Tanto per cominciare non proprio un giovane sconosciuto.ma come non ricordare i suoi versi dedicati proprio alla notte di San Lorenzo?
29.X agosto
San Lorenzo, io lo so perché tanto
di stelle per l’aria tranquilla
arde e cade, perché si gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.
Ritornava una rondine al tetto:
l’uccisero: cadde tra spini:
ella aveva nel becco un insetto:
la cena de’ suoi rondonini
quel verme a
quel cielo lontano;
e il suo nido è nell’ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.
Anche un uomo
tornava al suo nido:
l’uccisero: disse: Perdono;
e restò negli aperti occhi un grido:
portava due bambole in dono.
Ora è là, come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell’ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.
Anche un uomo tornava al suo nido:
l’uccisero: disse: Perdono;
e restò negli aperti occhi un grido:
portava due bambole in dono.
Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano invano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.
E tu, Cielo, dall’alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh!, d’un pianto di stelle lo innondi
quest’atomo opaco del Male!
Giovanni Pascoli
Nasce nel 1855 a San Mauro di Romagna, 4 di 8 figli.
Il 10 Agosto
del 1867 il padre viene assassinato e la tragedia incide in modo determinante
sulla formazione e sulla vita del poeta. Alla difficoltà economiche si aggiunge
la morte della sorella e della madre. Studia a Urbino, Rimini, Firenze e
lettere a Bologna, ma si appassiona a idee anarchico-socialisteggianti
sviluppate in comizi, manifestazioni politiche, che gli costarono anche alcuni
mesi di carcere, per sovversione e oltraggio alla forza pubblica. Uscito di
prigione riprese gli studi e si laureò nell’82 e insegnò a Matera, Massa e
Livorno dove chiamò a vivere le sorelle Ida e Mariù per ricostruire almeno per
quel che poteva il “nido” familiare.
Nel 92 vinse il concorso di poesia
latina di Amsterdam, ottenne cattedra a Messina poi a Pisa e a Bologna dove morì
nel 1912.
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