi poi a giochi ritmici,dove si assiste
alla penetrazione della rima nel verso intero. In realtà la riflessione sulla rima
era cominciata già con Verlaine[5]. Si notava che ormai erano tutte conosciute,
che era impossibile inventarne di nuove, che in esse dunque era insito l’obbligo
di plagio, di imitazione, di recupero dell’eco sbiadita di versi precedenti.
Apollinaire[6], poi, aveva individuato la malattia della rima nell’abuso per un
fine di mera ginnastica e aveva cercato di guarirne.
Aragon sostiene invece che non può
esser vero che non esistano rime
nuove, quando viviamo in un mondo nuovo.[7] E attribuisce alla rima
una nuova dignità, erigendola a strumento che introduce cose nuove
nell’antico e nobile linguaggio che ha in sé il suo fine e che si chiama
poesia. La rima cessa di essere derisione e partecipa alla necessità
del mondo reale, in quanto anello che lega le cose alla canzone
e fa sì che le cose cantino”.[8]
nuove, quando viviamo in un mondo nuovo.[7] E attribuisce alla rima
una nuova dignità, erigendola a strumento che introduce cose nuove
nell’antico e nobile linguaggio che ha in sé il suo fine e che si chiama
poesia. La rima cessa di essere derisione e partecipa alla necessità
del mondo reale, in quanto anello che lega le cose alla canzone
e fa sì che le cose cantino”.[8]
Ø
L’amore assoluto
Nelle poesie per Elsa, Aragon si serve di parole semplici e essenziali,
dove ogni particella è tuttavia lava incandescente, meteora del
vocabolario.Le parole d’amore intorno a un volto incrociano acuti
ed ebbrezze, laceranti lamenti e vortici di canzoni e Aragon manifesta
la sua genialità in ogni verso, in ogni accento. Il regno dell’amore,
dove debolezze e rinunce si affiancano ai pretesti e alle occasioni
per esaltare il meglio dell’uomo, raramente si addice al genio poetico.
Cuore/amore è ormai una rima terribilmente usurata.
Ma qui Elsa porta con
sé ricordi, analogie, tradizioni, simboli, rifiuti,
speranze. Una magnifica mitologia concreta che i legami irragionevoli
e sacri - costruiti dagli amanti tra loro e i loro destini- intessono. Ogni
sentimento, ogni sofferenza del poeta,ogni sua volontà,ogni sua intuizione
costituiscono il tramite di questo amore che lo lega al mondo intero e
che lui a quella vasta dimensione sa estendere. Non esiste che un amore
e tutto quel che si ama, un volto solo lo riassume, il volto di Elsa.
Creazione di un’immagine magnifica dell’amore completo, totale che
può arrivare a rinunciare a se stesso se si tratta di salvare quel che esso
abbraccia al di fuori di sé. “La poesia di Aragon fa uscir fuori quella falce
d’oro nel campo delle stelle che va a falciare il respiro del lettore e a rapirlo”.[9]
speranze. Una magnifica mitologia concreta che i legami irragionevoli
e sacri - costruiti dagli amanti tra loro e i loro destini- intessono. Ogni
sentimento, ogni sofferenza del poeta,ogni sua volontà,ogni sua intuizione
costituiscono il tramite di questo amore che lo lega al mondo intero e
che lui a quella vasta dimensione sa estendere. Non esiste che un amore
e tutto quel che si ama, un volto solo lo riassume, il volto di Elsa.
Creazione di un’immagine magnifica dell’amore completo, totale che
può arrivare a rinunciare a se stesso se si tratta di salvare quel che esso
abbraccia al di fuori di sé. “La poesia di Aragon fa uscir fuori quella falce
d’oro nel campo delle stelle che va a falciare il respiro del lettore e a rapirlo”.[9]
Allo
smusso dei baci
Sfuggita sfuggita sfuggita
Ai ricordi fugaci
Oh una stagione intera in cui vivere era
stato bello
Come un’estate dei libri un bel periodo fu
quello.
Insensato avevo creduto di poterti fare
gioiosa
Quando era la foresta della Grande Certosa
O il fascino d’una sera nel porto di Toulon,[12]
brama di felicità che mal
sopravvive all’ombra.
Allo smusso dei baci
Passa in fretta la vita
Sfuggita
sfuggita sfuggita
Ai ricordi fugaci
Cantavo l’anno scorso, le foglie sul punto
di ingiallire,
Chi dice addio crede di nuovo tuttavia di venire.
A quel che muore appare un mondo che ridanza
Non resta più nulla dei versi da romanza
Guarda nei miei occhi che ti vedono così
attraente
Non intendi più il mio cuore né me pazzo
demente
Allo smusso dei baci
Passa in fretta la
vita
Sfuggita
sfuggita sfuggita
Ai ricordi fugaci
Il sole è come il pianista terreo
Che cantava sempre parole di colore plumbeo
Mia adorata, ti ricordi quei giorni di relàx
Quando abitavamo tutti e due a Montparnasse
La vita sarà scorsa via senza starci attenti
Il freddo torna, e a sera i cuori sono scontenti
Allo smusso dei baci
Passa in fretta la vita
Sfuggita
sfuggita sfuggita
Ai
ricordi fugaci.
Questa
quartina che ti è piaciuta per il
canto intristito
Quando te l’ho offerta come un trifoglio
appassito
Sterilmente dormiva in fondo alla mia memoria
Oggi la tiro fuori dall’armadio della storia
Perché lui almeno tu l’amavi come si canta
Elsa ti amo, o mia
perfida che incanta
Allo smusso dei baci
Passa in fretta, la vita
Sfuggita sfuggita sfuggita
Ai ricordi fugaci
Motivetto di cristallo, monotono mormorio,
Non è mai per nulla che l’aria che canticchio io
Dica macchinalmente parole come incanti
Un giorno viene in cui le parole si modellano
sui pianti
Ah chiudiamo quello scuro che sbatte senza che
ci scocci
Questo ritornello d’acqua cade fra noi, pare che gocci
Sfuggita sfuggita sfuggita
Ai ricordi fugaci
Allo smusso dei baci
Passa in fretta la vita
[1] Louis Aragon nasce a Paris nel 1897 e muore
a Saint-Arnoult-en -Yvelines, nel 1982.
[2] Cfr.Claude Roy in “Aragon” . Pierre Seghers
éd.,Coll. « Poètes d’aujourd’hui »,1945,Paris.
[3] Ibidem
[4] Come Robert Desnos. Suo il celebre distico :”Gal, amant de la Reine, alla (tour
magnanime)/galamment de l’arène à la
Tour Magne, à Nîmes ”(« Gal, amante
della Regina, andò (giro magnanimo) galantemente dall’arena alla Tour Magne a Nîmes), Cfr .Louis Aragon: ”La Rime en 1940.”In « Le crève-coeur e Le nouveau crève-coeur », NRF, Poésie
/Gallimard, Paris, 1941 .
[5] Cfr. Paul Verlaine ”Art Poétique”, op.cit.
[6]Guillame Apollinaire (Wilhelm de
Kostrowitsky) nasce a Roma in una casa non più esistente nei pressi di piazza
Mastai a Trastevere nel 1880 da Angelica de Kostrowitsky, di origine polacca ma
cresciuta a Roma, e da un italiano, forse un ufficiale borbonico, molto più
anziano. Dopo brevi soggiorni a Monaco, Cannes, Aix-en-Provence, Lione, madre e
figli i trasferiscono a Parigi nel 1889. Il giovane deve lavorare come
precettore in Germania, mentre pubblica i primi versi.Al ritorno a Parigi si
lega agli ambienti artistici (è amico di Picasso), scrive analisi sui Salons. Nel 1913, ha successo con “Alcools” e pubblica anche “Pittori
cubisti”. Nel 1914 si arruola per la Grande Guerra. Ferito alla testa,
muore nel 1918 per febbre spagnola.
[7] Louis Aragon:”La Rime
en 1940”. Nella
rivista ”Poètes Casqués 40”del 20
aprile 1940.Trad. di M. G. Bruni.
[8] Ibidem.
[9] Claude Roy.in Aragon,op.cit.
[10]Louis Aragon,da:”Le
crève-coeur”, Gallimard,Paris,1941.
[11] Qui è stato preferito un leggero
scostamento di senso dall’originale per privilegiare, nella traduzione , la
fedeltà alle sonorità e al ritmo scelti da Aragon,valori a lui così cari.Per una assoluta fedeltà di senso
ai suoi versi sarebbe invece necessario ricorrere all’artificio
dell’arretramento dell’ictus nei versi del refrain:” passa in fretta là
vita/evita evita évita”, costruendo la rima franta o
spezzata.
[12] Cfr.”La Rime en 1940”,dove Aragon ,a proposito dell’enjambement
romantico,dove solo il senso scavalca la
fine del verso, aggiunge che nell’enjambement moderno anche il suono, la rima
si scompongono per collocarsi a cavallo
tra la fine del verso e l’inizio del successivo: per l’esempio si autocita:”ne parlez pas d’amour.J’écoute mon coeur battre/ […]…Que fait-elle là-bas/Trop
proche et trop lointaine ô temps martyrisé”.
A questa nuova rima, che chiama enjambée,
aggiunge le considerazioni sulla rima che chiama complessa,fatta di più parole che
scompongono fra loro il suono rimato:”…un seul moment d’ivresse/un moment de folie un moment de bonheur/que
savent-ils du monde et peut-être vivre est-ce/
Tout simplement Maman mourir de très bonne heure”.
O ancora sottolinea il
movimento inverso di sintesi della
rima scomposta nell’esempio dei tre versi che seguono:”Nous ne
comprenons rien à ce que nos fils aiment/aux fleurs que la jeunesse
ainsi qu’un défi
sème/Les roses de jadis vont à nos emphisèmes».
[13] Louis Aragon,da « Le Fou
d’Elsa »,Gallimard,1963.
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