312.L'esperienza è legata al luogo dove nasce L'associazione immagini-storie tribali.
L'esperiernza di ogni cosa dipende dal luigo dove ciò avviene.In Oca delle nevi Paula Gunn Allen esprime la speranza di trovare ancora quel luogo attraverso cui ristabilire uu ordine infranto,là "dove l'acqua sposa il ghiaccio":pensiero saldamente ancorato alla tradizione in quanto ricerca sia collettiva che individuale,la sola che può rendere possibile un altro inizio.Con un crescendo anche ritmico,ogni verso si tende al raggiungimento di quel luogo di crescita e di rinnovamento. L'intera poesia ,posta proprio all'inizio della raccolta,indica anche il percorso ideale da seguire.
A questo senso di appartenenza si unisce una concezione olistica dell'universo governato da intime connessioni e in cui ogni forma di vita ,senza scale gerarchiche,è profindamente correlata..
La terra diviene così una condizione dell'esperienza,l'esistere è reso completo da questo rapporto.L'uso che la scrittrice indiana fa del paesaggio come definizione del sé rivela non solo una completa interazione,ma anche una trascendenza mitica che dà valore spirituale a particolarità di quello stesso paesaggio, come l'erba, il polline, gli animali, il vento. Ognuna di queste immagini è poi associata alle storie tribali:
assaggiami
io sono il vento
toccami
il son l'agile cervo grigio
che corre sul ciglio dell'arcobaleno.
(Silko, canto indiano: sopravvivenza)
Il linguaggio dei suoni, dei colori, degli odori si unisce a quello della parola poetica per arrivare a fornire completezza di visione, di non separazione delle cose dal sé. E' un continuare che coinvolge spazio e tempo, voci della terra e voci umane , una sorta di totalità collettiva celebrata attraverso l'evento naturale:
Annuso il vento in cerca dei miei avi
foglie azzurro pallido
odore di terra selvatica e montana.
(Silko, Dove il puma giace col cervo)
O miei piedi mettono radici
tra coni di luce del granturco, la terra verde
grida più verde al cielo plumbeo
e sotto papaveri di cenere, emergono disegni:
i lillà raccolgono l'oscurità sotto la lucentezza degli olmi,
gemme di cedro sfumano l'aria con ricordi di brina.
(Whiteman, Disegni)
E' come se l'intima essenza del proprio corpo, ma anche la sua fisicità, si estendesse nella terra. Ed è questo anche il modo in cui Joy Harjo vede originarsi il lavoro di poeta: "una donna non può sopravvivere /col suo respiro soltanto/...Guardami....io sono una continuazione del cielo turchino/ io sono la gola / dei monti Sandia /
una donna vento della notte , che brucia /ad ogni respiro."
(Harjo,1979)
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