DALL’AEREO
Centinaia di verste,centinaia di miglia,
per centinaia di chilometri,
si stendeva il sale,frusciava l’erba delle steppe,*
nereggiavano selve di cedri.*
Come se per la prima volta la vedessi
guardavo la mia patria
e sapevo:tutto questo è mio,
anima mia,mio corpo.
Segnerò colla pietra bianca il giorno,
che cantai la vittoria,
mentre le volavo incontro
precorrendo il sole.
Sotto il piede mi fruscia
l’erba dell’aeroporto primaverile.*
a casa,veramente,sono a casa!
Come tutto è nuovo,e come noto.
E che languore in petto!
Quale dolce vertigine …
nel fresco fragore del tuono di maggio –*
Mosca la vittoriosa!
Da:”Fiorisce la rosa di macchia”,1946-53.
Modì disegna Anna
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