lunedì 18 ottobre 2021

93. la presa di coscienza dei danni del colonialismo non era stata la stessa nei vari paesi africani: precoce in Camerun, Congo e Senegal; più marginale in altri paesi.

 

            Questo è il risultato. E bisogna  anche tener conto del fatto  che la presa di coscienza dei danni del colonialismo non era stata la stessa nei vari paesi africani: precoce in Camerun, Congo e Senegal; più  marginale in paesi come il Gabon , il Mali, la Repubblica Democratica del Congo( Zaire) e il Benin.È in quegli anni, ad esempio che   Maxime N’Debekha[1] scrive in Congo le sue poesie:


Fieri e begli uccelli [2]

 

Con ali giganti

Sulle cime dei miei capelli

Suonano canzoni

Dai colori di luce

Ebbrezza

 

Come una farfalla

Volteggio

Canzone di luce

Ancora più canti

E ancora più luce

Ecco giunta l’ora

Della specie nuova

Un genere umano  nuovo

Cesellato dalle verghe del sole

Specie nuova

Interamente e pienamente luce

Immensità infinita

Pura vergine pura

Degli uomini nuovi

L’albero del muro dei Federati

Fiorisce sulla carogna

Dell’Albero di Adamo ed Eva

E tu Amore Mio amore

A cui il nostro bambino

Leviga ogni mattino la fronte

Con una roccia di luce

Un chicco di sole

Attendo O quanto attendo

Che tu mi porti un giorno il Mio bambino

Con una brace di sole tra i denti.

 



[1] N’ Debekha nasce a Brazzaville nel 1944. Di formazione scientifica, scrittore precoce, a vent’anni era già uno dei poeti ufficiali della rivoluzione. Prima alla direzione degli Affari culturali del suo paese, poi Ministro dell’Istruzione, infine in prigione, a rischio della condanna capitale. Da anni in esilio a Parigi. Il testo è tratto da L’oseille et les citrons, Oswald, Paris, 1975. Sua anche la raccolta La Danse de Nkumba ensorcelée, -Publisud, Paris, 1988.

 

[2]Maxime N’Debekha,” Fieri e begli uccelli”, in Poesia Africana -Poeti sud sahariani di area francofona. Op. Cit.

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