Camillo
Sbarbaro nasce a Santa Margherita Ligure nel 1888. Il padre
Carlo era
ingegnere e architetto,figura molto amata dal poeta al quale
dedicherà due
note poesie nella sua seconda raccolta di versi Pianissimo.
La madre muore
molto presto e il piccolo Camillo e la sorellina Clelia
verranno allevati
dalla zia Maria detta Benedetta, tanto adorata dal poeta
che le dedicherà le
poesie di Rimanenze.
Nel 1894
la famiglia si trasferisce nella cittadina ligure di Varazze dove
Camillo
inizierà le scuole elementari e in seguito il Ginnasio presso
l' Istituto de
Salesiani. Nel 1904 avviene il trasferimento a Savona
ove il giovane frequenta
il Liceo.Intanto conosce lo scrittore
Remigio
Zena,che legge alcuni suoi versi e lo incoraggia a continuare.
Al liceo
avrà in particolare un insegnante di filosofia che lo arricchirà
intellettualmente e
spiritualmente.
Nel 1908
consegue il diploma di licenza e nel 1910 trova lavoro presso
l'industria
siderurgica di Savona. Il suo esordio di poeta avviene nel
1911 con la
raccolta Resine. Nello stesso anno si trasferisce a Genova.
Nel 1914 pubblica la raccolta di poesie
Pianissimo e nello stesso anno
si reca a Firenze dove conosce
A.Soffici,G.Papini,D.Campana,O.Rosai
e altri intellettuali che facevano
riferimento alla rivista La Voce.
La
raccolta ottiene grande consenso e verrà prontamente apprezzata da
critici
come G.Boine ed E. Cecchi..
Quando
scoppia la grande guerra, Sbarbaro lascia l'impiego e si arruola
come
volontario nella Croce Rossa Italiana e nel febbraio del 1917
viene
richiamato alle armi. A luglio parte per il fronte. Scrive in questo
periodo
le prose di Trucioli che verranno pubblicate nel 1920 a Firenze
da Vallecchi.
Nel 1919
la rivista Riviera Ligure gli
dedica interamente il suo ultimo
fascicolo. Durante l'estate rientra a Genova,
frequenta con assiduità il
prof.di filosofia del liceo e il gruppo di
intellettuali che fanno riferimento
al poeta Ceccardo Roccatagliata Ceccardi.
Lasciato
il lavoro si guadagna da vivere con le ripetizioni di greco e di latino,appassionandosi
sempre di più alla botanica e
dedicandosi alla
raccolta e allo studio dei licheni, sua vera passione.
Conosce
intanto Eugenio Montale, che per primo aveva recensito le
prose di Trucioli,
e frequenta i pittori A.Grande,F. e O.Saccorotti,
P.Rodocanachi,e lo scultore
F. Messina. Nel 1921 inizia a collaborare
alla "Gazzetta ui Genova"
con articoli sulla Liguria.
Nel 1927
accetta l'incarico di insegnamento per greco e latino presso
l'Istituto
Arecco di Genova dei padri Gesuiti, ma è costretto ad
bbandonare la cattedra
perché non accetta di essere tesserato al Fascio.
Esce intanto nel 1928 il
volume Liquidazione che contiene
alcune tra
le prose scritte negli anni del dopoguerra.
Continua
lo studio e la raccolta appassionata sui licheni e in quello stesso
anno
vende a Stoccolma il suo primo erbario di muscinee.
Gli anni
tra il '28 e il’33 Sbarbaro li trascorre compiendo numerosi viaggi
all'estero
e quando è in patria frequenta
assiduamente un gruppo di amici
letterati e artisti che si riuniscono nella
casa di Paolo e Lucia Rodocanachi
ad Arenzano o nella casa degli amici Elena
De Bosis e Leone Vivante a
Solaia, nella campagna senese.
Nel’33
Sbarbaro inizia la collaborazione alla Gazzetta del Popolo di
Torino. Scrive
intanto il nuovo libro Calcomanie che, a causa della
censura, non potrà
vedere la luce se non nel 1940 in una ventina di
copie dattiloscritte da
distribuire agli amici.
Quando il
9 febbraio del 1941 Genova viene colpita da bombardamento
navale, il poeta si
trasferisce a Spotorno con la zia e la
sorella e vi rimane
fino al 1945 dando inizio ad una intensa attività di
traduttore di autori
lassici greci e francesi.
Nel 1945
ritorna a Genova ma nel 1951 si trasferisce definitivamente a
Spotorno. È di
questi anni l'intensa collaborazione a numerose riviste
come Officina,Letteratura, Itinerari,
Ausonia,La Fiera Letteraria,Il
Mondo. Nel 1949 vince il premio letterario Saint-Vincent e nel 1955
il
premio Etna -Taormina. Sempre in questo anno pubblica l'opera
Rimanenze che raccoglie le sue ultime
poesie.
Gli ultimi
anni di attività letteraria saranno dedicati, dopo il volume
dei Fuochi
fatui(1956)), ad esili raccolte di prose: Gocce (1963), Il
Nostro" e nuove Gocce (1964), Contagocce (1965), Bolle
di sapone
(1966), Vedute di Genova (1966), Quisquilie (1967).
Conosce
nel1961Arrigo Bugiani e inizia la collaborazione ai Libretti
di Mal’aria.
Aggravatosi
il suo stato di salute viene ricoverato all'Ospedale S. Paolo
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mercoledì 11 maggio 2016
Camillo Sbarbaro,biografia
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