La passante.4.Giorgio Caproni
Il tema continua nell’interpretazione di Giorgio Caproni con la poesia:
Quando passava
Livorno, quando lei passava,
d’aria e di barche odorava.
Che voglia di lavorare
nasceva, al suo ancheggiare!
Sull’uscio dello Sbolci,
un giovane dagli occhi rossi
restava col bicchiere
in mano, smesso di bere.
(da Il seme del piangere)
Ancora una volta ci troviamo di fronte al tema poetico
apparentemente molto semplice, ma di grande suggestione della donna che passa (è la passante baudelairiana che torna in versione moderna e
più prosaica) e nel muoversi produce una sorta d’incanto
in chi la guarda. In questo caso specifico, tra la figura femminile e l’io
poetico esiste un intermediario, un giovane avventore di osteria, il quale
nonostante i fumi dell’alcool resta meravigliato alla vista dell’ancheggiare
della donna che gli è passata davanti. Si tratta della madre del poeta e per
questo, molto probabilmente, il poeta ha utilizzato la tecnica
dell’allontanamento del narratore per evitare di dare adito ad ambiguità.
In questo testo come nella maggioranza dei brani
letterari incentrati sul motivo della donna che cammina, o meglio passa, non vi è la descrizione
della bellezza esteriore femminile e malgrado ciò il lettore ha la chiara
sensazione di assistere alla manifestazione dell’idea della bellezza. L’apparizione femminile di Caproni è però meno fugace di altre
(vi ricordate la femme qui passe
di Dino Campana? solenne ed assorto il ritmo del passo/scandiva
il suo sogno/solenne ritmico assorto/passò e soprattutto quella di Charles Baudelaire? Une femme passa): il verbo passare, che denota una maggiore
rapidità del movimento rispetto al più neutro camminare,
è utilizzato dal nostro poeta all’imperfetto, tempo che indica appunto
un’azione non finita. Quando lei passava
prolunga la durata del movimento in atto.
Oltre al movimento,
l’altro motivo che caratterizza questo tipo di componimenti è lo sguardo: abbiamo parlato dello sguardo del
ragazzo al posto di quello del poeta. Ma c’è da sottolineare anche
che la donna di Caproni non guarda mentre cammina.
E poi c’è l’ambientazione: il riferimento spaziale è
molto netto e preciso; si tratta della Livorno mercantile, “fine e popolare”, elegante nella sua
semplicità. Come la stessa figura femminile che è, per citare altri versi del
poeta, una donna di marine/donna che apre riviere.
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