martedì 13 settembre 2016

Il respiro.1.

Il respiro.


     E' la voce degli Indiani, sempre trasparente e misurata, la più adatta a facilitarci
 l'accesso al loro mondo e a mostrarcene i tratti distintivi, che una marcata
indisponibilità alla comprensione frettolosamente e fuor di proposito giudica 
enigmatici e comunque sempre pregni di un'arcaicità disprezzabile. [...]
     L'arte oratoria da sola potrebbe abbattere lo stereotipo dell'indiano stoico,
silenzioso , privo di intelligenza e di senso dell'umorismo e che si esprime  a
gesti seguiti da urla sgradevoli e inumane : figura ancora molto comune in 
certa industria cinematografica.
   L'oratoria ,pur avendoci lasciato espressioni di rara bellezza che rimangono
vive nella memoria, è troppo legata ad eventi contingenti e lo scontro con i 
bianchi giuoca un ruolo troppo determinante. E' piuttosto attraverso il 
ricchissimo e fecondo patrimonio di canti poetici ,miti, leggende, narrazioni
sacre e profane - di tutto ciò che una cultura letterata definisce letteratura - 
il cui valore/potenza gli indiani conoscono intimamente ,che possiamo forse
raggiungere il cuore della cultura indiana.[...]
La religiosità indiana non è qualcosa di separato, astratto, soggetto a  disquisizioni
dottrinali. E' un modo di vita ,un'etica , è il centro di una cultura che noi possiamo
immaginare più che comprendere. E' un equilibrio di principi opposti interni ed
esterni all'uomo e più che conoscerlo con mezzi coercitivi gli Indiani crescono
con esso. E' osservazione acuta  e profonda dei propri padri e dell'ambiente; è
 processo di assorbimento esperito all'interno della comunità.
   Non si può negare che esista una stretta relazione tra le due forme espressive:
la religiosa e la poetica. E tale connessione induce ad attribuire al termine
poesia una capacità e un'importanza decisamente diverse da quelle che si sono
venute consolidando nella tradizione letteraria occidentale. E' un tipo di
linguaggio che si differenzia dalle usuali forme discorsive - pur sempre legate 
a una logicità funzionale - e lo sostanzia una visione7esperienza del mondo
per molti versi analoga a quella del mito. Nasce da una presa di contatto mitica 
con la realtà ,da un atteggiamento esistenziale che significa la presenza
dell'uomo nell'universo per mezzo della creazione di immagini e discorsi.
    D'altra parte sarebbe del tutto inesatto sostenere che la produzione poetica 
degli indiani rappresenti un momento ritmato e cantato di mitopoiesi e non
assuma mai forme estetiche autonome ,personali, affrancate da utilizzazioni
cerimoniali o culturali in senso lato. Se dominante e tradizionale è il poeta
messaggero di rivelazioni, profezie, aforismi, biasimi, approvazioni, il cantore
che in seguito a delle uscite da se diviene il tramite della potenza ,è anche 
vero che la figura del poeta individualizzato non manca. Esistono, piuttosto,
notevoli differenze tra le varie nazioni indiane che invece un'inveterata
generalizzazione vuole del tutto simili e indistinguibili.
    Non si può inoltre dimenticare che tutto il corpo poetico a nostra disposizione 
è stato raccolto da missionari, antropologi, linguisti che ,sia nella scelta dei testi 
sia nella trasposizione in lingua inglese, riportano fedelmente i pregiudizi e le
preclusioni del loro tempo.

                                                   continua

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