- curiosità per la sperimentazione.
Le avanguardie lasciano quindi in eredità alle nuove generazioni il gusto e
la curiosità per la sperimentazione che consenta di superare la rigida
costrizione delle regole.
- La sostituzione della forma al soggetto.
Ed ecco allora la ricerca di Jean
Tardieu. Fin dall’inizio “dura roccia che le onde fluenti e fuggenti ricoprono”
è stata definita la sua poesia[2] fino a “Monsieur Monsieur”[3], dove i temi eterni finiscono per risolversi
nell’unico tema della sostituzione della forma al soggetto, dove la forma
diventa l’argomento stesso. Passaggio che ha il vantaggio di moltiplicare in modo
indefinito le possibilità di illuminare la genesi delle forme liberate e di far
proliferare i loro capricci,la loro profonda vitalità.Deformate,fantastiche e
mobili rivelano,tuttavia,un segreto:nel disordine c’è un senso.
- La musicalità del ritmo.
Le preoccupazioni sulle parole, sul senso svuotato, l’ossessione, d’origine
musicale, delle variazioni su un tema e della ripresa di un motivo, secondo una
composizione ritmica che somiglia a quella della fuga, sono la
connotazione costante della sua poesia. La ricerca di demistificazione del
linguaggio si avvale della sua
particolare attenzione alla musicalità del ritmo che gli fa utilizzare
il valore quantitativo delle vocali[4] piuttosto che la scansione sillabica
tradizionale. Il procedimento dell’accumulazione gli è anche congeniale: è
infatti maestro nel farne scaturire ora il paradosso sorprendente, ora l’ironia
sottile, ora l’humour sferzante e un
po’ amaro. La ripetizione più che ritornello, che non serve a tagliare la
poesia a intervalli regolari, è strofa; o meglio, è la tessitura stessa della
frase principale, la sostanza stessa della canzone.
- L’accostamento di Tardieu a Prévert
Verrebbe da accostare le sue
composizioni a quelle di Prévert – che, non a caso, sono spesso diventate
canzoni – [Monsieur Monsieur – Spectacle[5] ].Anche se, certamente, la poesia di Tardieu
corta, caustica, incisiva, rigorosa affonda le sue radici nel razionalismo del
XVIII sec. Mentre quella di Prévert, straripante di spirito, variata, espansiva
è la produzione di un emotivo che può cedere all’immaginazione come alla
tenerezza per insorgere, all’improvviso, beffarda contro i poteri usurpati.
Oh te oh te oh te
te che già te che
tuttavia
te che soprattutto
te che durante te che
una volta te che sempre
te adesso
io sempre albero e te
sempre prateria
io soffio e te
fogliame
io fra te secondo!
E noi che senza
nessuno
attraverso la
chiarezza attraverso il silenzio
con niente per noi
soli
tutto perfettamente
tutto.
Io t'avevo detto tu
m'avevi detto
io t'avevo detto io
t'avevo detto tu m'avevi detto
io t'avevo detto tu
m'avevi detto io t'avevo detto tu m'avevi detto io t'avevo detto
...Oh come erano alte
le case!
Oh come sapeva di
polvere il vecchio appartamento!
Oh come era impossibile
da ritrovare
il tempo del sole il
tempo del futuro dei fiori di carta!
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