domenica 11 ottobre 2015

92. Infine Tagore.


I miei canti sono schiere di loto:
dove sono nati
non sono rimasti.
Sono senza radici,
ma hanno foglie e fiori.
Con la gioia della luce
danzano sulle onde delle acque.
Sono senza casa e senza raccolto,
come ospiti sconosciuti
s’ignora quando arrivano.
Quando viene luglio
su nubi indomabili,
sotto l’impeto della corrente
straripano le due rive:
la schiera dei miei loto,
indomabili, irrequieti,
sulle rapide impetuose
smarriscono la via.
Si disperdono di villaggio in villaggio,
in flussi e riflussi
da un luogo all’altro
in ogni direzione.

Surul, 12 gennaio 1915
 Da Stormi nel cielo

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