mercoledì 11 maggio 2016

Camillo Sbarbaro,biografia





Targa a Camillo Sbarbaro

Casa natale
Camillo Sbarbaro nasce a Santa Margherita Ligure nel 1888. Il padre 
Carlo era ingegnere e architetto,figura molto amata dal poeta al quale 
dedicherà due note poesie nella sua seconda raccolta di versi Pianissimo.
La madre muore molto presto e il piccolo Camillo e la sorellina Clelia 
verranno allevati dalla zia Maria detta Benedetta, tanto adorata dal poeta
che le dedicherà le poesie di Rimanenze.
Nel 1894 la famiglia si trasferisce nella cittadina ligure di Varazze dove 
Camillo inizierà le scuole elementari e in seguito il Ginnasio presso 
l' Istituto de Salesiani. Nel 1904 avviene il trasferimento a Savona 
ove il giovane frequenta il Liceo.Intanto conosce lo scrittore  Remigio 
Zena,che legge alcuni suoi versi e lo incoraggia a continuare. Al liceo
 avrà in particolare un insegnante di filosofia che lo  arricchirà 
intellettualmente e spiritualmente.
Nel 1908 consegue il diploma di licenza e nel 1910 trova lavoro presso
 l'industria siderurgica di Savona. Il suo esordio di poeta avviene nel 
1911 con la raccolta Resine. Nello stesso anno si trasferisce a Genova.
 Nel  1914 pubblica la raccolta di poesie Pianissimo e nello stesso anno
 si reca a Firenze dove conosce A.Soffici,G.Papini,D.Campana,O.Rosai 
e altri intellettuali che facevano riferimento alla rivista La Voce. La
 raccolta ottiene grande consenso e verrà prontamente apprezzata da 
critici come G.Boine ed E. Cecchi..
Quando scoppia la grande guerra, Sbarbaro lascia l'impiego e si arruola
 come volontario nella Croce Rossa Italiana e nel febbraio del 1917
viene richiamato alle armi. A luglio parte per il fronte. Scrive in questo
 periodo le prose di Trucioli che verranno pubblicate nel 1920 a Firenze 
da Vallecchi.
Nel 1919 la rivista Riviera Ligure gli dedica interamente il suo ultimo
 fascicolo. Durante l'estate rientra a Genova, frequenta con assiduità il
 prof.di filosofia del liceo e il gruppo di intellettuali che fanno riferimento 
al poeta  Ceccardo Roccatagliata Ceccardi.
Lasciato il lavoro si guadagna da vivere con le ripetizioni di greco e di latino,appassionandosi sempre di più alla botanica  e dedicandosi alla 
raccolta e allo studio dei licheni, sua vera passione.
Conosce intanto Eugenio Montale, che per primo aveva recensito le 
prose di Trucioli, e frequenta i pittori A.Grande,F. e O.Saccorotti,
P.Rodocanachi,e lo scultore F. Messina. Nel 1921 inizia a collaborare 
alla "Gazzetta ui Genova" con articoli sulla Liguria.
Nel 1927 accetta l'incarico di insegnamento per greco e latino presso
 l'Istituto Arecco di Genova dei padri Gesuiti, ma è costretto ad
bbandonare la cattedra perché non accetta di essere tesserato al Fascio.
 Esce intanto nel 1928 il volume Liquidazione che contiene alcune tra 
le prose scritte negli anni del dopoguerra.
Continua lo studio e la raccolta appassionata sui licheni e in quello stesso
 anno vende a Stoccolma il suo primo erbario di  muscinee.
Gli anni tra il '28 e il’33 Sbarbaro li trascorre compiendo numerosi viaggi
all'estero e quando è in patria  frequenta assiduamente un gruppo di amici
letterati e artisti che si riuniscono nella casa di Paolo e Lucia Rodocanachi 
ad Arenzano o nella casa degli amici Elena De Bosis e Leone Vivante a 
Solaia, nella campagna senese.
Nel’33 Sbarbaro inizia la collaborazione alla  Gazzetta del Popolo di 
Torino. Scrive intanto il nuovo libro Calcomanie che, a causa della 
censura, non potrà vedere la luce se non nel 1940 in una ventina di 
copie dattiloscritte da distribuire agli amici.
Quando il 9 febbraio del 1941 Genova viene colpita da bombardamento
 navale, il poeta si trasferisce a  Spotorno con la zia e la sorella e vi rimane 
fino al 1945 dando inizio ad una intensa attività di traduttore di autori 
lassici greci e francesi.
Nel 1945 ritorna a Genova ma nel 1951 si trasferisce definitivamente a
 Spotorno. È di questi anni l'intensa collaborazione a numerose riviste 
come Officina,Letteratura, Itinerari, Ausonia,La Fiera Letteraria,Il 
Mondo. Nel 1949 vince il premio letterario Saint-Vincent e nel 1955
 il premio Etna -Taormina. Sempre in questo anno pubblica l'opera 
Rimanenze che raccoglie le sue ultime poesie.
Gli ultimi anni di attività letteraria saranno dedicati, dopo il volume 
dei Fuochi fatui(1956)), ad esili raccolte di prose: Gocce (1963), Il 
Nostro" e nuove Gocce (1964), Contagocce (1965), Bolle di sapone 
(1966), Vedute di Genova (1966), Quisquilie (1967).
Conosce nel1961Arrigo Bugiani e inizia la collaborazione ai Libretti 
di Mal’aria.
Aggravatosi il suo stato di salute viene ricoverato all'Ospedale S. Paolo 
di Savona dove muore il 31 ottobre 1967.

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