domenica 1 maggio 2022

284.Tagore.Mentre saliva sulla carrozza, essa ha volto la testa[

 

 

           Dalla fisicità aggressiva si approda a una sorta di fisicità vaporosa, che fluisce serena, gioiosa; fino alla coscienza dell'eternità che la poesia sa conferire anche alle piccole cose e che attenua il rimpianto. Ascolta, come esempio,  “Mentre saliva sulla carrozza” .

 

Mentre saliva sulla carrozza, essa ha volto la testa[1]

  e mi ha lanciato un rapido sguardo d'addio.

questo era il suo ultimo dono. Ma dove metterlo in salvo

              dal tempo che tutto calpesta?

Dovrà la sera spazzar via questo barlume d'angoscia come

              l'ultimo tremolio di fuoco dopo il tramonto?

Dovrà esser lavato via dalla pioggia come il polline

              custodito dai fiori col cuore infranto?

Si lasciano la gloria regale, le dovizie dei ricchi alla morte.

              ma non potranno le lacrime tener viva la memoria

di uno sguardo lanciato in un momento appassionato?

 

Lasciamelo conservare,  ha detto la mia canzone,

"Io non tocco mai la gloria regale né le dovizie dei ricchi,

ma queste piccole cose son mie per sempre."

 



[1] R. Tagore,”Mentre saliva sulla carrozza,essa ha volto la testa”, da ll Fuggitivo, in Poesia moderna indiana, Guanda editore Parma, a cura di Maria Gabriella Bruni, 1966.

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