ASIA
GIAPPONE
Una invenzione strana dell'uomo lo specchio:chi sta di fronte è interrogante
e interrogato ad un tempo.La risposta per essere attendibile ed utile impone
che quel soggetto bifronte la ricerchi dopo l'allontanamento.
Kikuo Takano
Nasce a Sado
nel 1927 e muore nel 1998, laureato all’università di Utsunomiya.
L’anno dopo
la fine della guerra cominciò a scrivere poesia. Su invito di
Nobuo Ayukawa
aderì al gruppo di intellettuali raccolto intorno alla rivista
“Arechi”
sostenuto da Ryuichi Tamura e da altrì e pubblicò in quella antologia.
Concentrato
sul senso dell’essere, e sulla metafisica della vita, Takano
si interroga
instancabilmente, in una poesia commossa e molto particolare,
le cui basi
filosofiche possono definirsi ontologiche piuttosto che esistenzialiste.
Ha
scritto anche testi per musiche corali, inni e canti liturgici. In Italia, per
Empirìa, ha pubblicato nel 1996 L’anima dell’acqua (a cura di Yasuko
Matsumoto e Massimo Giannotta) e per la Fondazione
Piazzolla nel 1999
Secchio senza fondo.
Lo specchio
Che oggetto triste
hanno inventato gli uomini!
Chiunque si specchia
sta di fronte a se stesso
e chi pone la domanda
è, al tempo stesso, l’interrogato.
Per entrare più a fondo
l’uomo deve fare il contrario,
allontanarsi.
(da L’infiammata assenza Edizioni del Leone, 2005 cura e traduzione di Yasuko Matsumoto e Renato Minore)
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