ASIA
INDIA
BANGLADESH
L’ombra in Rabindranath Tagore
Le ombre che cadono oblique sul letto dell’infermo nella stanza solitaria
contribuiscono al tono ambiguo dell’ambientazione ,costruita con elementi
in contrasto, che oscillano tra la pace mistica e salvifica e il silenzio diffuse
in un pallido cielo meridiano , quasi a sottolineare la piccolezza dell’uomo di
fronte all’Eterno.
Nacque a Calcutta ed è il poeta indiano più conosciuto nel mondo per il fascino
delle sue poesie e per la forza della sua personalità. Ghitanjali (Offerta di canti)
vinse nel 1913 il premio Nobel. Della sua lira vibra ogni corda dalla canzone
d’amore alla descrizione estatica della natura ,al canto patriottico, alla professione
di fede nella divinità, alla quale aspira con un misticismo che non soltanto non
rinnega il mondo, ma che vede nell’affrontare coraggiosamente le difficoltà della
vita il fine e la dignità della condizione umana.
La stanza d’infermo è solitaria.
Attraverso la porta ,ombre cadono obliquamente sul suo letto.
Nel tepore del mattino invernale ,
le soporose ore fluiscono pigramente
come corrente occlusa da piante.
Di quando in quando,
un sospiro dal remoto passato
trascorre I campi senza grano.
In questo deserto mattino con sguardo sereno,
recito un canto tacito al Sole –
generatore del mondo,
nella cui luce gloriosa
l’uomo primieramente vide la verace forma di Dio –
se a voce spiegata potessi cantare I Vedici inni,
allora il mio inno
si fonderebbe con tutta questa luce.
Ma le parole mi vengono meno;
scruto nella lontananza
e spando il mio silenzio sul pallido cielo meridiano.
1 febbraio 1941
Da “POESIA MODERNA INDIANA”Guanda ed.1966- Testi e note a cura di Maria Gabriella Bruni
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