venerdì 23 ottobre 2020

II.REGNO UNITO.4.William Ernest Henley.a.Invictus

 

 

 

 

William Ernest Henley

William Ernest Henley è stato un poeta, giornalista ed editore britannico. 

All'età di 12 anni, Henley rimase vittima del morbo di Pott. Nonostante ciò,

 riuscì a continuare i suoi studi e a tentare una carriera giornalistica. Il suo

 lavoro, fu interrotto continuamente dalla grave patologia.William Ernest 

Henley (1849-1903), un poeta molto amato da  Nelson Mandela, Invictus 

è infatti anche una sua  poesia che ha determinato rapporti con personaggi 

storici  come Nelson Mandela e il tutt’altro che eroico Timothy Mc Veigh.                            

La poesia era usata da Nelson Mandela per darsi coraggio negli anni 

della sua prigionia durante l' apartheid. Per questo è anche citata nel 

film Invictus - L'invincibile del 2009,diretto da Clint Eastwood con 

Morgan Freeman e Matt Damon  in cui doppiaggio e titolatura in italiano

 hanno preferito la traduzione libera di invictus con invincibile, anziché 

con il significato più corretto di invitto, imbattuto, indomito. L'ultimo 

verso viene citato da Oscar Wilde nell'epistola De Profundis del 1897,

scritta durante la prigionia nel carcere di Reading, in seguito alla condanna

 per omosessualità. Il testo, nel ripercorrere la storia della relazione con il

 giovane Lord Alfred Douglas, porta "I was no longer captain of my soul".

Gli ultimi versi della poesia furono usati da Timothy Mc Veigh invece come 

ultimo messaggio prima dell'esecuzione capotale. Timothy James McVeigh 

(Lockport, 23 aprile 1968 – Terre Haute, 11 giugno 2001) è stato un veterano 

dell'esercito statunitense condannato a morte con l'accusa di essere l'esecutore

 materiale dell'attentato di Oklahoma City del 19 aprile 1995.

Il titolo del componimento Invictus proviene dal latino e significa "non vinto", 

ossia "mai sconfitto".Fu composto nel 1875 e pubblicata per la prima volta 

nel 1888 nel Book of Verses ("Libro di Versi") di Henley, dov'era la quarta di 

una serie di poesie  intitolate Life and Death (Echoes) ("Vita e Morte (Echi)"). 

 In origine non avevaun titolo:  le prime stampe contenevano solo la dedica

 'A R. T. H. B.', un riferimento a Robert Thomas Hamilton Bruce ( 1846-1899), 

un affermato mercante di farina e fornaio scozzese che era anche un mecenate 

letterario. Il  titolo Invictus fu aggiunto dallo scrittore e critico letterario Arthur 

Quiller-Couch  quando incluse la poesia nella sua fondamentale antologia della

poesia inglese, Oxford Book of English Verse(1900.All'età di 12 anni, Henley

 rimase vittima del  morbo di Pott, una grave forma di tubercolosi ossea. 

Nonostante ciò, riuscì a  continuare i suoi studi e a tentare una carriera giornalistica

a Londra. Il suo lavoro,erò, fu interrotto continuamente dalla grave patologia,

 che all'età di 25 anni lo costrinse all'amputazione di una gamba per sopravvivere

Henley non si scoraggiò  e continuò a vivere per circa 30 anni con una protesi 

artificiale, fino all'età di 53 anni. Henley era amico di Robert  Louis Stevenson,

  che si ispirò a lui per il personaggio di Louis John Silver ne L'isola del tesoro. 

La poesia Invictus fu scritta proprio sul letto di un ospedale.

 a.Invictus

Dal profondo della notte che mi avvolge
buia come il pozzo più profondo che va da un polo all’altro,
ringrazio gli dei chiunque essi siano
per l’indomabile anima mia.

Nella feroce morsa delle circostanze
non mi sono tirato indietro né ho gridato per l’angoscia.
Sotto i colpi d’ascia della sorte
il mio capo è sanguinante, ma indomito.

Oltre questo luogo di collera e lacrime
incombe ma l’orrore delle ombre
e ancora la minaccia degli anni
mi trova, e mi troverà, senza paura.

Non importa quanto sia stretta la porta,
quanto piena di castighi la vita.
Son Io il signore del mio destino.
Son Io il capitano dell’anima mia.

Originale e traduzione affiancate per un eventuale interesse al raffronto.

Testo originale in Inglese                            Testo in traduzione italiana

(EN) «

Out of the night that covers me,
Black as the pit from pole to pole,
I thank whatever gods may be
For my unconquerable soul.
In the fell clutch of circumstance
I have not winced nor cried aloud.
Under the bludgeonings of chance
My head is bloody, but unbowed.
Beyond this place of wrath and tears
Looms but the Horror of the shade,
And yet the menace of the years
Finds and shall find me unafraid.
It matters not how strait the gate,
How charged with punishments the scroll,
I am the master of my fate:
I am the captain of my soul.

»

(IT) «

Dal profondo della notte che mi avvolge,
Nera come un pozzo che va da un polo all'altro,
Ringrazio gli dei qualunque essi siano
Per la mia indomabile anima.
Nella stretta morsa delle avversità
Non mi sono tirato indietro né ho gridato.
Sotto i colpi d'ascia della sorte
Il mio capo è sanguinante, ma indomito.
Oltre questo luogo di collera e lacrime
Incombe solo l'orrore delle ombre.
Eppure la minaccia degli anni
Mi trova, e mi troverà, senza paura.
Non importa quanto stretto sia il passaggio,
Quanto piena di castighi la vita,
Io sono il padrone del mio destino:
Io sono il capitano della mia anima.

»

Trasposizioni Musicali

Ci fa piacere ricordare  la trasposizione de chambre del compositore Mario Genesi (2018)

 per baritono (o contralto o mezzosoprano) e pianoforte, della celebre poesia.

 

PS.Con l'insistita  pedanteria - di cui  mi scuso - torno a ricordare a tutti i miei 

amici lettori che nel mio blog marielbrubazar,blogspot.com,ho postato le

pagine del mio diario ampiamente arricchito di foto in memoria dell'invasine 

 di Praga del '68 ,perché io c'ero!

 

 

 

 

 

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