martedì 21 gennaio 2020

Aforismario ventoso.10.Anna Achmatova


10. Io crebbi
in un silenzio arabescato,
in un’ariosa stanza
del nuovo secolo.
Non mi era cara
la voce dell’uomo,
ma comprendevo
quella del vento.
(Anna Achmatova)
Anna Andreevna Achmatova, pseudonimo di Anna Andreevna Gorenko (Bol'soi Fontan1889-Mosca,1966) , è stata una poetessa russa; non amava l'appellativo di poetessa, perciò preferiva farsi definire poeta, al maschile.

Figlia di Andrej Antonovič Gorenko, funzionario pubblico, e di Inna Erazmovna Stogova, entrambi di nobile famiglia, fu moglie dal 1910 al 1918 di Nikolaj Gumiliev dal quale ebbe il figlio Lev. Fece parte della Corporazione dei poeti, un gruppo acmeista  fondato e guidato dal marito. Compose la prima opera, La sera, nel 1912 alla quale seguì Il rosario nel 1914 , caratterizzate entrambe da un'intima delicatezza. Lo stormo bianco ( 1917), Piantaggine (1921), Anno Domini MCMXXI 1922) sono raccolte di versi ispirate dal nostalgico ricordo dell'esperienza bigrafica, che spesso assumono quasi la cadenza di una preghiera.
Dopo la fucilazione  del primo marito, Nikolaj, nel 1921, seguì una lunga pausa indotta dalla censura , che la poetessa ruppe nel1940  con Il salice e Da sei libri, raccolte dalle quali emerge un dolore derivato dalla costante ricerca della bontà degli uomini. Il figlio Lev fu imprigionato fra il 1935 e il 1940 nel periodo delle  grandi purghe staliniane                      
Espulsa dall'Unione degli Scrittori Sovietici nel 1046  con l'accusa di estetismo  e di disimpegno politico, riuscì tuttavia ad essere riabilitata nel 1955 . pubblicando nel1962 un'opera alla quale lavorava già dal1942, il Poema senza eroe, un nostalgico ricordo del passato russo, rielaborato attraverso la drammaticità che la nuova visione della Storia comporta, e attraverso una trasfigurazione dello spazio e del tempo...
Sulla sua poetica ebbe molta influenza la conoscenza delle opere diDante Alighieri, come anche testimonia il filosofo Vladimir Kantor: «Quando chiesero ad Anna Achmatova, la matriarca della poesia russa, “Lei ha letto Dante?”, con il suo tono da grande regina della poesia rispose: “Non faccio altro che leggere Dante”».


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