Il paradigma dello specchio.
"Gran parte delle ragioni che mi hanno spinto a indagare
nella poesia contemporanea,e di questa[per me la più avanzata]
di poeti scelti e antologizzati,il confronto lirio-dialettico con il
pardigma dello specchio è condensata nella missiva a me
diretta da Giuseppe- Che cosa è lo specchio se non la storia
delle generazioni che si succedono nel corso del tempo.E'
impossibile esprimere - scrive Tarkovskij - la sensazione
finale che questo tipo di ritratto produce su di noi.Secondo
Lacan, attraverso lo specchio il bambino arriva ,attraverso
varie fasi,a riconoscere sé stesso separato dagli altri e, di
conseguenza , prende coscienza di sé.Ciò che si verifica
davanti allo specchio è la costituzione del proprio Io.Il
riflesso speculare ricopre per il bambino il ruolo che il
Doppio assume per il conflitto narcisistico nell'adulto.
Questo testo che ti sottopongo è interamente calato
nell'odierno narcisismo,nella doppiezza in cui però la
costruzione del proprio Io porta con sé una malattia:
la metafora di Nietzsche sul cammello,per esempio.La
passione per la libertà,la passione per la creatività,come
afferma Massimo Recalcati,non è la passione fondamentale,
la passione fondamentale che orienta la vita umana è la
passione per le catene.Ecco che allora il set del mio testo
è in una palestra ,luogo di fatica,di costruzione di un
corpo che non è il corpo,quanto,invece,l'idea di un corpo.
Un luogo di tortura medievale,almeno così io l'ho inteso,
con il mio stile."Altre ragioni non meno urgenti a sostegno
della idea di indagare la Poesia verso il paradigma dello
specchio derivano direttamente dalla domanda che Giorgio
Linguagrossa pone alla filosofia:"C'è una differenza ontologica
fra l'immagine allo specchio e l'immagine che sta nella mia testa?"
Partendo dalla Dialettica negativa di Adorno:"Lo specchio è
un concetto aporetico per eccellenza,perché converte il più
concreto nel più astratto e quindi il più vero nel più falso.
costruzione del proprio Io porta con sé una malattia:
la metafora di Nietzsche sul cammello,per esempio.La
passione per la libertà,la passione per la creatività,come
afferma Massimo Recalcati,non è la passione fondamentale,
la passione fondamentale che orienta la vita umana è la
passione per le catene.Ecco che allora il set del mio testo
è in una palestra ,luogo di fatica,di costruzione di un
corpo che non è il corpo,quanto,invece,l'idea di un corpo.
Un luogo di tortura medievale,almeno così io l'ho inteso,
con il mio stile."Altre ragioni non meno urgenti a sostegno
della idea di indagare la Poesia verso il paradigma dello
specchio derivano direttamente dalla domanda che Giorgio
Linguagrossa pone alla filosofia:"C'è una differenza ontologica
fra l'immagine allo specchio e l'immagine che sta nella mia testa?"
Partendo dalla Dialettica negativa di Adorno:"Lo specchio è
un concetto aporetico per eccellenza,perché converte il più
concreto nel più astratto e quindi il più vero nel più falso.
In ciò lo specchio è l'esatto contrario dell'essere concetto
anch'esso aporetico in sommo grado,perché quest'ultimo
"trasforma il più astratto in più concreto e quindi più vero,"
Gino Rago
***
Gino Rago
***
I poeti che seguiranno sono invece una mia personalissima
scelta,condotta però sul filo del paradigma dello specchio.
****
La mia selezione è determinata dall'indagine sull'uso
e sul diverso significato che l'immagine dello specchio
assume non solo attraverso le differenti personalità
degli autori,ma anche secondo le diverse culture che
degli autori,ma anche secondo le diverse culture che
possono intrecciarla in una dialettica della diversità
umana o naturalistica e talora con variazioni di contesto
anche da parte dello stesso autore nel tempo. .
Maria Gabriella Bruni
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