martedì 6 ottobre 2020

V.FRANCIA10-Baudelaire Charles.b.L’uomo e il mare.




V.FRANCIA

10.-Baudelaire, Pierre Charles  

poeta maledetto,critico letterario, traduttore francese
(1821-1867) Nato a Parigi nel 1821.
Suo padre morì quando lui aveva 6 anni
e godette di un felice e breve periodo
di tutte le tenerezze della madre,
però quando lei si risposò con un ufficiale,
lui si sentì tradito.



b.L’uomo e il mare
167
4
Homme libre, toujours tu chériras la mer!
La mer est ton miroir; tu contemples ton âme
Dans le déroulement infini de sa lame,
Et ton esprit n'est pas un gouffre moins amer.

8
Tu te plains à plonger au sein de ton image;
Tu l'embrasses des yeux et des bras, et ton coeur
Se distrait quelques fois de sa propre rumeur
Au bruit de cette plainte indomptable et sauvage.

12
Vous êtes tous les deux ténébreux et discrets:
Homme, nul n'a sondé le fond de tes abîmes;
O mer, nul ne connaît tes richesses intimes,
Tant vous êtes jaloux de garder vos secrets!

16
Et cependant voilà des siècles innombrables
Que vous vous combattez sans pitié ni remord,
Tellement vous aimez le carnage et la mort,
O lutteurs éternels, o frères implacables!

Sempre il mare, uomo libero, amerai!
perché il mare è il tuo specchio; tu contempli
nell'infinito svolgersi dell'onda
l'anima tua, e un abisso è il tuo spirito
non meno amaro. Godi nel tuffarti
in seno alla tua immagine; l'abbracci
con gli occhi e con le braccia, e a volte il cuore
si distrae dal tuo suono al suon di questo
selvaggio ed indomabile lamento.
Discreti e tenebrosi ambedue siete:
uomo, nessuno ha mai sondato il fondo
dei tuoi abissi; nessuno ha conosciuto,
mare, le tue più intime ricchezze,
tanto gelosi siete d'ogni vostro
segreto. Ma da secoli infiniti
senza rimorso né pietà lottate
fra voi, talmente grande è il vostro amore
per la strage e la morte, o lottatori
eterni, o implacabili fratelli!

Trad. it. a cura di Luigi De Nardis
in Charles Baudelaire, I fiori del male,
Feltrinelli, Milano, 1996)

L'uomo e il mare: un titolo che enuncia direttamente
i poli tematici della poesia, tutta giocata attorno a
un parallelismo  tra i due soggetti, messi in evidenza
lungo la composizione per mezzo di vocativi e, attraverso
lo stesso espediente retorico,avvicinati l'uno all'altro nel
verso conclusivo:
    O lutteurs éternels, o frères implacables! (v.16)
Se nelle prime due quartine, il poeta stabilisce un rapporto,
che si potrebbe definire inclusivo dell'uomo nell'infinità del
mare, a partire dal verso 9, al contrario, egli pone
esplicitamente l'uomo e il mare sul medesimo piano di conoscenza.
Coerente con questa prima veloce  interpretazione contenutistica
resta il significato evoluto di tale rapporto ove  si arricchisca il percorso
con l'analisi strutturale e formale oltre a quella  tematica  della poesia.

Metrica
Quartine di alessandrini con il seguente schema metrico:
ABBA; CDDC; EFFE; GHHG.

Struttura e figure retoriche:
La poesia si apre con  una frase esclamativa che enfaticamente
sintetizza il sentimento che lega l'uomo al mare e già nell’incipit
è  l'uomo  in primo piano attraverso l’invocazione del primo verso:
Uomo libero. Nel secondo verso il rapporto contenuto-contenente
tra l'uomo e il mare, si fa esplicito: l'uomo può contemplare la sua
anima nell'infinità del mare (vv.2-3) che ne diviene quasi strumento
di conoscenza.Nel v.4 segue invece, la constatazione che fa evolvere
il rapporto , arricchendolo di una reciprocità tra i due, resa esplicita
da  una litote, un procedimento che sembra attenuare, ma di fatto
rafforza la relazione,come se il poeta volesse dire "il tuo spirito è
tanto amaro quanto quello del mare".
Criteri interpretativi analoghi possono essere utilizzati
anche per  lo schema delle rime  di questa strofa..Due
rime ricche- precisamente tra mer-amer (v.1 e 4) et
âme-lame (v.2 e 3).-.Genericamente possiamo affermare
che i termini semplici vengono fatti corrispondere all'uomo
e quelli complessi al mare: mer è oggetto di tu (=homme) chériras,
âme indica l'oggetto di contemplazione dell'uomo, allorché lame
è apposizione di mare e amer, soltanto grammaticalmente si
riferisce a mare, significando infatti: lo spirito del mare non è
meno amaro, (di quello dell'uomo,)sul piano del conteuto
finisce però per comprenderli entrambi.
Non solo questo verso (v.4) mette in evidenza tale analogia
uomo-mare, ma anche il paragone La mer est ton miroir
(v.2) e, a livello fonico, la forte insistenza sulla consonante M
nella prima quartina creano un ulteriore rafforzamento del
rapporto  tra i due:
Homme libre, toujours tu chériras la mer!
La mer est ton miroir ; tu contemples ton âme
Dans le déroulement infini de sa lame,
Et ton esprit n'est pas un gouffre moins amer
.
La seconda strofa, dominata interamente dal "tu" che
indica  l'uomo, rappresenta uno sviluppo dell'equivalenza
"La mer est ton miroir" che qui il poeta definisce "ton image.
Anche in questa quartina il poeta presta un'attenzione
estrema ai suoni L'impiego frequente della doppia ripetizione
dei suoni evoca l'accostamento delle due entità:dell'uomo e
del mare. Val la pena fare qualche osservazione sulla allitterazione
del suono labiale pl (Tu te plais à plonger... v.5),l’iterazione del
possessivo ton (ton image... v.5; ton coeur v.6), del pronome tu
(tu te plais v.5; tu l'embrasses v.6 ), la ripetizione della sillaba
-bras- (tu l'embrasses...et des bras v.6), del suono costrittivo
- ru-(rumeur v.7; au bruit v.8) con suono liquido vibrante “r”
e del suono occlusivo- te- (de cette plainte v.8), così come, la
ripetizione del suono -r-ancora un suono ricco liquido vibrante
- r- al v.7 (se distrait quelquefois de sa propre rumeur). E del resto
la  scelta delle rime abbracciate, adottate per tutte le strofe, esprime
la stessa volontà.

Se nelle prime due quartine il rapporto uomo-mare era stato
espresso da una relazione di somiglianza del primo rispetto
al secondo, nella terza, come già è stato accennato nella
introduzione, il poeta mette in evidenza una reciprocità
esplicita che si manifesta con la sostituzione del TU con
il VOUS plurale e con il ricorso a una struttura perfettamente
speculare, dove il primo verso (v.9), che si apre con il sintagma
Vous êtes, si unisce al quarto che ripete la stessa formula, il
secondo e il terzo, invece, si aprono su un vocativo, l'uno rivolto
all'uomo, l'altro al mare, per poi procedere con la negazione
nul n'...e per concludersi, infine, con dei termini che rimandano
allo stesso campo semantico: tes abîmes (v.11), tes richesses 
intimes (v.12). Entrambi richiamano le gouffre amer del v.4,
sintagma celebre nel repertorio poetico di Baudelaire ("Voyage")
e fortemente evocatore. A questi elementi strutturali che si
ripetono in coppia, possono essere  affiancate le iterazioni foniche,
anch'esse ripetute in coppia, come già osservavamo per la seconda
strofa e che in questa quartina, dominata interamente da parallelismi,
finiscono per acquistare una particolare risonanza. Ecco qualche
esempio: tornano il suono opaco eux (les deux ténébreux v.9), il
suono nasale on (sondé/fond v.10), la vocale chiusa e

(garder/secrets v.12).
All'affinità e somiglianza uomo-mare delle tre strofe precedenti,
nella quarta segue un'affermazione di antagonismo, messa in
evidenza dall'avversativa "Et cependant", cui si legano una serie
di elementi appartenenti al campo semantico della guerra e della
morte: vous vous combattez sans pitié ni remord (v.14), le carnage

et la mort (v.15), O lutteurs éternels (v. 16). La somiglianza tra i due,
non è tuttavia rinnegata, al contrario, le due entità sono ancora
accomunate sotto certi aspetti che non si connotano più
positivamente come "le ricchezze intime" (v.11), "i segreti"
(v.12), bensì negativamente: entrambe amano "la strage e la morte"
 (v.15);per, poi, essere sinteticamente definiti "fratelli implacabili"
(v.16).
Questo cambiamento argomentativo porta a porsi la domanda:
perché fino a un certo punto si celebra la somiglianza uomo-mare
per poi   parlare di lotta tra i due con la scelta di  chiudere
con l'esclamazione:
    O lutteurs éternels, o frères implacables! (v.16).
Domanda che può trovare risposta nel fatto che tutta la poesia
de "I fiori del male" si nutre di un'ambiguità dialettica al cui
interno si colloca anche il rapporto di affinità-rivalità dell'uomo
e del mare che, in quest'ottica, finisce per superare il suo senso
prettamente letterale per rappresentare il ben più complesso
rapporto uomo-natura e la relazione conflittuale poeta-pubblico,
elemento dirompente e innovativo di tutta la poesia di Baudelaire.





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