MEDIO ORIENTE
IRAN
41.Lo specchio in Forugh Farrokhzad
Ancora
una volta lo specchio costituisce il discrimine tra universo
della frivola
apparenza che
abbaglia e disorienta ,Ben altrimenti che quella forma in viaggio
sulla linea del
tempo, una forma capace di fecondare quella linea secca,arida,di ritorno dalla festa dello specchio, la forma di un’immagine in
coscienza.
Forugh Farrokhzad,
Cura, introduzione,
traduzione e note
La strage dei fiori.
Pianto le mani nel giardino
Ed io so,io so, io so,io verdeggerò
E nelle palme violacee d’inchiostro
Ed io so,io so, io so,io verdeggerò
E nelle palme violacee d’inchiostro
Le rondini verranno a covare
Aggancio due orecchini di ciliegia
Incollo petali di dalia
sulle unghie
Esiste una via
Dove
ragazzi i capelli arruffati
Il collo sottile e le gambe magre
Erano innamorati di me
E pensano ancora ai sorrisi innocenti di una foglia
Che una notte il vento ha portato via
Esiste una via che il mio
cuore ha rubato
Ai quartieri della mia infanzia
Forma in viaggio sulla linea del tempo
Con una forma fecondare la linea secca del tempo
La forma d’ un’immagine in
coscienza
Che torna dalla festa dello specchio
Che torna dalla festa dello specchio
Ed è così
Che qualcuno muore
Che qualcuno muore
E qualcuno resta
Nessun pescatore troverà perle in un povero ruscello
Che cola nel vuoto d’un fossato
Io
Io conosco una fatina triste
Che abita un oceano
E che soffia il suo cuore in un flauto di
canna
così dolcemente,dolcemente
una fatina triste
che la notte muore con un bacio
E con un bacio
al mattino rinascerà
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