Non guardarmi così, disprezzandomi.
Non cantare così dolcemente,
con voce toccante.
Andando e tornando dal lavoro,
per strada, non attraversare
il mio piazzale.
Non guardarmi così, disprezzandomi.
Preparai con cura dentro me
le parole d’amore,
tu invece sei tornato inutilmente
a chiedere i gioielli.
Sono niente per te, una cosa
senza valore,
due o tre lacrime, solo una pena
di sangue rosso.
Non guardarmi così, disprezzandomi.
Che tesoro hai portato
a piene mani?
Non andartene, gettandolo
così per terra!
Se oso chiedere cos’è
questo debito,
come lo pago,
forse dovrò vendermi tutta la vita?
Non guardarmi così, disprezzandomi.
Pensai ragionando solo:
«Starò in un angolo,
tenendo in cuore le pene segrete.
Per cosa sperare?»
Vorrei parlare ma
non trovo le parole:
solo il desiderio mi resta,
non conosco la fine.
Non guardarmi così, disprezzandomi.
Posso mescolare la mia canzone
alle musiche di cui
hai riempito il flauto?
Cominciato il canto,
l’anima si commuove,
lacrime incomprensibili,
senza ritegno, inondano ogni cosa.
Non guardarmi così, disprezzandomi.
Sei arrivato vestito con stoffe
splendide, ornato di collane di fiori.
Qui il vassoio d’oro,
fiori, la corona:
chi potrà raccontare i doni dell’amore?
Non guardarmi così, disprezzandomi.
Amico, perduta la strada,
sei venuto in questa casa.
Chi scambierà le collane nell’oscurità?
Per tutto il giorno e la notte
la luce è spenta.
Non guardarmi così, disprezzandomi.
- da La Barca d’oro –
Riprendono le pubblicazioni di post anche nel blog spot.com ,gabysouk.Intanto un viaggio tutto immaginario...
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