Quando un giorno
Quando un giorno in una sala da concerti
mi soneranno Brahms,languirò di nostalgia.
Sussulterò ricordando l’unione di sei cuori,
le passeggiate,il bagno e le aiuole in giardino,
la fronte severa d’una pittrice timida come un sogno,
con un sorriso bonario,un aperto sorriso,
un immenso sorriso,fulgido come un globo
della pittrice il viso,il sorriso e la fronte.
Mi soneranno Brahms,mi arrenderò sussultando.
ricorderò la compera dei viveri e del grano,
gli scalini del terrazzo e l’addobbo delle stanze,
e il fratello,ed il figlio,e le aiuole,e la quercia.
La pittrice imbrattava con le sue tinte l’erba,
lasciava cadere la tavolozza,ficcava nel camice
gli arnesi da disegno e i pacchetti di veleno
che si chiamano”basma”* e promettono l’asma.
Mi soneranno Brahms,mi arrenderò ricordando
la macchia tenace e il tetto e l’entrata,
il balcone in penombra e il vivaio delle stanze,
il sorriso e il viso e le ciglia e la bocca.
E a un tratto sarò inumidito di lacrime
e madido ancor prima di dar sfogo al pianto.
Il cocente passato irromperà dalle fessure,
recinti,volti,amici e famiglia.
E sul fraticello dell’intermezzo si metteranno in
cerchio,
abbracciando come albero il canto,
come ombre a girare quattro famiglie
sotto il motivo tedesco,puro come l’infanzia.
1932
*Bàsma: tintura d’origine orientale;da non confondere
con “basmà che indica il sigillo con l’effigie del chān
nell’epoca del giogo tataro.
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