giovedì 18 giugno 2015

31.Ritorna la scia di canti.Tagore

Perché mi fai provare vergogna con il tuo sguardo?
Non sono venuto come un mendicante.
Rimasi, solo per un’ora, al limitare del tuo orto,
fuori della siepe del giardino.
Perché il tuo sguardo mi copre di vergogna?
Non colsi una sola rosa nel tuo giardino,
né presi un frutto.
Umilmente mi riparai all’ombra della strada,
dove qualunque viandante straniero può fermarsi.
Nemmeno una rosa ho colto.
Sì, i miei piedi erano stanchi e la pioggia cadeva.
Il vento fischiava tra i rami scossi dei bambù.
Le nuvole correvano attraverso il cielo come
un esercito in fuga, dopo la rotta.
I miei piedi erano stanchi.
Non so cosa hai pensato di me,
né chi stavi aspettando alla tua porta.
La luce dei lampi abbagliava i tuoi occhi vigili.
Come immaginare che potevo essere visto
nell’oscurità, dove me ne stavo?
Non so cosa hai pensato di me.
Il giorno è terminato,
la pioggia è cessata per un momento.
Lascio l’ombra dell’albero che è al limite
del  tuo  giardino, questa panca sull’erba.
S’è fatto buio; chiudi la tua porta, io me ne vado.
Il giorno è terminato.
                                                           - da Il Giardiniere

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