martedì 10 dicembre 2013

Contaminazioni.5.Italia.Giuseppe Ungaretti.1.





Giuseppe Ungaretti

(1888 Alessandria d’Egitto-1970 Milano)

Vive in Africa fino all’adolescenza.Nel 1912si trasferisce a Parigi dove frequenta figure importanti,anche italiane,della cultura. E’ un periodo che si caratterizza la ricerca molto impegnata sulla parola,sostenuto e apprezzato  dagli amici francesi da Apollinaire ad Aragon Torna in Italia(i genitori erano lucchesi)nel 1914,si abilita all’insegnamento del francese per poi partire per la guerra,semplice fante. Un’esperienza,quella della trincea,destinata a
riflettersi con forza nei suoi versi,in cui il poeta riflette sul tempo e sulla morte. Gli intellettuali de “La Voce” gli sono accanto,mentre i seguaci di Benedetto Croce gli sono ostili per il suo frammentismo.
Nel 1917 era uscita la sua prima silloge. Continua a scrivere versi ,mentre lavora come corrispondente da Parigi del “Popolo d’Italia”.Nel 1933 pubblica “ Il sentimento del tempo”,forse la sua opera più nota. Nel 1936 è docente universitario in Brasile,dove ,nel 1939,gli muore il figlio Antonietto,di soli nove anni. Di questa esperienza sono testimoni le poesie de “Il dolore”( 1947),colme di straziante tenerezza. Nel ‘42
È di nuovo in Italia per insegnare  letteratura  moderna e contemporanea all’università di Roma. Pubblica in seguito le poesie della maturità,il cui tema  consiste in considerazioni sulla vita individuale e degli uomini in generale,percorse da malinconica ironia. Del 1974,infine,la raccolta postuma “Saggi e interventi.”
La sua poesia è considerata ermetica,dunque chiusa e indecifrabile,che si avvale di parole essenziali e incisive. E’ inoltre considerata pura,scritta cioè per se stesso,senza voler trasmettere alcun messaggio al lettore. A riconoscere in lui il rinnovatore formale e profondo del verso  della tradizione italiana furono
 Soprattutto i poeti dell’ermetismo,che identificarono in Ungaretti il maestro,l’iniziatore della poesia pura.

Anche Ungaretti ha subito il fascino ammaliante della poesia giapponese  e si è voluto cimentare con la  scrittura di un tanka.



Su un oceano
Di scampanellii
Repentina
Galleggia un’altra mattina


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