domenica 20 dicembre 2015

Introduzione delle autrici all'ultimo nato.

Due essenzialmente le linee guida su cui si fonda l’architettura dell’antologia: da un lato l’apertura al  mondo, dall’altro l’interesse al  confronto.
Il desiderio di documentare il panorama della poesia del mondo è nato spontaneo dalla constatazione dell’ estrema povertà dell’offerta di testi poetici di paesi lontani nelle librerie e nelle biblioteche di casa nostra. Attraverso anche le nostre traduzioni, dunque, abbiamo inteso documentare letterature poetiche di paesi - e talvolta di continenti-  ancora poco conosciute. Questa allora la  prima sfida, che ci ha anche indotte a inserire i testi poetici scelti in una cornice narrativa che sostenesse  la percezione della loro bellezza, senza soffocarla  o facendone semplice ornamento della storia. Sono soprattutto poesie d’amore, ma è un amore che si estende anche alle emozioni legate al senso di identità e al desiderio di  libertà. I personaggi del racconto, per lavoro, frequentano abitualmente l’universo letterario e ne discutono con passione, nei loro dialoghi seminano indizi utili all’approfondimento e invitano a godere appieno della lettura del testo.
Offrire l’opportunità del confronto è l’altra nostra robusta aspirazione, che non si limita a fornire il tradizionale strumento del pensiero critico. Siamo infatti convinte che nel tempo della globalizzazione la vita di tutti potrà evolvere,  a  condizione che i sistemi nazionali globalizzino tutti gli aspetti della conoscenza, non solo quelli tecnologici ed economici. Se il nostro mantra è “ diversità = ricchezza”, se la meta che permette di cancellare  paure, pregiudizi e intolleranze è costituita dalla conoscenza globalizzata che può rendere consapevoli  i cittadini delle potenzialità insite nell’incontro e nel confronto delle diverse culture, le tappe intermedie del percorso dovranno favorire alcune scoperte che infine consentiranno la conquista della grande verità che all’inizio della ricerca era ancora –come Maya- velata.
A questo abbiamo dunque mirato, con l’offerta costante del  confronto di testi  poetici e di intellettuali che rappresentassero culture di differenti aree. Non solo. Nella nostra prospettiva è diventato importante favorire anche il confronto tra culture dominanti e culture minoritarie, marginali, orali, e  proporre l’accostamento non gerarchizzato tra poeti ormai classici, molto affermati, e poeti contemporanei  ancora poco conosciuti. Non mancano i confronti dettati dal poliedrico gioco dell’uso variegato e ricco della lingua: quello tra produzione scritta e produzione orale in primis, ma anche quello tra poesia scritta nella propria lingua e quella nella lingua del colonizzatore, oltre infine a quello tra la produzione scritta in patria nella lingua che costituisce l’eredità persistente dell’età coloniale nel proprio paese e quella usata in una terra straniera dove ci si è per le più differenti ragioni trapiantati. Diverso ancora è, inoltre, ad esempio, l’uso della propria lingua in patria o in esilio; oppure quando la lingua è valorizzata  nella sua dimensione visiva o è scelta perché,invece, è capace di impatto diretto sull’ascoltatore grazie soprattutto alla sua sonorità.
Ci siamo rese conto a questo punto che la ricchezza dei materiali offerti richiedeva una mappa perché il lettore potesse facilmente orientarsi per utilizzarli al meglio. Abbiamo anche pensato che fosse interessante  e utile fornire, attraverso un’intervista in appendice, la testimonianza di un intellettuale mediorientale in esilio, originario di una regione del mondo che rappresenta attualmente una delle realtà conflittuali più drammatiche.
Insomma, abbiamo cercato di costruire le condizioni, grazie alle quali la raccolta antologica, in un’ ottica di ricerca dell’analogia e del contrasto finalizzati, contribuisse al grande piacere della lettura.

                                                  Maria Gabriella Bruni e Isabella Nicchiarelli

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