venerdì 27 maggio 2016

Camillo Sbarbaro.Padre che muori tutti i giorni un poco

Camillo Sbarbaro ,la semplice confessione di un modo spoglio di esistere
Tratto da "Pianissimo" 1914/1954 ed. Neri Pozza, Venezia 1954



Padre che muori tutti i giorni un poco,

e ti scema la mente e più non vedi

con allargati occhi che i tuoi figli

e di te non t'accorgi e non rimpiangi,
se penso la fortezza con la quale
hai vissuto, il disprezzo c'hai portato
a tutto ciò che è piccolo e meschino,
sotto la rude scorza
l'istintiva poesia della tua anima,
il bene c'hai voluto alla tua madre
alla sorella ingrata, a nostra madre
morta,
tutta la vita tua sacrificata,
e poi ti guardo così come sei,
io mi torco in silenzio le mie mani.

Contro l'indifferenza della vita
vedo inutile anch'essa la virtù,
e provo forte come non ho mai
il senso della nostra solitudine.

Io voglio confessarmi a tutti, padre,
che ridi se mi vedi e tremi quando
d'una qualche attenzion ti faccio segno,
di quanto fui vigliacco verso te.

Benché il ricordo mi si alleggerisca,
che più giusto sarebbe mi pesasse
inconfessato sempre sopra il cuore.
E vivremo così in compagnia
dei maggiori fratelli, i fiumi e i boschi,
pacificati con la nostra sorte.

Perché ciò sia, sorella, io faccio patto
che il mio dolore duri quanto me,
anzi di giorno in giorno mi s'accresca.

Questo il sogno che faccio ad occhi aperti.


 

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