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L’Arno qui
ancora ha tremiti freschi: poi lo occupa un silenzio dei più profondi: nel
canale delle colline basse e monotone toccando le piccole città etrusche,
uguale oramai sino alle foci, lasciando i bianchi trofei di Pisa, il duomo
prezioso traversato dalla trave colossale, che chiude nella sua nudità un così
vasto soffio marino. A Signa nel ronzìo musicale e assonnante ricordo quel
profondo silenzio: il silenzio di un’epoca sepolta, di una civiltà sepolta: e
come una fanciulla etrusca possa rattristare il paesaggio...
Nel mio blog Souk la dedica di una ricetta regionale molto gustosa ai miei amici lettori di tutto il mondo.
RispondiEliminaBuon appetito!
Nell mio blog BAZAR ho ripreso un racconto la cui prima parte è nella raccolta dal titolo"I quaderni del tempo"con il titolo 'Ai Prati di Castello'.Quando sarà finito avrà un nuovo titolo:'Più d'un secolo vista cupola.'Buon divertimento con la lettura!
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