174.Suryakant Tripati Nirala La bella sera.
E' la fine del giorno.
Dal cielo nuvoloso sta scendendo,
bella come una ninfa, la sera.
Pian piano.
Nel drappo del buio non c'è alcun senso di mobilità;
serie son le sue dolci labbra;
lì non c'è alcun gioco di sorrisi;
una ridente stella soltanto
su quei neri capelli ricciuti
sembra l'abbisheck* della regina del suo cuore.
E' come un rampicante disteso,
e tenera come il petalo d'un fiore,
ha poggiato il braccio sulle spalle della sua antica solitudine,
come un'ombra cammina per le strade del cielo,.
In mano non ha alcuna vina*,che suoni,
non c'è alcun colloquio d'amore,
i nupur *non fanno alcun titntinnio,
c'è solo un'unica quasi inespressa parola;
zitto,zitto,zitto...
echeggia dovunque -
nel cielo, nel mondo.
negli argentei petali della ninfea di quel lago addormentato,
nel seno turgido delle nadi*orgogliosa della sua bellezza,
nella paziente ,seria vetta valorosa dell'Himalaya,
nel mare della distruzione universale dai flutti ruggenti di tuono,
nella terra, nell'acqua, nell'aria, nei raggi del sole -
c'è solo un'unica quasi inespressa parola:
zitto,zitto,zitto...
Echeggia dovunque .
Che c'è d'altro? niente .
Scorre quella nadi* di vino
ed alle anime stanche ,con affetto,
ne offre una coppa,
le addormenta nel suo grembo,
e dona loro tanti dolci sogni senza memoria.
Quella scompare nel silenzio della mezzanotte ,
cresce l'amor del poeta,
dalla bocca bella, addolorata per la separazione,
esce allora spontaneo un canto.
Suryakant Tripati “Nirala”( 1896-1961)
I componimenti dei poeti del subcontinente indiano proposti in questo blog provengono dalla
"POESIA MODERNA INDIANA ,testi e note di Maria Gabriella Bruni
,della collana LA FENICE -dell'ed. GUANDA di Parma. I ed.1966.
*abbisheck: rito in cui l'abluzione delle sacre immagini degli dei è
accompagnata da canti e preghiere.
*vina: strumento tipico della musica indiana.
nupur: piccoli braccialetti tintinnanti che le danzatrici sono solite portare alle caviglie.
nadi: fiume (in hindi è femminile).
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