Marcella Delpastre nella sua casa del Limousin en France. |
Diverso , ma attraente e ugualmente interessante, è lo sguardo sul corpo
al femminile, che sia quello fisico e terragno della poetessa contadina
occitana Marcella Delpastre come quello metafisico di Francesca
Yvonne Caroutch,che sia il canto di un corpo di donna o di maschio.
donna in fiore come un
grande castagno che spande i suoi profumi possenti
tu ti ergi sulla
campagna, fiammeggi di buoni odori,
prendi il sole e la pioggia sui tuoi rami carichi di
frutti.
Sei in piedi sulla
collina,il blu dello spazio e il vento grondano
su di te dalla
bocca ai talloni.
Le messi crescono
sulle tue braccia, il biondo rotondo dei
seni gonfia il tempo
dei raccolti maturi,e nel tuo seno già la notte profonda fermenta;
già il grande mare avvolge su di te la curva delle sue onde.
dei raccolti maturi,e nel tuo seno già la notte profonda fermenta;
già il grande mare avvolge su di te la curva delle sue onde.
Il linguaggio della poetessa etnologa del Midi
della Francia
identifica i seni della sua donna in fiore con il vigore della terra
per esaltarne la provvida fertilità che la fa uguale agli altri elementi
della natura. Anche qui, come in Tagore , le onde del mare, con
un rotondo abbraccio, le tributano il loro omaggio appassionato.
identifica i seni della sua donna in fiore con il vigore della terra
per esaltarne la provvida fertilità che la fa uguale agli altri elementi
della natura. Anche qui, come in Tagore , le onde del mare, con
un rotondo abbraccio, le tributano il loro omaggio appassionato.
[2]Marcella Delpastre,Donna in
fiore, da” Il
cacciatore d’ombre”,Edicions dau Chamin de Sent Jaume,in”Couleurs
Femmes,Le Castor Astral/Le Nouvel Athanor,Paris,2010.
Nasce a Germont, comune de Chamberet,Corrèze , il 02/09/1925
Muore a Germont il 06/02/1998
Marcelle Delpastre è una autrice limousine di lingua occitane et francese.
E' scolara a Surdoux poi a Saint-Léonard-de-Noblat en Haute-Vienne
prima di entrare al collegio di Brive-la-Gaillarde dove ottiene la maturità
in filosofia - letteratura.Frequenta poi l'Ecole des Arts décoratifs de
Limoges.
Nel 1945 Marcelle Delpastre ritorna a vivere nella fattoria di famiglia di
Germont dove sarà contadina per tutto il resto della sua vita.Alla fine
degli anni '40 e agli inizi degli anni '50,qundo i suoi quaderni di poesie
e di appunti cominciano ad accumularsi, Marcelle Delpastre invia qualche
testo a riviste e antologie poetiche.
Nei primi anni '60 constata dolorosamente la morte del suo paesello di
Germont e,con lui di tutta la civiltà contadina millenaria del Limousin
I trattori sostituiscono i buoi ,le macchine gli attrezzi e la mano
dell'uomo,la televisione le veglie con cui si trasmetteva la tradizione
orale...E' allora che la Marcela(come la chiamano i suoi amici occitani)
comincia a interessarsi ai racconti,ai proverbi e alle tradizioni regionali.
Strige rapporti con intellettuali occitani e pubblica la sua prima opera in
occitano La lenga que tant me platz (La lingua che tanto mi piace).
E' da quel momento che decide di scrivere in lingua d'oc del Limousin e
sul Limousin. Parallelamente comincia a fare opera di etnologa e scrive
Le tombeau des ancêtres : Coutumes et croyances autour des fêtes
religieuses et des cultes locaux. Senza essere una baciapile,aveva tuttavia
Marcella Delpastre |
Muore a Germont il 06/02/1998
Marcelle Delpastre è una autrice limousine di lingua occitane et francese.
E' scolara a Surdoux poi a Saint-Léonard-de-Noblat en Haute-Vienne
prima di entrare al collegio di Brive-la-Gaillarde dove ottiene la maturità
in filosofia - letteratura.Frequenta poi l'Ecole des Arts décoratifs de
Limoges.
Nel 1945 Marcelle Delpastre ritorna a vivere nella fattoria di famiglia di
Germont dove sarà contadina per tutto il resto della sua vita.Alla fine
degli anni '40 e agli inizi degli anni '50,qundo i suoi quaderni di poesie
e di appunti cominciano ad accumularsi, Marcelle Delpastre invia qualche
testo a riviste e antologie poetiche.
Nei primi anni '60 constata dolorosamente la morte del suo paesello di
Germont e,con lui di tutta la civiltà contadina millenaria del Limousin
I trattori sostituiscono i buoi ,le macchine gli attrezzi e la mano
dell'uomo,la televisione le veglie con cui si trasmetteva la tradizione
orale...E' allora che la Marcela(come la chiamano i suoi amici occitani)
comincia a interessarsi ai racconti,ai proverbi e alle tradizioni regionali.
Strige rapporti con intellettuali occitani e pubblica la sua prima opera in
occitano La lenga que tant me platz (La lingua che tanto mi piace).
E' da quel momento che decide di scrivere in lingua d'oc del Limousin e
sul Limousin. Parallelamente comincia a fare opera di etnologa e scrive
Le tombeau des ancêtres : Coutumes et croyances autour des fêtes
religieuses et des cultes locaux. Senza essere una baciapile,aveva tuttavia
una molto forte fede religiosa,pur accettando come la gran parte della
sua gente differenti tradizioni pagane proprie di quella terra.Nel '68
pubblica La vinha dins l'òrt, versi premiatial concorso Jaufrè Rudel.
La versione franceseSa version française (La Vigne dans le jardin)
arà rappresentata a teatro l'anno seguentedalla compagnia di
Radio-Limoges, che si occuperà in seguito di altri suoi testi.
(L'Homme éclaté, La Marche à l'étoile). Marcelle Delpastre continua
a scrivere e a pubblicare nelle riviste Lemouzi, Traces, Poésie 1,
Vent Terral o ancora Oc.Nel 1974 Los Saumes pagans (Psaumes païens)
escono nella collana Messatges de "L'Institut d'Estudis Ocitans e la fanno
davvero conoscere nell'ambiente letterario occitano. Nel Le bourgeois
et le paysan, Delpastre continua a studiare costumi ,credenze e la tradizione
orale della regione:il filo conduttore stavolta è il fuoco. Più tardi sarà la
volta delle bestie selvatiche e domestiche nel suo Bestiari lemosin,
Bestiaire limousin,navigando tra realtà e mitologia.
A partire dagli anni '70 collaborerà regolarmente alla rivista Lo Leberaubre,
contrazione della parola occitana per lupo mannaro. Negli ultimi anni ,insieme
con uno dei redattori della rivista lavora molto per sottarrre alla polvere centinaia
di inediti,molti dei quali saranno pubblicati in francese.Bernard Pivot la invita
alla sua celebre trasmissione Bouillon de culture.I suoi manoscritti sono conservati
nella médiathèque municipale de Limoges.La forza e la bellezza della sua opera
risiede nella sua capacità di parlare un linguaggio universale rivolto a tutti
gli uomini,pur partendo dal particolare della terra del Limousin,senza aver mai
lasciato il suo paese.
sua gente differenti tradizioni pagane proprie di quella terra.Nel '68
pubblica La vinha dins l'òrt, versi premiatial concorso Jaufrè Rudel.
La versione franceseSa version française (La Vigne dans le jardin)
arà rappresentata a teatro l'anno seguentedalla compagnia di
Radio-Limoges, che si occuperà in seguito di altri suoi testi.
(L'Homme éclaté, La Marche à l'étoile). Marcelle Delpastre continua
a scrivere e a pubblicare nelle riviste Lemouzi, Traces, Poésie 1,
Vent Terral o ancora Oc.Nel 1974 Los Saumes pagans (Psaumes païens)
escono nella collana Messatges de "L'Institut d'Estudis Ocitans e la fanno
davvero conoscere nell'ambiente letterario occitano. Nel Le bourgeois
et le paysan, Delpastre continua a studiare costumi ,credenze e la tradizione
orale della regione:il filo conduttore stavolta è il fuoco. Più tardi sarà la
volta delle bestie selvatiche e domestiche nel suo Bestiari lemosin,
Bestiaire limousin,navigando tra realtà e mitologia.
A partire dagli anni '70 collaborerà regolarmente alla rivista Lo Leberaubre,
contrazione della parola occitana per lupo mannaro. Negli ultimi anni ,insieme
con uno dei redattori della rivista lavora molto per sottarrre alla polvere centinaia
di inediti,molti dei quali saranno pubblicati in francese.Bernard Pivot la invita
alla sua celebre trasmissione Bouillon de culture.I suoi manoscritti sono conservati
nella médiathèque municipale de Limoges.La forza e la bellezza della sua opera
risiede nella sua capacità di parlare un linguaggio universale rivolto a tutti
gli uomini,pur partendo dal particolare della terra del Limousin,senza aver mai
lasciato il suo paese.
et de Jan dau Melhau, deux jeunes auteurs en langue limousine. Elle participera régulièrement à leur revue Lo Leberaubre dont le titre est une contraction de leberon (loup-garou) et d'aubre (l'arbre), et qui se donne pour mission en sous-titre de balhar de las raiç au leberon e far corre l’aubre la nuech, c’est-à-dire de donner des racines au loup-garou et de faire courir l'arbre la nuit. Marcelle Delpastre commence à être connue des Limousins pour ses interventions et ses entrevues dans la presse locale (Limousin Magazine, La Montagne, L'Écho du Centre, Le Populaire du Centre…) et aussi de tous les occitanistes grâce aux revues Oc, Occitans et surtout Connaissance des Pays d'Oc (par la plume d'Yves Rouquette).
Dans ses dernières années, Marcelle Delpastre a beaucoup travaillé en compagnie de son ami Jan dau Melhau pour faire sortir de la poussière des centaines de textes inédits. Dans les années 1990, les éditions Payot publient les versions françaises de plusieurs de ses textes en prose et Bernard Pivot l'invite dans son émission Bouillon de Culture. Atteinte de la maladie de Charcot, Marcelle Delpastre décède le 6 février 1998 dans sa ferme de Germont où elle est née, où elle a toujours vécu, travaillé et écrit. Jan dau Melhau, son légataire universel, continue et termine d'éditer l'œuvre intégrale de Delpastre aux éditions Lo chamin de Sent Jaume (les ouvrages sont accessibles aux non-occitanophones car édités en version bilingue occitan-français). Les manuscrits de Marcelle Delpastre sont aujourd'hui conservés à la médiathèque municipale de Limoges.
Poète (elle détestait le terme de poétesse qu'elle faisait rimer avec de mes fesses…), conteuse, romancière et ethnologue, Marcelle Delpastre est aujourd'hui reconnue comme l'un des dix plus grands écrivains occitans du XXe siècle (au côté de Joan Bodon, Bernard Manciet, René Nelli ou encore Max Rouquette). Le message de cette femme, elle qui n'a jamais quitté sa terre limousine, s'étend à l'universel et parle pour tous les hommes, c'est ce qui fait la force et la beauté de son œuvre.
Au début des années 1960, Marcelle Delpastre constate avec douleur la mort de son petit village de Germont et avec lui de toute la civilisation paysanne pourtant millénaire en Limousin. C'est à ce moment que la Marcela (comme l'appellent ses amis en occitan) commence a beaucoup s'intéresser aux contes, proverbes et traditions de son pays limousin.
Dans les années 1970 Marcelle Delpastre fait deux rencontres importantes, celles de Michel Chadeuil et de Jan dau Melhau, deux jeunes auteurs en langue limousine. Elle participera régulièrement à leur revue Lo Leberaubre.
Poète , conteuse, romancière et ethnologue, Marcelle Delpastre est aujourd'hui reconnue comme l'un des dix plus grands écrivains occitans du XXe siècle.
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