***
Ritorno.
Nella stanza ove le schiuse sue forme dai velarii della luce io cinsi, un alito
tardato: e nel crepuscolo la mia pristina lampada instella il mio cuor vago di
ricordi ancora. Volti, volti cui risero gli occhi a fior del sogno, voi giovani
aurighe per le vie leggere del sogno che inghirlandai di fervore: o fragili
rime, o ghirlande d’amori notturni.... Dal giardino una canzone si rompe in
catena fievole di singhiozzi: la vena è aperta: arido rosso e dolce è il panorama
scheletrico del mondo.
***
Nessun commento:
Posta un commento