Ho
bisogno di te come del pane
« Ho
bisogno di Te come del pane ». Come senza pane non vive il nostro corpo, così
senza Dio non vive la nostra anima: è Lui l'Amico di cui non possiamo fare a
meno, è la Sua l'amicizia più vera, più
profonda, più sicura. Signore, noi tutti abbiamo bisogno di Te come del
pane, più del pane.
Ancora,
Onnipotente, ecco ti prego.
Come si spegne tramontando il giorno,
io sono tutto una ferita; un orfano;
un esule dal mondo, estraneo e solo...
E stanno intorno a me, mute, le cose
siccome chiostri in cui mi sento chiuso.
Ho bisogno di Te, che sei partecipe
d'ogni tormento mio; compagno dolce
d'ogni mia pena; mio fratello solo.
H o bisogno di Te come del pane!
Spengimi gli occhi, ed io ti vedo ancora;
rendimi sordo, e sento la tua voce;
mozzami i piedi, e corro la tua strada;
senza favella, a Te scioglierei preghiere.
Dirompimi le braccia, ed io ti stringo
col cuore mio, fatto, repente, manto.
Se fermi il cuore, batte il mio cervello;
ardi anche questo: ed il mio sangue, allora,
Ti accoglierà, Signore, in ogni stilla.
Apparso Tu mi sèi, Dio senza fine!
Ed io t'amo siccome un figlio
che fuggito mi fosse ancor bambino,
chiamato dalla sorte sovra un trono
innanzi al quale l'universo mondo
come unica valle si distende.
Come si spegne tramontando il giorno,
io sono tutto una ferita; un orfano;
un esule dal mondo, estraneo e solo...
E stanno intorno a me, mute, le cose
siccome chiostri in cui mi sento chiuso.
Ho bisogno di Te, che sei partecipe
d'ogni tormento mio; compagno dolce
d'ogni mia pena; mio fratello solo.
H o bisogno di Te come del pane!
Spengimi gli occhi, ed io ti vedo ancora;
rendimi sordo, e sento la tua voce;
mozzami i piedi, e corro la tua strada;
senza favella, a Te scioglierei preghiere.
Dirompimi le braccia, ed io ti stringo
col cuore mio, fatto, repente, manto.
Se fermi il cuore, batte il mio cervello;
ardi anche questo: ed il mio sangue, allora,
Ti accoglierà, Signore, in ogni stilla.
Apparso Tu mi sèi, Dio senza fine!
Ed io t'amo siccome un figlio
che fuggito mi fosse ancor bambino,
chiamato dalla sorte sovra un trono
innanzi al quale l'universo mondo
come unica valle si distende.
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