Yitzhak Laor |
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Nel 1956 la Corte Suprema di Israele
dichiarò colpevoli i militari, esecutori del massacro a sangue freddo di 47
contadini, uomini donne e bambini, nel villaggio arabo di Qafr Qassem, in
territorio israeliano, rigettando la giustificazione per cui stavano semplicemente
eseguendo gli ordini, e sentenziando che un soldato ha il diritto e il dovere
di rifiutare «un ordine manifestamente illegale, su cui sventola la bandiera
nera dell’illegalità». Con le parole dei giudici, questa è «un’illegalità che
trafigge gli occhi e offende il cuore, se l’occhio non è cieco e il cuore non è
duro o depravato... scioglie il soldato dal suo obbligo di obbedire e lo accusa
di responsabilità criminali per le sue azioni». Le pene furono miti, ma da
allora è rimasta proverbiale l’espressione de la bandiera nera
dell’illegalità.
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