venerdì 30 settembre 2016
giovedì 29 settembre 2016
Libro di narrazioni(I)
Libro di narrazioni (I)
Tasso truffa Coyote,Coyote
mangia Tasso,
Coyote si batte con gli
Uomini - Merda,
viene murato in una casa di
pietra,si mangia gli occhi,
si mangia le
palle,fugge,truffa il Ragazzo - Uccello
per riavere gli occhi,
li perde a causa degli
uccelli e li ritrova
Nez Percé
Tasso suo fratello minore
disse a Coyote:Ecco come faccio a procurarmi questo buon pesce fritto.
Uso come cuscino i miei
cavoli – che – puzzano, e il sole li tramuta in pesci. Coyote fece così,si
appoggiò ai cavoli. Al sorgere del sole erano cavoli – che – puzzano
e Tasso disse Non così!
quel che faccio è di mettere il mio uccello in un nido di formiche ,lo
morsicano,
forse molto,ed ecco un
grosso pesce fritto,un piccolo morso
ed ecco un pesciolino. Beh
Coyote lo fece,trovò le formiche e mise
il suo uccello in mezzo a loro,sentì
molto male quando
morsicarono:Coyote pensa suo pesce e tirò fuori l’uccello tutto rosso e
dolorante.
A casa senza pesce Coyote
disse a Tasso Hanno morsicato il mio coso e gli hanno fatto male ma non ho
avuto il pesce
e Tasso disse Non così!Quel
che faccio è di andare al sentiero e chiedere a chiunque passi. Così andò
anche Coyote ed entrambi
ottennero il cibo .e Coyote li derubò e Tasso lo smascherò e fuggì con il
cibo. Picchiarono Coyote e si ripresero tutto e gli gonfiarono
gli occhi e così non riusciva più a vedere.
Tornò a casa in pessimo
stato
Coyote disse a Tasso Quando
vai in cerca di granchi stai attento,esseri neri giù al fiume colpiscono la
gente. Li puoi
riconoscere,dicono Spitspam Spitspam.Coyote si cosparse di carbone e scese al
fiume
e colpì Tasso con una
freccia. Dicendo Spitspam Spitspam.
Tasso tornò a casa dolorante. Ti avevo avvertito
disse Coyote,ti curerò. E Coyote
morsicò i punti grassi,li strappò via. O
gridò Tasso. Mi fai male. No rispose
Coyote ti sto curando, e
Coyote lo mangiò. Coyote ebbe molto
cibo
poi Coyote andò qua e là
senza decidersi e disse Mi piacerebbe
battermi con gli Uomini – Merda. Subito gli
Uomini – Merda lo
picchiarono finché perse coscienza .Quando si alzò puzzava tutto di merda e si
lavò nel fiume
Vorrei una casa di pietra
per proteggermi,disse Coyote. E ne ebbe
una . Non potevano entrare né farlo
uscire.
Dopo molto tempo cominciò
ad avere fame e non c’era cibo. Così si strappò gli occhi e li mangiò,ma
dimagrì e
non c’era cibo così si
strappò le palle e le mangiò
qualcuno fuori picchiava e
martellava;quando Coyote gridò arrivò
Picchio. Coyote disse Di ‘a picchio bruno,
a ghiandaia e a picchio
dalla testa rossa di fare un buco in questa casa e così fecero e lo tirarono fuori
.Diede
loro dei bellissimi abiti e
tutti quegl’uomini se ne andarono felici
beh ora Coyote era cieco.
Sentì Ragazzo –Uccello e lo chiamò e si
mise .dei fiori nelle orbite degli occhi.
Coyote disse Perché non colpisci quel fagiano
laggiù? i tuoi occhi non vedono bene,facciamo uno scambio
E si scambiarono gli occhi. Il ragazzo corse
qua e là e poteva vedere lontano ma i suoi occhi che erano fiori
appassirono e si seccarono
e divenne cieco
Coyote si cavava un occhio
e lo buttava su in aria dicendo
Fantastico è mio. Degli uccelli passarono e lo
notarono e strapparono gli occhi dall’aria. Coyote disse
fantastico è mio,lo ripeté cinque volte,ma loro
avevano i suoi occhi
Coyote giunse da una
vecchia che aveva un occhio solo. Disse O guarda come si divertono con gli
occhi
di Coyote. Macinava delle radici di felci e lui la
bastonò a morte e indossò i suoi vestiti e cominciò a
macinare
le radici di felci .Poi ritornarono delle donne e dissero a Coyote O
guarda come si divertono
con gli occhi di Coyote! il giorno seguente portarono la vecchia con sé e questa chiedeva
a tutte le donne
Portami sulle spalle,un po’ più in basso
figlia mia. Poi Coyote disse ecco quello è il punto giusto laggiù. E
la donna diceva Mi fai male,mi stai penetrando
con qualcosa. ma come,rispose Coyote,non ho niente
con cui penetrarti. ma la più giovane si
rifiutò di sistemare Coyote più in basso e Coyote disse Mi fa male
figlia mia,un po’ più in basso! Ma buttò per
terra Coyote e se ne andarono tutte là dove c’erano gli occhi
di Coyote
si passarono gli occhi l’un
l’altra e Coyote li riebbe di nuovo e li buttò in aria gridando Fantastico sono
miei
e Ghiandaia disse alle
altre Cosa sta dicendo la vecchia? E tutt’e due gli occhi caddero e furono di
nuovo
di Coyote. Si tolse i vestiti della vecchia e
corse via.
mercoledì 28 settembre 2016
Dal night chant- Navajo
Dal NIGHT CHANT
Navajo
In bellezza
sarai la mia immagine
In bellezza
sarai il mio canto
In bellezza
sarai la mia medicina
In bellezza
la mia santa medicina
martedì 27 settembre 2016
L'assassino-Cherokee.
L’ASSASSINO
(da A’yunini)
Cherokee
Attento: il mio coltello trivella la tua anima
ascolta,qualunque – sia – il – tuo - nome
Uno del popolo del lupo
ascolta spiaccicherò la tua saliva sulla terra
ascolta seppellirò le tue ossa sotto selci nere
ascolta “ “
“ “ “
piume “
ascolta “ “
“ “ “
rocce “
Poiché stai giungendo là dove regna il nulla
Nera bara là sulla collina
ascolta la nera terra ti nasconderà,ti
troverà una nera dimora
Là fuori dov’è buio, in quella
terra
ascolta sto portando una cassa per le tue ossa
Una cassa nera
Una tomba con ciottoli neri
ascolta la tua anima sta uscendo
ascolta è azzurra
lunedì 26 settembre 2016
Parole magiche per sentirsi meglio.
Parole magiche per sentirsi meglio (di Nakasuk)
Eschimese
GABBIANO
che spieghi le ali
sopra di me
nel cielo azzurro,
tu GABBIANO lassù
abbassati
vieni qui
portame con te
nel cielo!
Le ali brillano dinanzi
all'occhio della mia mente
e son lassù che spazio
nel cielo limpido,
a-a-a-a-ah,
nel cielo.
Eschimese
GABBIANO
che spieghi le ali
sopra di me
nel cielo azzurro,
tu GABBIANO lassù
abbassati
vieni qui
portame con te
nel cielo!
Le ali brillano dinanzi
all'occhio della mia mente
e son lassù che spazio
nel cielo limpido,
a-a-a-a-ah,
nel cielo.
domenica 25 settembre 2016
Primo uffizio.Parole magiche e ancora ancora ancora .
Primo uffizio
Istruzioni:Usate il linguaggio degli sciamani.
Dite"mi ha fatto girare la testa"intendendo
"mi ha detto qualcosa".
Eschimese
PAROLE MAGICHE E ANCORA ANCORA ANCORA
PAROLE MAGICHE
Eschimese
Parole magiche (da Nalungiaq)
Nei tempi antichi,
quando sia uomini che animali vivevano sulla terra,
un uomo poteva diventare un animale se lo desiderava
e un animale un essere umano.
A volte erano uomini
e a volte animali
e non c'era alcuna differenza.
Tutti parlavano lo stesso linguaggio.
Quello era il tempo in cui le parole erano magiche .
La mente umana aveva misteriosi poteri.
una parola detta per caso
poteva spiegarlo:
Era così.strani effetti.
Ad un tratto diventava viva
e i desideri potevano avverarsi -
non si doveva far altro che pronunciarla.
Nessuno poteva spiegarlo:
Era così.
Istruzioni:Usate il linguaggio degli sciamani.
Dite"mi ha fatto girare la testa"intendendo
"mi ha detto qualcosa".
Eschimese
PAROLE MAGICHE E ANCORA ANCORA ANCORA
PAROLE MAGICHE
Eschimese
Parole magiche (da Nalungiaq)
Nei tempi antichi,
quando sia uomini che animali vivevano sulla terra,
un uomo poteva diventare un animale se lo desiderava
e un animale un essere umano.
A volte erano uomini
e a volte animali
e non c'era alcuna differenza.
Tutti parlavano lo stesso linguaggio.
Quello era il tempo in cui le parole erano magiche .
La mente umana aveva misteriosi poteri.
una parola detta per caso
poteva spiegarlo:
Era così.strani effetti.
Ad un tratto diventava viva
e i desideri potevano avverarsi -
non si doveva far altro che pronunciarla.
Nessuno poteva spiegarlo:
Era così.
sabato 24 settembre 2016
Preludio-6 quinques
Seneca
ERO SORPRESO DI TROVARMI QUI
E COMPORTARMI COME UN CORVO
non pensavo di
agitare la zucca
non proprio qui
non certo stasera
yahooondaaaahiii
yohaaaahiiiiyuuho
hohgaahaaaayeyhey
yohaaaaheeeeyuuhoho
non pensavo di
beccare la carne
non certo stasera
yahooondaaaahiii
yohaaaahiiiiyuuho
hohgaahaaaayeyhey
yohaaaaheeeeyuuhoho
ERO SORPRESO DI TROVARMI QUI
E COMPORTARMI COME UN CORVO
non pensavo di
agitare la zucca
non proprio qui
non certo stasera
yahooondaaaahiii
yohaaaahiiiiyuuho
hohgaahaaaayeyhey
yohaaaaheeeeyuuhoho
non pensavo di
beccare la carne
non certo stasera
yahooondaaaahiii
yohaaaahiiiiyuuho
hohgaahaaaayeyhey
yohaaaaheeeeyuuhoho
venerdì 23 settembre 2016
Preludio-5 quatuor
Seneca
DOVE ANDO 'IL CANTO DOVE ANDO 'LEI
E COSA ACCADDE QUANDO SI INCONTRARONO
il canto andò in giardino (heh heh heh)
il canto rovistò tutto il giardino (heh heh heh)
lei andò in giardino (heh heh heh)
andò come una pazza in giardino (heh heh heh)
ecco dove andò (heh heh heh)
DOVE ANDO 'IL CANTO DOVE ANDO 'LEI
E COSA ACCADDE QUANDO SI INCONTRARONO
il canto andò in giardino (heh heh heh)
il canto rovistò tutto il giardino (heh heh heh)
lei andò in giardino (heh heh heh)
andò come una pazza in giardino (heh heh heh)
ecco dove andò (heh heh heh)
giovedì 22 settembre 2016
Preludio -5 tris
Seneca
HEY QUANDO CANTO QUESTO GRUPPO DI 4 CANTI
GUARDATE COSA SUCCEDE!
hey il mio canto
hey può aiutarla
certo che può certo è così potente
hey il mio canto
hey può alzarla
certo che può certo è così potente
hey il mio canto
hey può raddrizzarle il braccio
certo che può certo è così potente
hey il mio canto
hey può raddrizzare il suo corpo
certo che può certo è così potente
HEY QUANDO CANTO QUESTO GRUPPO DI 4 CANTI
GUARDATE COSA SUCCEDE!
hey il mio canto
hey può aiutarla
certo che può certo è così potente
hey il mio canto
hey può alzarla
certo che può certo è così potente
hey il mio canto
hey può raddrizzarle il braccio
certo che può certo è così potente
hey il mio canto
hey può raddrizzare il suo corpo
certo che può certo è così potente
mercoledì 21 settembre 2016
Preludio-5 bis
Agitando la zucca
canti e altre attività
della società degli animali mistici
Seneca
...ma se tutto va bene
chi recita la preghiera dice:
sta a voi gente e se volete
divertirvi,divertitevi!
*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*
Agitando la zucca
Seneca
DOMANDO' COSA SAPEVANO E RISPOSERO.
so tutto
di questi
vari
villaggi è
tutto ciò che so
haaiyohoueyyehheyhaaiyohoueyyehheyhaaiyohoueyyeh
so
tutto di queste
varie
colline è
tutto ciò che so
haaiyohoueyyehheyhaaiyohoueyyehheyhaaiyohoueyyeh
so tutto
di
questi vari
fiumi è
tutto ciò che so
haaiyohoueyyehheyhaaiyohoueyyehheyhaaiyohoueyyeh
martedì 20 settembre 2016
Preludio-5
Agitando la zucca
canti e altre attività
della società degli animali mistici
Seneca
...ma se tutto va bene
chi recita la preghiera dice :
sta a voi gente e se volete
divertitevi,divertitevi!
canti e altre attività
della società degli animali mistici
Seneca
...ma se tutto va bene
chi recita la preghiera dice :
sta a voi gente e se volete
divertitevi,divertitevi!
lunedì 19 settembre 2016
domenica 18 settembre 2016
Preludio-3
Dal RITO HAKO : invocazione delle potenze
Pawnee,Osage,Omaha
Rammentiamo,rammentiamo il granda cerchio del cielo
le stelle e l'aquila bruna
i venti sovrannaturali
che notte e giorno portano la vita
dalle quattro direzioni
Rammentiamo,rammentiamo la potenza vitale del sole
che è trasmessa alla terra
che giace sulla terra
per donarle vigore
potenza che ricopre la terra
Rammentiamo,rammentiamo la sacralità del creato
la vita che scorre ovunque
i piccoli nel nido
il luogo riservato al fuoco sacro
alla sacra fiamma del fuoco
Pawnee,Osage,Omaha
Rammentiamo,rammentiamo il granda cerchio del cielo
le stelle e l'aquila bruna
i venti sovrannaturali
che notte e giorno portano la vita
dalle quattro direzioni
Rammentiamo,rammentiamo la potenza vitale del sole
che è trasmessa alla terra
che giace sulla terra
per donarle vigore
potenza che ricopre la terra
Rammentiamo,rammentiamo la sacralità del creato
la vita che scorre ovunque
i piccoli nel nido
il luogo riservato al fuoco sacro
alla sacra fiamma del fuoco
sabato 17 settembre 2016
Preludio-2
CANTO DELL'ALBA.2
Mascalero Apache
Ad oriente il nero tacchino fa la ruota
La candida alba sono i lembie della sua splendida coda
Dall'alba ragazzi accorrono verso di noi
Portano gialle scarpe di raggi di sole
Danzano su rivi di raggi di sole
Dall'arcobaleno giungono ragazze danzanti
Indossano camicie di giallo
Danzano sopra di noi le fanciulle dell'alba
I fianchi delle montagne divengono verdi
Le cime delle montagne divengono gialle
E adesso sopra di noi sulle meravigliose montagne è l'alba.
Mascalero Apache
Ad oriente il nero tacchino fa la ruota
La candida alba sono i lembie della sua splendida coda
Dall'alba ragazzi accorrono verso di noi
Portano gialle scarpe di raggi di sole
Danzano su rivi di raggi di sole
Dall'arcobaleno giungono ragazze danzanti
Indossano camicie di giallo
Danzano sopra di noi le fanciulle dell'alba
I fianchi delle montagne divengono verdi
Le cime delle montagne divengono gialle
E adesso sopra di noi sulle meravigliose montagne è l'alba.
venerdì 16 settembre 2016
Preludio-1
Dal WALUM OLUM - 1.
Delaware
In principio
regnavano saggezza e letizia
e serenità
i pensieri erano dolci
vi era fratellanza tra tutte le creature
acque dirompenti
alle colline
inondavano le terre
divoranti acque
gli uominie le creature tutte nella corrente delle acque
la figlia di uno spirito giunse in aiuto
tutti si riunirono
implorando
Aiuto
in altri tempi si attraversavano
le acque del duro mare di sassi
vi era pace tempo fa
vasta ed estesa era la terra ad oriente
abbondante e fertile
potremo poi essere liberi e felici
nei nuovi territori?
Desideriamo serenità pace saggezza
Delaware
In principio
regnavano saggezza e letizia
e serenità
i pensieri erano dolci
vi era fratellanza tra tutte le creature
acque dirompenti
alle colline
inondavano le terre
divoranti acque
gli uominie le creature tutte nella corrente delle acque
la figlia di uno spirito giunse in aiuto
tutti si riunirono
implorando
Aiuto
in altri tempi si attraversavano
le acque del duro mare di sassi
vi era pace tempo fa
vasta ed estesa era la terra ad oriente
abbondante e fertile
potremo poi essere liberi e felici
nei nuovi territori?
Desideriamo serenità pace saggezza
giovedì 15 settembre 2016
Le comunità indiane sono diverse.
[...]Rothenberg ha effettuato tentativi di traduzione - definita totale - su una
serie complessa di canti che accompagnano le attività della società degli
Animali Mistici o Sciamani dei Seneca ( una delle Nazioni degli Irochesi)
nota come Shaking the Pumpkin(agitando la zucca).E' necessario chiarire
che l'invito al divertimento,al gioco,non disgiunto dalla scommessa ,è una
presenza costante di questa omunità indiana:l'esortazione introduttiva lo
attesta.Si è quasi sempre alla soglia del comico,accentuato dall'uso di
maschere grottesche e policrome.anche se la loro vita è stata brutalmente
mutata e impoverita l'eco della permissività e delle attività ancestrali non
è andato perduto e,trasmesso di generazione in generazione,è avvertito in
molti modi e in vari momenti.La sacralità non è unicamente silenzio,serietà
,è anche spettacolo,divertimento,riso.Può accadere anche di celebrare
cerimonie curative e scoprire che nessuno è ammalato e bisognoso di cure
e allora l'invito al divertimento interpreta fedelmente le esigenze dei presenti
riuniti nella longhouse.La traduzione totale ha tentato di lasciar trasparire
tra le righe questo stato d'animo,che pervade tutte le attività degli Animali
Mistici.
La cerimonia appartiene a un ciclo sacro noto in lingua Seneca come
Idos e presenta gruppi brevi di canti,espressioni minime che spesso si
contrappongono mirabilmente.Come la maggior parte dei canti Seneca
il tipico canto della zucca contiene un'unica affermazione ,spesso alternata
con una serie di vocaboli,che viene ripetuta in un punto qualunque del
canto da tre a sei-sette volte.
Prendendo in esame i canti d'apertura si puònotare come siano costituiti
da strutture fisse intonate dal cerimoniante -hajaswas:esordio che precede
la libertà dei partecipanti.La melodia e la struttura dei primi nove canti
sono identiche :molto lente con un solo verso che termina con una serie
di suoni.Così come Johnny John - il collaboratore indiano di Rothenberg -
ha richiesto,tutto doveva apparire sulla pagina scritta:la ponderatezza,la
scarna essenzialità del canto unita al significato,alla ripetizione di vocaboli
dal suono enfatico.ad ogni canto è stata riservata una pagina per sottolineare
la riflessione,la lentezza dell'emissione dei voxaboli e dei suoni.Le linee
verticali non hanno riferimento diretto alla versione dei Seneca,ma, nelle
intenzioni di Rothenberg,vorrebbero completare la particolarità del movimento
espositivo -musicale,così come ha colpito la sua immaginazione e sensibilità.
Di diversa natura i criteri adottati per la traduzione totale del 12°
Canto-del.Cavallo dei Navajo.I loro canti,se rapportati a quelli dei Seneca,
risultano strutturati diversamente,più densi e corposi.I vocaboli vengono
torti per creare nuove forme,gli spazi tra le parole vengono riempiti inserendo
un'infinità di suoni senza significato,che devono essere trattati in quanto tali,
e a cui ci si deve commisurare.Molti studiosi hanno messo in rilievo la
importanza fondamentale di questi complessi di suoni privi di elementi .
concettuali,proponendoli come chiavi di volta delle strutture dei canti.Si
suppone perciò che il puro suono se non si trova al centro della poesia
indiana,non ne è molto distante.
I fonemi recano elementi fantasmagorici che, non si ha difficoltà ad
ammettere,trasferiti sulla pagina scritta perdono gran parte della loro
intensità.qui risiede il limite effettivo della traduzione,pur anche totale,
di una letteratura che mantiene inalterata la caratteristica di oralità:per
non perdere il suo fascino e la sua efficacia dovrebbe essere ascoltata
e non letta.
I Canti-del-Cavallo rientrano in un gruppo molto ristretto che non
prevede accompagnamento di strumenti musicali e rappresentazioni
collaterali,ovviamente occasioni per ulteriori tentativi di traduzione.
La voce principale è quella di Enemy Slayer,il Ragazzo dell'Aurora ,
che per primo portò i cavalli ai Navajo,al Popolo(Diné).La madre,
Changing Woman(Donna mutevole,la Luna)manda il figlio dal
padre,Il Sole,per ottenere cavalli ,altri animali e cose preziose da
portare al Popolo.a tutti è noto che i cavali sono giunti in America
con gli Spagnoli ma l'esigenza di trasfigurare la storia e di ricrearla
e narrarla con la voce poetica del mito è ancora molto intensa.[...]
La traduzione de Il ragazzo e la cerva,operata da D.Tedlock,non
può propriamente essere considerata totale, per lo meno nel senso
inteso da Rothenberg.In essa èavvertibile una minore manipolazione
del testo,una maggiore aderenza alla fonte e forse anche una
esigenza meno marcata di proporre incauti parallelismi che
perdono completamente di vista le radici della differenza tra
le due culture e tendono a sottrarre quella indiana ai suoi ambiti
precisi e irrinunciabili.
Probanti sono le osservazioni di Tedlock sulla traduzione
delle narrazioni degli Zuni(Indiani Pueblo)e sulle loro principali
caratteristiche .Del tutto innovatrice è l'idea cardine del suo assunto,
che il linguaggio di uomini privi di scrittura non è prosa;la narrativa
orale non è prosa bensì poesia con i tratti e irequisitidel dramma. E'
stata anche definita prosa orale ,ma sembra pretestuoso credere che
la prosa abbia un'esistenza reale al di fuori della pagina scritta.
E' consuetudine sostenere che il valore letterario dellenarrazioni
indiane sia pressoché nullo.E' vero piuttosto che la bellezza,il valore
letterario o non sono stati tradottio sfuggono ai nostri canoni estetici
belle sono senz'altro per i popoli che le hanno create.Nelle traduzioni
ha sempre predominato l'interessa teoretico e il contenuto ha prevalso
sullo stile.L'esempio più clamoroso è quello fornito dal materiale
raccolto da F.H.Cushing,a tutt'oggi il prediletto dagli studiosi.I testi
traboccano di commenti e interpretazioni metafisiche - si veda
l'enfasi sul monoteismo - indubbiamente preoccupazioni di un
antopologo americano di fine ottocento più che credenze Zuni[...]
Due problemi essenziali pongono limiti notevoli alle opere di
traduziuone:il primo è quello di conoscenza della lingua originale
- troppo frequentemente ci si affida ad Indiani bilingui il cui inglese
è estremamente povero e inadeguato - e il secondo è insito nella
ondizione di normalità,nella mancanza di spontaneità,nell'assenza
vitale di un pubblico indiano profondamente coinvolto e partecipe.
Premesse necessarie per sottolineare ancora una volta i limiti anche
oggettivi riscontrabilinelle traduzioni di letteratura indiana -e i
testi presentati ovviamente sono a loro volta traduzione.! -.
La narrativa indiana è immaginosa ,evoca le emozioni più di
quanto le descriva:esttamente come la poesia.Un esempio di
emozione suscitata e non descritta lo troviamo nel finale de
Il ragazzo e la cerva:si fa comprendere che il giovane è molto
depresso e i presenti interpretano la sua morte come un suicidio
anche se la narrazione la descrive come un incidente.
La ripetizione piùricorrente è l'enjambement o l'anafora che può
investire singole parole,frasi o interi episodi.nella nostra tradizione
la poesia epica rivela spesso questa convenzione,riconducibile
all'oralità e non a un presunto primitivismo come si è sempre
voluto sostenere.E narrazioni oralie poesia epica hanno in comune,
probabilmente per la medesima ragione,le formule fisse :forme
di saluto,epiteti,ecc.Le altre forme di ripetizione non sono semplici
repliche ma successive esplorazioni di un fatto ,di uno stato d'animo,
scoprono sottigliezza e e gradi diversi d'intensità e sono contraddistinte
da mutamenti del tono della voce,da pause o da accelerazioni nella
emissione dei vocaboli.
continua con i testi .
serie complessa di canti che accompagnano le attività della società degli
Animali Mistici o Sciamani dei Seneca ( una delle Nazioni degli Irochesi)
nota come Shaking the Pumpkin(agitando la zucca).E' necessario chiarire
che l'invito al divertimento,al gioco,non disgiunto dalla scommessa ,è una
presenza costante di questa omunità indiana:l'esortazione introduttiva lo
attesta.Si è quasi sempre alla soglia del comico,accentuato dall'uso di
maschere grottesche e policrome.anche se la loro vita è stata brutalmente
mutata e impoverita l'eco della permissività e delle attività ancestrali non
è andato perduto e,trasmesso di generazione in generazione,è avvertito in
molti modi e in vari momenti.La sacralità non è unicamente silenzio,serietà
,è anche spettacolo,divertimento,riso.Può accadere anche di celebrare
cerimonie curative e scoprire che nessuno è ammalato e bisognoso di cure
e allora l'invito al divertimento interpreta fedelmente le esigenze dei presenti
riuniti nella longhouse.La traduzione totale ha tentato di lasciar trasparire
tra le righe questo stato d'animo,che pervade tutte le attività degli Animali
Mistici.
La cerimonia appartiene a un ciclo sacro noto in lingua Seneca come
Idos e presenta gruppi brevi di canti,espressioni minime che spesso si
contrappongono mirabilmente.Come la maggior parte dei canti Seneca
il tipico canto della zucca contiene un'unica affermazione ,spesso alternata
con una serie di vocaboli,che viene ripetuta in un punto qualunque del
canto da tre a sei-sette volte.
Prendendo in esame i canti d'apertura si puònotare come siano costituiti
da strutture fisse intonate dal cerimoniante -hajaswas:esordio che precede
la libertà dei partecipanti.La melodia e la struttura dei primi nove canti
sono identiche :molto lente con un solo verso che termina con una serie
di suoni.Così come Johnny John - il collaboratore indiano di Rothenberg -
ha richiesto,tutto doveva apparire sulla pagina scritta:la ponderatezza,la
scarna essenzialità del canto unita al significato,alla ripetizione di vocaboli
dal suono enfatico.ad ogni canto è stata riservata una pagina per sottolineare
la riflessione,la lentezza dell'emissione dei voxaboli e dei suoni.Le linee
verticali non hanno riferimento diretto alla versione dei Seneca,ma, nelle
intenzioni di Rothenberg,vorrebbero completare la particolarità del movimento
espositivo -musicale,così come ha colpito la sua immaginazione e sensibilità.
Di diversa natura i criteri adottati per la traduzione totale del 12°
Canto-del.Cavallo dei Navajo.I loro canti,se rapportati a quelli dei Seneca,
risultano strutturati diversamente,più densi e corposi.I vocaboli vengono
torti per creare nuove forme,gli spazi tra le parole vengono riempiti inserendo
un'infinità di suoni senza significato,che devono essere trattati in quanto tali,
e a cui ci si deve commisurare.Molti studiosi hanno messo in rilievo la
importanza fondamentale di questi complessi di suoni privi di elementi .
concettuali,proponendoli come chiavi di volta delle strutture dei canti.Si
suppone perciò che il puro suono se non si trova al centro della poesia
indiana,non ne è molto distante.
I fonemi recano elementi fantasmagorici che, non si ha difficoltà ad
ammettere,trasferiti sulla pagina scritta perdono gran parte della loro
intensità.qui risiede il limite effettivo della traduzione,pur anche totale,
di una letteratura che mantiene inalterata la caratteristica di oralità:per
non perdere il suo fascino e la sua efficacia dovrebbe essere ascoltata
e non letta.
I Canti-del-Cavallo rientrano in un gruppo molto ristretto che non
prevede accompagnamento di strumenti musicali e rappresentazioni
collaterali,ovviamente occasioni per ulteriori tentativi di traduzione.
La voce principale è quella di Enemy Slayer,il Ragazzo dell'Aurora ,
che per primo portò i cavalli ai Navajo,al Popolo(Diné).La madre,
Changing Woman(Donna mutevole,la Luna)manda il figlio dal
padre,Il Sole,per ottenere cavalli ,altri animali e cose preziose da
portare al Popolo.a tutti è noto che i cavali sono giunti in America
con gli Spagnoli ma l'esigenza di trasfigurare la storia e di ricrearla
e narrarla con la voce poetica del mito è ancora molto intensa.[...]
La traduzione de Il ragazzo e la cerva,operata da D.Tedlock,non
può propriamente essere considerata totale, per lo meno nel senso
inteso da Rothenberg.In essa èavvertibile una minore manipolazione
del testo,una maggiore aderenza alla fonte e forse anche una
esigenza meno marcata di proporre incauti parallelismi che
perdono completamente di vista le radici della differenza tra
le due culture e tendono a sottrarre quella indiana ai suoi ambiti
precisi e irrinunciabili.
Probanti sono le osservazioni di Tedlock sulla traduzione
delle narrazioni degli Zuni(Indiani Pueblo)e sulle loro principali
caratteristiche .Del tutto innovatrice è l'idea cardine del suo assunto,
che il linguaggio di uomini privi di scrittura non è prosa;la narrativa
orale non è prosa bensì poesia con i tratti e irequisitidel dramma. E'
stata anche definita prosa orale ,ma sembra pretestuoso credere che
la prosa abbia un'esistenza reale al di fuori della pagina scritta.
E' consuetudine sostenere che il valore letterario dellenarrazioni
indiane sia pressoché nullo.E' vero piuttosto che la bellezza,il valore
letterario o non sono stati tradottio sfuggono ai nostri canoni estetici
belle sono senz'altro per i popoli che le hanno create.Nelle traduzioni
ha sempre predominato l'interessa teoretico e il contenuto ha prevalso
sullo stile.L'esempio più clamoroso è quello fornito dal materiale
raccolto da F.H.Cushing,a tutt'oggi il prediletto dagli studiosi.I testi
traboccano di commenti e interpretazioni metafisiche - si veda
l'enfasi sul monoteismo - indubbiamente preoccupazioni di un
antopologo americano di fine ottocento più che credenze Zuni[...]
Due problemi essenziali pongono limiti notevoli alle opere di
traduziuone:il primo è quello di conoscenza della lingua originale
- troppo frequentemente ci si affida ad Indiani bilingui il cui inglese
è estremamente povero e inadeguato - e il secondo è insito nella
ondizione di normalità,nella mancanza di spontaneità,nell'assenza
vitale di un pubblico indiano profondamente coinvolto e partecipe.
Premesse necessarie per sottolineare ancora una volta i limiti anche
oggettivi riscontrabilinelle traduzioni di letteratura indiana -e i
testi presentati ovviamente sono a loro volta traduzione.! -.
La narrativa indiana è immaginosa ,evoca le emozioni più di
quanto le descriva:esttamente come la poesia.Un esempio di
emozione suscitata e non descritta lo troviamo nel finale de
Il ragazzo e la cerva:si fa comprendere che il giovane è molto
depresso e i presenti interpretano la sua morte come un suicidio
anche se la narrazione la descrive come un incidente.
La ripetizione piùricorrente è l'enjambement o l'anafora che può
investire singole parole,frasi o interi episodi.nella nostra tradizione
la poesia epica rivela spesso questa convenzione,riconducibile
all'oralità e non a un presunto primitivismo come si è sempre
voluto sostenere.E narrazioni oralie poesia epica hanno in comune,
probabilmente per la medesima ragione,le formule fisse :forme
di saluto,epiteti,ecc.Le altre forme di ripetizione non sono semplici
repliche ma successive esplorazioni di un fatto ,di uno stato d'animo,
scoprono sottigliezza e e gradi diversi d'intensità e sono contraddistinte
da mutamenti del tono della voce,da pause o da accelerazioni nella
emissione dei vocaboli.
continua con i testi .
mercoledì 14 settembre 2016
Il respiro.2.
Alcune comunità concedevano meno spazio di altre all'improvvisazione
e alla sperimentazione ma sovente all'interno dei canali tradizionali e
conosciuti, all'interno di una rigidità trasmessa di generazione in generazione,
si possono scorgere sorprendenti manifestazioni di libera estemporaneità.
L'espressione verbale è fondata sul ritmo; l'elemento ritmico musicale ,
che ha perso rilievo nella tradizione occidentale, permane invece in quella
indiana. La centralità della danza è dimostrata dal fatto che le cerimonie
più elaborate sono note come danze. Il momento spettacolare/culturale
della danza presenta l'occasione per evadere dalla realtà economica
/ergologica e dalle crisi esistenziali. l'obiettivo è l'acquisizione di una
diversa dimensione di essere nel mondo e nel gruppo di appartenenza.
Il danzatore è semplicemente un mimo ma si immerge direttamente in
un universo di rappresentazioni mitiche che la danza rimette in vita per
tutti: può essere un animale cui viene data la caccia o cacciatore , dio
o eroe mitico, luna o sole, vento o tuono ,ecc. Sia pure avvertendo la
separazione tra sé e l'essere e/o la cosa rappresentata, il danzatore opera
in forza di un'energia che trasforma e potenzia il suo agire ,la cui funzione
preminente,si è inclini a credere, sia di riscatto dalla realtà, di fuga dal
tempo. Comunque anche per la danza la presenza di notevole
dissomiglianze ci vieta di formulare generalizzazioni, quanto mai
scorrette e imprecise.[...]
La danza è inseparabile dal canto. Tra musica, danza e poesia, quasi
sempre, non vi è alcuna linea di divisione. Vi sono canti per ogni aspetto
e occasione della vita, siano essi felici o dolorosi, eccezionali o comuni,
condivisi con la comunità o vissuti in solitudine. Ogni avvenimento, ogni
attività, ogni attimo della vita quotidiana, ogni pensiero, ogni immagine
può evocare un canto. Oltre che accompagnare attività rituali ed ergologiche
i canti rendono manifesti i sentimenti e i desideri più riposti e universali:
l'amore, la gioia, il dolore, la tragica bellezza dell'esistenza.[...]
La poesia indiana coltiva i generi più disparati che a pieno diritto
possono rientrare nelle categorie della tradizione occidentale :vi sono
canti lirici, epici, forme d'arte drammatica, inni, narrazioni ,commedie, ecc.[...]
continua
e alla sperimentazione ma sovente all'interno dei canali tradizionali e
conosciuti, all'interno di una rigidità trasmessa di generazione in generazione,
si possono scorgere sorprendenti manifestazioni di libera estemporaneità.
L'espressione verbale è fondata sul ritmo; l'elemento ritmico musicale ,
che ha perso rilievo nella tradizione occidentale, permane invece in quella
indiana. La centralità della danza è dimostrata dal fatto che le cerimonie
più elaborate sono note come danze. Il momento spettacolare/culturale
della danza presenta l'occasione per evadere dalla realtà economica
/ergologica e dalle crisi esistenziali. l'obiettivo è l'acquisizione di una
diversa dimensione di essere nel mondo e nel gruppo di appartenenza.
Il danzatore è semplicemente un mimo ma si immerge direttamente in
un universo di rappresentazioni mitiche che la danza rimette in vita per
tutti: può essere un animale cui viene data la caccia o cacciatore , dio
o eroe mitico, luna o sole, vento o tuono ,ecc. Sia pure avvertendo la
separazione tra sé e l'essere e/o la cosa rappresentata, il danzatore opera
in forza di un'energia che trasforma e potenzia il suo agire ,la cui funzione
preminente,si è inclini a credere, sia di riscatto dalla realtà, di fuga dal
tempo. Comunque anche per la danza la presenza di notevole
dissomiglianze ci vieta di formulare generalizzazioni, quanto mai
scorrette e imprecise.[...]
La danza è inseparabile dal canto. Tra musica, danza e poesia, quasi
sempre, non vi è alcuna linea di divisione. Vi sono canti per ogni aspetto
e occasione della vita, siano essi felici o dolorosi, eccezionali o comuni,
condivisi con la comunità o vissuti in solitudine. Ogni avvenimento, ogni
attività, ogni attimo della vita quotidiana, ogni pensiero, ogni immagine
può evocare un canto. Oltre che accompagnare attività rituali ed ergologiche
i canti rendono manifesti i sentimenti e i desideri più riposti e universali:
l'amore, la gioia, il dolore, la tragica bellezza dell'esistenza.[...]
La poesia indiana coltiva i generi più disparati che a pieno diritto
possono rientrare nelle categorie della tradizione occidentale :vi sono
canti lirici, epici, forme d'arte drammatica, inni, narrazioni ,commedie, ecc.[...]
continua
martedì 13 settembre 2016
Il respiro.1.
Il respiro.
E' la voce degli Indiani, sempre trasparente e misurata, la più adatta a facilitarci
l'accesso al loro mondo e a mostrarcene i tratti distintivi, che una marcata
indisponibilità alla comprensione frettolosamente e fuor di proposito giudica
enigmatici e comunque sempre pregni di un'arcaicità disprezzabile. [...]
L'arte oratoria da sola potrebbe abbattere lo stereotipo dell'indiano stoico,
silenzioso , privo di intelligenza e di senso dell'umorismo e che si esprime a
gesti seguiti da urla sgradevoli e inumane : figura ancora molto comune in
certa industria cinematografica.
L'oratoria ,pur avendoci lasciato espressioni di rara bellezza che rimangono
vive nella memoria, è troppo legata ad eventi contingenti e lo scontro con i
bianchi giuoca un ruolo troppo determinante. E' piuttosto attraverso il
ricchissimo e fecondo patrimonio di canti poetici ,miti, leggende, narrazioni
sacre e profane - di tutto ciò che una cultura letterata definisce letteratura -
il cui valore/potenza gli indiani conoscono intimamente ,che possiamo forse
raggiungere il cuore della cultura indiana.[...]
La religiosità indiana non è qualcosa di separato, astratto, soggetto a disquisizioni
dottrinali. E' un modo di vita ,un'etica , è il centro di una cultura che noi possiamo
immaginare più che comprendere. E' un equilibrio di principi opposti interni ed
esterni all'uomo e più che conoscerlo con mezzi coercitivi gli Indiani crescono
con esso. E' osservazione acuta e profonda dei propri padri e dell'ambiente; è
processo di assorbimento esperito all'interno della comunità.
Non si può negare che esista una stretta relazione tra le due forme espressive:
la religiosa e la poetica. E tale connessione induce ad attribuire al termine
poesia una capacità e un'importanza decisamente diverse da quelle che si sono
venute consolidando nella tradizione letteraria occidentale. E' un tipo di
linguaggio che si differenzia dalle usuali forme discorsive - pur sempre legate
a una logicità funzionale - e lo sostanzia una visione7esperienza del mondo
per molti versi analoga a quella del mito. Nasce da una presa di contatto mitica
con la realtà ,da un atteggiamento esistenziale che significa la presenza
dell'uomo nell'universo per mezzo della creazione di immagini e discorsi.
D'altra parte sarebbe del tutto inesatto sostenere che la produzione poetica
degli indiani rappresenti un momento ritmato e cantato di mitopoiesi e non
assuma mai forme estetiche autonome ,personali, affrancate da utilizzazioni
cerimoniali o culturali in senso lato. Se dominante e tradizionale è il poeta
messaggero di rivelazioni, profezie, aforismi, biasimi, approvazioni, il cantore
che in seguito a delle uscite da se diviene il tramite della potenza ,è anche
vero che la figura del poeta individualizzato non manca. Esistono, piuttosto,
notevoli differenze tra le varie nazioni indiane che invece un'inveterata
generalizzazione vuole del tutto simili e indistinguibili.
Non si può inoltre dimenticare che tutto il corpo poetico a nostra disposizione
è stato raccolto da missionari, antropologi, linguisti che ,sia nella scelta dei testi
sia nella trasposizione in lingua inglese, riportano fedelmente i pregiudizi e le
preclusioni del loro tempo.
continua
E' la voce degli Indiani, sempre trasparente e misurata, la più adatta a facilitarci
l'accesso al loro mondo e a mostrarcene i tratti distintivi, che una marcata
indisponibilità alla comprensione frettolosamente e fuor di proposito giudica
enigmatici e comunque sempre pregni di un'arcaicità disprezzabile. [...]
L'arte oratoria da sola potrebbe abbattere lo stereotipo dell'indiano stoico,
silenzioso , privo di intelligenza e di senso dell'umorismo e che si esprime a
gesti seguiti da urla sgradevoli e inumane : figura ancora molto comune in
certa industria cinematografica.
L'oratoria ,pur avendoci lasciato espressioni di rara bellezza che rimangono
vive nella memoria, è troppo legata ad eventi contingenti e lo scontro con i
bianchi giuoca un ruolo troppo determinante. E' piuttosto attraverso il
ricchissimo e fecondo patrimonio di canti poetici ,miti, leggende, narrazioni
sacre e profane - di tutto ciò che una cultura letterata definisce letteratura -
il cui valore/potenza gli indiani conoscono intimamente ,che possiamo forse
raggiungere il cuore della cultura indiana.[...]
La religiosità indiana non è qualcosa di separato, astratto, soggetto a disquisizioni
dottrinali. E' un modo di vita ,un'etica , è il centro di una cultura che noi possiamo
immaginare più che comprendere. E' un equilibrio di principi opposti interni ed
esterni all'uomo e più che conoscerlo con mezzi coercitivi gli Indiani crescono
con esso. E' osservazione acuta e profonda dei propri padri e dell'ambiente; è
processo di assorbimento esperito all'interno della comunità.
Non si può negare che esista una stretta relazione tra le due forme espressive:
la religiosa e la poetica. E tale connessione induce ad attribuire al termine
poesia una capacità e un'importanza decisamente diverse da quelle che si sono
venute consolidando nella tradizione letteraria occidentale. E' un tipo di
linguaggio che si differenzia dalle usuali forme discorsive - pur sempre legate
a una logicità funzionale - e lo sostanzia una visione7esperienza del mondo
per molti versi analoga a quella del mito. Nasce da una presa di contatto mitica
con la realtà ,da un atteggiamento esistenziale che significa la presenza
dell'uomo nell'universo per mezzo della creazione di immagini e discorsi.
D'altra parte sarebbe del tutto inesatto sostenere che la produzione poetica
degli indiani rappresenti un momento ritmato e cantato di mitopoiesi e non
assuma mai forme estetiche autonome ,personali, affrancate da utilizzazioni
cerimoniali o culturali in senso lato. Se dominante e tradizionale è il poeta
messaggero di rivelazioni, profezie, aforismi, biasimi, approvazioni, il cantore
che in seguito a delle uscite da se diviene il tramite della potenza ,è anche
vero che la figura del poeta individualizzato non manca. Esistono, piuttosto,
notevoli differenze tra le varie nazioni indiane che invece un'inveterata
generalizzazione vuole del tutto simili e indistinguibili.
Non si può inoltre dimenticare che tutto il corpo poetico a nostra disposizione
è stato raccolto da missionari, antropologi, linguisti che ,sia nella scelta dei testi
sia nella trasposizione in lingua inglese, riportano fedelmente i pregiudizi e le
preclusioni del loro tempo.
continua
lunedì 12 settembre 2016
Rispetto
da " Canti e narrazioni degli Indiani d'America", Guanda ed.1978
Frammenti dall'introduzione di Franco Meli:
Rispetto
La cultura euro-americana palesa in modo inequivocabile una
cronica indisponibilità al confronto e alla comprensione della
realtà offerta dalla presenza indiana nell'emisfero occidentale.
La criminalità culturale dell'occidente non ha mai concesso e
continua a non accordare alternative all'altro - inteso più come
entità etnica che singola individualità - e ne restringe sempre
più gli ambiti vitali, sia fisici che culturali. Una gamma composita
di stereotipi ha creato la falsa immagine, ha deformato la civiltà
degli Indiani, li ha disumanizzati e ha legittimato l'espropriazione
delle loro terre, attuata per mezzo di un genocidio, ieri, di un
etnocidio, oggi.
Di estremo valore è la loro testimonianza in quanto hanno saputo
valutare realisticamente il nostro sviluppo materiale e l'ideologia
che lo hanno sorretto, conosciuti finno alle conseguenze ultime.
Hanno dovuto intrattenere rapporti stabili e duraturi con tutti gli
esponenti del mondo dei bianchi - politici, militari, religiosi,
studiosi, commercianti, coloni, vagabondi ed emarginati, la cui
eterogeneità è falsa e ingannevole perché rispetto all'altro si
tramuta in solida compattezza - e hanno percepito senza incertezze
le motivazioni di fondo della razionale trasformazione del mondo,
obiettivo della civiltà occidentale e radice della fatua presunzione
che aleggia sul nostro orizzonte.
L'accusa più lucida e pregnante proviene da Sitting Bull che,
tralasciando ipocrisie ed eufemismi, ha colto nel segno ponendo
l'accento sul nostro patologico desiderio di possesso.[...]
E' ovvio dunque che lo sguardo rivolto agli indiani non è
nostalgica rivisitazione di un passato arcaico né esotico
primitivismo, ma riconoscimento indifferibile di un popolo da
sempre calpestato; è conoscenza obbligatoria per la costruzione
di un futuro migliore, definitivamente affrancato da valori
artificiali e falsi miti messaggeri di sopraffazione e annientamento.
[...] Ma gli indiani tradizionalisti continuano a frapporre una
indisponibilità che riecheggia gli aneliti dei padri alla sovranità
nazionale ,al diritto di autodeterminazione e indipendenza.
Essere indiani tradizionalisti non significa auspicare un ritorno
allo stile di vita dei secoli passati - ovviamente impossibile - e
nemmeno negare i reali ,effettivi benefici della civiltà occidentale
bensì di esprimere la volontà di mantenere e rafforzare l'integrità
culturale e politica, la visione del mondo e il senso/ruolo che
l'indiano in esso può svolgere. Comporta di non disconoscere
che il mezzo più importante di comunicazione è la persona, a
cui tutto deve essere rapportato perché questo è il modo più
soddisfacente di risolvere i problemi dell'esistenza e di assaporare
la vita .E' infine riconoscimento della correlazione tra tutte le aree
di intervento umano -religione, scienza, medicina, politica, arte ecc.-
e concretizzazione di un'esistenza non angustamente antropocentrica
ma disposta ad accordare rispetto a tutti gli esseri viventi che
popolano la terra.[...]
"La notte, quando le strade delle vostre città e i villaggi sono
immersi nel silenzio e sono deserti, ritorneranno numerosi gli ospiti
che qui avevano la loro dimora e che ancora amano questa terra
meravigliosa .L'uomo bianco non sarà mai solo"(Parole profetiche
di un grande leader indiano nel 1855 in occasione del costituendo
stato di Washington)".E Leslie Fiedler, memore del significato
profondo di queste parole, ha ripercorso la presenza costante dell'
indiano in quella forma di elevata consapevolezza che è la
letteratura.ma ora la prospettiva con la quale si è costituita la
mitologia americana si sta ribaltando; la razza disparente non è
più quella indiana, ma è l'uomo bianco che rischia l'estinzione
e l'annientamento. Il confronto, il rispetto del mondo indiano
divengono l'antidoto alla decadenza e alla fine.
Ma se l'indiano si configura come salvezza ultima del bianco,
non lo è più nei termini della classica tradizione letteraria
americana; non più gratuito olocausto- privo di conseguenze sarebbe
ora il suo sacrificio - ma voce capace di indicare una via ad una
rigenerazione certamente pressante, forse non più differibile.
Voce che richiede uno scandaglio preciso della nostra cultura, di
noi stessi, in definitiva, e un incontro che si tramuti in un momento
per esplorare e liberare tutte le possibilità insite nella condizione
umana - la nostra e l'altra -affrancate dalle limitazioni che
imprigionano entrambe.[...]
continua
domenica 11 settembre 2016
dedicato soprattutto ai miei amici lettori francofoni
La curva dei tuoi occhi intorno al cuore
ruota un moto di danza e di dolcezza,
aureola di tempo, arca notturna e fida
e se non so più quello che ho vissuto
è perché non sempre i tuoi occhi mi hanno visto.
ruota un moto di danza e di dolcezza,
aureola di tempo, arca notturna e fida
e se non so più quello che ho vissuto
è perché non sempre i tuoi occhi mi hanno visto.
Foglie di luce e spuma di rugiada
canne del vento, risa profumate,
ali che il mondo coprono di luce,
navi che il cielo recano ed il mare,
caccia dei suoni e fonti dei colori,
canne del vento, risa profumate,
ali che il mondo coprono di luce,
navi che il cielo recano ed il mare,
caccia dei suoni e fonti dei colori,
profumi schiusi da una cova di aurore
sempre posata su paglia degli astri,
come il giorno vive di innocenza,
così il mondo vive dei tuoi occhi puri
e va tutto il mio sangue in quegli sguardi.
Paul Éluardsempre posata su paglia degli astri,
come il giorno vive di innocenza,
così il mondo vive dei tuoi occhi puri
e va tutto il mio sangue in quegli sguardi.
Dalí, Gala, Paul Éluard e Nusch a Port Lligat, 1931 |
Dalí, Gala, Paul Éluard e Nusch a Port Lligat, 1931 |
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