lunedì 16 dicembre 2019

21.RUSSIA.a.Boris Leonidovič Pasternak..I.Il vento






21.RUSSIA.
 
a.Boris Leonidovič Pasternak

 
 
 
 
 
 
«L'arte è nell'erba e bisogna avere l'umiltà di chinarsi a raccoglierla»
 (Boris Pasternak)






La data di nascita è il 29 gennaio 1890 secondo il calendario giuliano in vigore all'epoca in Russia, il 10 febbraio 1890 secondo il calendario gregoriano. Nato da agiata famiglia ebraica laica assimilata, trascorse l'infanzia in un ambiente intellettuale ed artistico. Suo padre Leonid era artista e professore alla Scuola moscovita di pittura, sua madre, Rosa Kaufmann, era pianista. In "Autobiografia e nuovi versi", Pasternak fornisce una descrizione memorabile e commovente della Mosca della sua infanzia:
«Alla fine del secolo Mosca conservava ancora la sua vecchia fisionomia di angolo remoto, tanto pittoresco da sembrare favoloso, con le caratteristiche leggendarie di una terza Roma e di una capitale dell'epoca eroica, nella magnificenza delle sue stupende, innumerevoli chiese.»
Tra le personalità della cultura – musicisti, artisti e scrittori – Pasternak ebbe modo di incontrare a casa dei genitori anche Lev Tolstoj, per il quale suo padre Leonid illustrò i libri.
Pasternak sognava di diventare pianista e compositore e si dedicava al piano, alla teoria di musica e la composizione. Compiuti gli studi al liceo tedesco di Mosca nel 1908, però, si iscrisse alla Facoltà di filosofia all'università di quella città. Durante il semestre all'università di Marburgo, la Philipps-Universität, nell'estate del 1912 e dopo i viaggi in Svizzera e in Italia,maturò la sua decisione di dedicarsi alla poesia.
Nel 1914 pubblicò la sua prima raccolta di poesie nel libro Il gemello delle nuvole (Близнец в тучах), seguito da Oltre le barriere (Поверх барьеров, 1917), che gli portò un riconoscimento ampio negli ambienti letterari. Dal 1914 fu membro del gruppo di poeti futuristi Centrifuga (Центрифуга).
Nel1922 Pasternak sposò Evgenija Vladimirovna Lourie da cui ebbe un figlio. Divorziarono nel 1931. Seguì un secondo matrimonio nel 1934 con Zinaida Nikolaevna Neuhaus; la famiglia si trasferì nel sobborgo moscovita di Peredelkino nel 1936.
«Vivere significa sempre lanciarsi in avanti, verso qualcosa di superiore, verso la perfezione, lanciarsi e cercare di arrivarci.»
(Boris Pasternak, Il dottor Živago)
Dopo la II guerra mondiale Pasternak mise mano al suo primo e unico romanzo,Il dottor Živago (Доктор Живаго). Il romanzo venne rifiutato dall'Unione degli Scrittori che ai tempi del regime bolscevico-stalinista non poteva permettere la pubblicazione di un libro che,fortemente autobiografico,raccontava i lati più oscuri della Rivoluzione d’Ottobre. La stesura dell'opera, che fu bandita dal governo, fu causa per l'autore di persecuzioni intellettuali da parte del regime e dei servizi segreti che lo costrinsero negli ultimi anni della sua vita alla povertà e all'isolamento. Tuttavia il manoscritto riuscì a superare i confini sovietici e l’opera, nel 1957, venne pubblicato per la prima volta in Italia, tra molte difficoltà, dall’Editore Feltrinelli  in una edizione diventata poi storica.Il romanzo si diffonderà in occidente e in breve tradotto in più lingue, diventerà il simbolo della testimonianza della realtà sovietica.
Nel 1958, Il dottor Živago determinerà a Pasternak l'assegnazione del Premio Nobel per la letteratura.. Proprio l'assegnazione del premio scatenò una vicenda singolare che vide il coinvolgimento dei servizi segreti occidentali.
Infatti il regolamento dell'Accademia Svedese, ente designato a scegliere il vincitore del Premio Nobel per la letteratura, prevede che per ottenere il riconoscimento, l'opera in questione debba essere stata pubblicata nella
lingua materna dell'autore, requisito di cui Il dottor Živago difettava. Pertanto, a pochi giorni dal momento in cui l'assegnazione avrebbe dovuto essere resa nota, un gruppo di agenti della Cia e dell'intelligence britannica riuscì ad intercettare la presenza di un manoscritto in lingua russa a bordo di un aereo in volo verso Mala. Obbligarono così l'aereo a deviare, per entrare in possesso momentaneamente del manoscritto che, fotografato pagina per pagina, fu precipitosamente pubblicato su carta con intestazione russa e con le tecniche tipografiche tipiche delle edizioni russe. Questo lo stratagemma per consegnare il capolavoro perseguitato alla verità e al merito del Premio Nobel.
Dapprima Pasternak inviò un telegramma a Stoccolma per esprimere la sua gratitudine attraverso parole di sorpresa e incredulità. Alcuni giorni più tardi, in seguito a pressanti minacce e avvertimenti da parte del KGB a proposoto della sua definitiva espulsione dalla Russia e la confisca delle sue già limitatissime proprietà, lo scrittore con rammarico comunica all'organizzazione del prestigioso premio la sua rinuncia per motivi di ostilità del suo Paese. Pasternak
rifiuta così la fama, il denaro del premio e il riconoscimento che avrebbe trovato all'estero per non vedersi negata
la possibilità di rientrare nell'URSS. Da allora trascorrerà il resto dei suoi giorni senza aver ritirato il premio e tuttavia perseguitato. Morirà due anni più tardi in povertà (non aiutato da chi in Italia e in altre nazioni si arricchiva con la vendita del suo romanzo) a Peredelkino, nei dintorni moscoviti, nel 1960.
Da questo capolavoro sarà tratto il il film omonimo di successo (1965) con Omar Sharif,Julie Christie,Geraldine Chaplin,Alec Guinness,Rod Steiger.Il romanzo fu pubblicato legalmente in Russia solo nel 1988, nel periodo di riforma dell'Unione sovietica promosso da Gorbačëv, e sarà nel 1989 che il figlio dell'autore Evgenij si recherà in Svezia per ritirare il premio inutilmente conferito al padre 31 anni prima. Evgenij, che ha dedicato la vita alla memoria del padre, pubblicando edizioni critiche della sua opera e scrivendo una biografia particolarmente analitica. Evgenij Borisovič Pasternak è morto a Mosca il 31 luglio 2012, all'età di 88 anni.

 
 
I.Il vento
Io sono già morto e tu vivi ancora. 
E il vento, con gemiti e pianto, 
fa oscillare il bosco e la dacia.
E non per proprio conto ogni pino, 
ma tutti insieme gli alberi 
nella loro distesa sconfinata, 
come armature di velieri 
sulla superficie d’una baia. 
E non per tracotanza 
o per vano furore, 
ma per trovare nell’angoscia le parole 
d’un canto di culla per te.
 
1953-Traduzione di Angelo Maria Ripellino
da:il dottor zivago,feltrinelli,1957
 
 
II.il vento
 
Io son finito, tu sei viva.
E il vento, con lamento e pianto,
scuote il bosco e la dacia.
Non ogni pino a sé,
ma tutti insieme gli alberi
con tutta la sconfinata lontananza,
quali scafi di velieri
sullo specchio di una baia.
E non per arditezza questo
o furia vana,
ma nell’angoscia per trovare parole
a te per una ninna-nanna.
 
1953 (Traduzione di Mario Socrate)
 
 
БОРИС ПАСТЕРНАК
 
ВЕТЕР
Я кончился, а ты жива.
И ветер, жалуясь и плача,
Раскачивает лес и дачу.
Не каждую сосну отдельно,
А полностью все дерева
Со всею далью беспредельной,
Как парусников кузова
На глади бухты корабельной.
И это не из удальства
Или из ярости бесцельной,
А чтоб в тоске найти слова
Тебе для песни колыбельной. (
1953)
 

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