domenica 12 novembre 2017

La fuggitiva.5.Antonio Machado.





La fuggitiva.5. Antonio Machado

La passante di Baudelaire aveva inaugurato le variazioni della fuggitiva  che potremo ritrovare non solo nella straordinaria ripresa proustiana,ma anche nelle figure della poesia italiana del ‘900 tra Sbarbaro e Campana. Non più lo sguardo velato per sottrarsi all’altro sguardo,ma piuttosto l’assenza che si mostra nel momento stesso della presenza,l’inconoscibile altrove che si realizza proprio nel momento dell’apparizione.
La lontananza nel passaggio,la sparizione proprio nell’atto dell’apparire. Compresenze che apparterranno a quell’elemento del “fuggitivo”legato al corpo femminile per dire tutta l’impotenza della poesia a fermare il tempo,che è   tempo dell’amore e della giovinezza. Antonio Machado ne da un esempio composto ed enigmatico insieme ,dove il modello di Baudelaire non prevale sulla fisicità del desiderio:

Sempre fuggitiva
e sempre accanto a me  nel nero scialle
che mal nasconde gli sdegnosi segni
del tuo pallido volto
ma non so dove vai …

Vorrei baciar l’amaro,
amaro fiore delle tue labbra.

Ed eccola tutta intera e originale la fuggitiva di Machado., altera e sdegnosa, tutta avvolta nel suo scialle nero, ritmare il suo passo schivo nella notte verso una meta sconosciuta :


Siempre fugitiva y siempre
cerca de mì, en negro manto
mal cubierto el desdeoso
gesto de tu rostro palido.
No sé adònde vas,  ni dónde
tu virgen belleza tálamo
busca en la noche. No sé
qué sueños cierran tus párpados,
ni de quien haya entreabierto
tu lecho inhospitalario.

Detén el paso, belleza
esquiva, detén el paso.
Besar quisiera la amarga,
amarga flor de tus labios.




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