lunedì 30 maggio 2022

309.Louise Endrich.La povera Clara.

 309.Louise Endrich.

                                                La povera Clara.

 

Aprile era il mese più denso di nascite.

Notammo,facendo il conto all'indietro,che la fiera della contea 

si tenne giusto nove mesi fa sulle spianate vicino al fiume,

un piatto meandro circondato da olmi.

I  grossi rami frantumati sparsi tutt'intorno

e i ceespugli che affioravano per coprire ogni peccato

là,oltre le stalle,divennero recinti per l'accoppiamento

dove Clare andava seguendo gli uomini del luna park.

 

Una ragazza in carne,grossa di fianchi,con spenti 

occhi azzurri senza ciglia e panna cagliata per pelle,

si eccitava per ogni cosa.

Non era cattiva,solo ottusa,e troppo avida

del tocco di un uomo perché era senza padre.

Di notte  ,la madre inchiodava la porta,

ma Clare aveva nascosto una corda e si calava giù dalla gronda

e làincontrava gli uomini,come qualcuno di noi pensa.

 

perché  ogni notteper tutto il tempo che durò la fiera

si scatenò sulla ruota,la giostra delle tazze

la ruota volante,il missile,la piovra

e vestita di piume rosae arancia vinse ai dadi

finché non rimase neanche un briciolo di dubbio

su come pagava,tra irami intrecciati

dove l'erba cresceva troppo alta e in inverno

si appiattiva come capelli sotto tonnellate di neve. 

 

La madre di Clara era una donna dura ,astuta e robusta

impagliava orsi con imbottitura di ferro

e li vendeva  nel negozio di sarta

a cui badava nel suo portico a vetri.

Povera Clara,si cucì un camicione,lo indossò

e all'ultimo mese tutti ne parlavano,

poi si sgonfiò lentamente così entro la fine dell'estate

sparì ogni segno e sparì anche il bambino.

 

E mai è venuto fuori,tanto che il villaggio mi sembra

diverso e il segreto resiste.

Ogni strada è un nascondiglio con cespugli,fogne

mucchi di rifiuti,scoli,ceppi cavi e sassi.

La madre è muta e impagmia i giocattoli con rabbia.

I polizziotti e le assistenti sociali riempiono risme 

di moduli in triplice copia a interlinea uno.

La povera Clara sbatte le ciglia imperlate e resiste 

ad ogni documento in silenzio.La sua creatura è cenere

 

trascinata a valle dal fiume,deposta in una mangiatoia,piena di radici]

secca come il frumento in un lungo e dritto frangivento

che sboccia di bianco anno dopo anno.

E non c'è rimedio a questo, ma io ho sognato  

che la seguivo verso i grandi relitti sradicati

e là nelle massicce spirali di fangose radici morte,

salvavo il bambino e seppellivo Clare,così ora,

quando arriva il fiume ad allagare tutto il parco,

il mambino mi viene incontro incespicando su piedi d'argento.


Mi sono alzata,sono andata fuori,ho cercato

nel cortile,nelle vasche roventi,tra neri grovigli spinosi.

Ho sentito il suo belato alto e fievoleed ho strisciato

tra le fondamenta crepate della nostra casa,

chiamandolo col gemito d'un cane e di una pecora impaurita,

finché mi sono svegliata ed ho temuto di essere andata fuori di testa.

Nessuno e il pianto sempre fievole 

come aria attraverso un setaccio.

 

 

  

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