I
versi volano leggeri nell’aria con le
loro incredibili immagini; anche gli occhi chiari della giovane Donna di Carta
sembrano esprimere meraviglia e incanto.
Appena
un attimo di silenzio ed è la volta di una voce più matura e commossa che propone: ”Sono la... ’Figlia del mare’ di Vicente
Aleixandre”. [1]
Vicente Aleixandre
Figlia del mare.[2]
Vicente Aleixandre
Figlia del mare.[2]
Ragazza, cuore o sorriso,
caldo nodo di presenza
nel giorno,
bellezza
irresponsabile che se stessa non sa,
occhi di azzurro che
raggia e trafigge.
La sua innocenza, mare
dove vivi:
che fatica
raggiungerti, sola isola intatta.
che seno il tuo,
spiaggia o arena ornata
che senza forma scorre
tra le dita.
Generosa presenza una fanciulla da amare,
abbattuto o disteso
corpo o lido a una brezza,
offerto ad occhi savi
che ti guardano
e sfiorano il tuo nudo
docile al loro tocco.
Oh non mentire, serba
la tua
inerte e armoniosa
febbre che non resiste,
spiaggia o corpo
dorato, ragazza che su riva
è sempre una
conchiglia lasciata dalle onde.
Vivi come il rumore
stesso da cui sei nata;
ascolta il suono
dell’imperiosa tua madre;
sii la spuma che resta
quando finisce amore,
dopo che, acqua o
madre, la riva si ritrae.
E l’identificazione con quella pagina
appare naturale per come guarda affascinata il mare di fronte e per come
accompagna con movenze morbide e seducenti il ritmo armonioso dei versi simile a quello
fluttuante delle onde del mare.
(continua)
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