Ma
Paul Claudel va oltre . Il suo incontro con l’amico pittore Tomita Keisen lo porta
ad una suggestiva invenzione,all’esperimento
del pittogramma che cerca una commistione tra l’ideogramma della lingua giapponesee l’utilizzazione pittorica delle lettere della
lingua francese,con l’adozione di spazi a segnarne musicalità e ritmo.
Paul Claudel
Cent Phrases pour éventails
Cento frasi per ventagli
Cento frasi per ventagli
Claudel attinge
l’ispirazione per quest’opera così
singolare nel suo soggiorno giapponese in qualità d’ambasciatore,fra novembre
1921 e febbraio 1927.Ma sono soprattutto i viaggi effettuati all’interno dell’arcipelago
nipponico che hanno nutrito l’immaginario di “Cento frasi per ventagli” - essenzialmente
i soggiorni estivi(luglio-agosto1922,lulio 1923 e luglio agosto1926) - durante
i quali ritrova l’amico pittore Tomita Keisen.
L’ispirazione è molteplice: è ”Il libro del dialogo” fra
un pittore orientale e un poeta occidentale –
Tomita Keisen,appunto e
Claudel - ; c’è anche il rinvio alla tradizione dell’haiku,considerato
all’ovest come genere rappresentativo della cultura giapponese ,sia nella
struttura globale che ripercorre le quattro stagioni,sia in quella individuale
dei testi e delle frasi che li compongono.
L’opera “ Cento frasi per
ventagli”,composta da giugno 1926 a gennaio 1927occupa gli ultimi mesi
del soggiorno di Claudel in un paese di cui ha detto che non era lungi dal
paradiso.La si può dunque considerare un omaggio al Giappone,nello spirito e
nella forma.Infatti mette in scena un paese luminoso e glorioso.
Si ispira a
numerose tradizioni tipicamente giapponesi o almeno dell’Estremo
Oriente:l’haiku,
certe tradizioni
pittoriche dell’Estremo Oriente,la calligrafia,così come un certo rapporto con
la natura e il mondo.Tuttavia questo non vuol dire che Claudel rinunci alla sua
identità di cristiano occidentale.La raccolta è una sfida lanciata da un poeta
occidentale alla tradizione
estremo-orientale su un terreno che a lei sembra riservato a priori come la
calligrafia. Infine,il Giappone paradisiaco non è ,tutto sommato,che una bella
immagine,un riflesso,un’allusione a un percorso spirituale che non confligge
affatto con quello cristiano.
Composés de juin 1926 à
janvier 1927
Calligraphiés par Ikuma Arishima
Tokyo : Koshiba, 1927, 3 vol.
Calligraphiés par Ikuma Arishima
Tokyo : Koshiba, 1927, 3 vol.
Solo la rosa è abbastanza fragile per esprimere l'Eternità |
(continua)
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