E tuttavia vorrebbe proprio dire a Zoé come condivide l’ammirazione che questi poeti
avevano per la perfezione delle forme e dei concetti, per quell’idea di
poesia-mistero che ha ritrovato
specialmente in Juan Ramòn Jimènez [1]. L’amore che canta invisibile e impalpabile, ma,
proprio come l’acqua e l’aria,
misteriosamente indispensabile e che si insinua vitale tra la luna lontana del cielo e quella ancor più
fluida e sfuggente, ma quieta , riflessa nel fiume.
Dall’estremità
opposta del semicerchio irrompe una voce scura, calda e vellutata che presenta
“Madrigale” di Federico Garcia Lorca.[2]
Garcia Lorca
Madrigale[3]
Il mio bacio era una
melagrana
profonda e spalancata:
la tua bocca era una
rosa
di carta
Un campo di neve, lo
sfondo
Le mie mani erano
ferri
per le incudini;
il tuo corpo era il
tramonto
di un rintocco.
Un campo di neve, lo
sfondo.
Nel traforato
teschio azzurro
misero stalattiti
i miei “ti amo”
Un campo di neve, lo
sfondo.
Si coprirono di muffa
i miei sogni
infantili,
e perforò la luna
il mio dolore
salomonico.
Un campo di neve, lo
sfondo.
Ora ammaestro severo
l’alta scuola,
il mio amore e i miei
sogni
(puledri senz’occhi)
E un campo di neve, lo
sfondo.
Una
calamita quell’immagine del corpo di lei, stretto dalle sue mani come in una morsa metallica, languido come il
rintocco al tramonto e i sogni di lei
che avvizziscono, trafiggendo di strali dolorosi la luna nel tentativo
arduo di ammaestrare i sogni e l’amore del presente, ciechi e bizzarri come
puledri. E quelle sequenze scandite dallo sfondo costante dello schermo bianco
e neutro del campo di neve …
(‘Una
riproposizione bellissima- considera Zoé - che sottolinea tutte le simmetrie e le suggestioni visive e
sonore del testo. Una voce sorprendente
- continua a pensare guardando la Donna di Carta, che ora ha finito il
suo pezzo- anche per l’inatteso
contrasto con un corpo dalla struttura imponente, pur nella tenuta sportiva,
molto casual’)
[1]La comunità senza leader della
“Generazione del 27” lo aveva eletto a maestro.
[2] Federico Garcìa Lorca nasce a
Fuente Vaqueros,Granada,Andalusia,Spagna nel 1898.Muore,fucilato dai Falangisti
e gettato in una fossa comune,senza nome,il 16 agosto 1936 nei pressi di Fuente Grande de Alfacar,vicino
a Granada.
[3]Federico Garcìa Lorca, “Poesie
“ di Bur,Biblioteca Universale Rizzoli,2004.
Madrigale:componimento
d’indole musicale, di tipo idillico -amoroso. È formato da due o tre brevi
strofe cui seguono una o due coppie di versi a rima baciata(Petrarca).Diverso
il madrigale del’500:versi dal metro variamente alternato con rime libere.
Questo
è stato scritto nell’ Ottobre del 1920
da Federico Garcìa Lorca a Madrid.
(continua)