C’era questo asteroide bianco e luminoso che vagava nell’universo, tutto solo, rimbalzando da un pianeta all’altro e nessuno lo voleva perché aveva troppi crateri e – dicevano – anche un lato oscuro. Un giorno l’asteroide si avvicinò alla terra e un poeta lo vide e gli disse: “Ti prego, resta con me. Ti darò un nome, ti chiamerò Luna e ti dedicherò le poesie più belle”.
(Fabrizio Caramagna)
(Fabrizio Caramagna)
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