venerdì 15 gennaio 2016

42.Rilke.Bianco splendore.






 Bianco Splendore -

Respirano lievi gli altissimi abeti
racchiusi nel manto di neve.
Più morbido e folto quel bianco splendore
riveste ogni ramo, via via.
Le candide strade si fanno più zitte:
le stanze raccolte, più intente!
Rintoccano l'ore. Ne vibra
percosso ogni bimbo, tremando!
Di sovra gli alari, lo schianto d'un ciocco
che in lampi e faville rovina.
In niveo brillar di lustrini
il candido giorno là fuori s'accresce,
divien sempiterno Infinito.


Un morbido strato di neve racchiude nel suo manto ogni abete, riveste ogni ramo e, spegnendo ogni rumore  nelle candide strade, crea una atmosfera più intento raccoglimento in ogni casa; dove il silenzio è rotto soltanto dal suono  delle ore ( e ne sussultano i bimbi} o da uno schianto improvviso del ciocco. Intanto, di fuori, il bianco splendore s'accresce, si estende, dilaga, tanto che la sua candida luce sembra diventare infinita ed eterna
Molti sono gli aspetti suggestivi di questa poesia:gli abeti - che "respirano" appena, protetti dal manto che tutti li chiude; l'assorto silenzio delle vaste solitudini esterne che penetra fin dentro le stanze creando un'atmosfera di magico sopore; i suoni isolati delle ore e del ciocco, e il “ niveo brillar di lustrini”
Ma l'aspetto più suggestivo è certamente dato dalla contrapposizione fra l'immagine di ogni cosa coperta dal manto di neve, e quindi chiusa e isolata da tutte le altre, e la vasta, sconfinata visione d'insieme del candido giorno che «divien sempiterno Infinito ».
Chiudendosi con questa panoramica di spazi luminosi e sconfinati, la poesia acquista il valore di un anelito all'eterno e al sublime.

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