giovedì 8 ottobre 2015

89.Ancora Tagore

 Mi ricordo d’ un giorno

c’è un istante di tregua nella pioggia battente,
poi cade nuovamente,fitta e capricciosa,
come violentata da bruschi soffi.

Ho preso la mia arpa. Senza fretta
ne pizzico le corde  finché una musica incosciente
ha sposato  le cadenze folli di questo monsone.

Lei ha lasciato il suo lavoro,
s’è formata sulla porta
va via con passo incerto.
Poi torna,s’appoggia contro il muro,
aspetta,infine entra e lentamente si siede.
A testa bassa,si curva senza parlare,
ma ben presto lascia il suo lavoro ad ago
e guarda dalla finestra,verso la linea confusa
degli alberi

Solamente questo:un’ora di un tramonto piovoso,
un’ombra,un canto …  Del silenzio.
Da  Petali sulle ceneri.


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