158.Non lasciarmi, non andartene[*)
perché scende la
notte.
La strada è deserta e buia,
si perde tortuosa. La
terra stanca
è tranquilla, come un
cieco senza bastone.
Sembra che io abbia
aspettato nel tempo
questo momento con te
così accendo la
lampada
dopo averti donato
fiori.
Con il mio amore ho
raggiunto stasera
il limite del mare
senza spiaggia,
per nuotarci dentro e
perderci in eterno.
Il nostro destino
viaggia su un mare
mai attraversato, dove
le onde
si susseguono in un
gioco incessante
di rimpiattino.
È l'inquieto mare del
mutamento,
perde e perde ancora
gli armenti
e batte le mani contro
il cielo costante.
Al centro di questo
mare travolgente,
tra l'alba e la notte,
Amore,
tu sei l'isola
verdeggiante dove il sole
bacia l'ombra vaporosa
dove gli uccelli
sono amanti che
cantano il silenzio.
*Rabindranath Tagore nasce a Calcutta nel 1861 e muore nel 1941 a Santiniketan nella scuola da lui fondata. Gli è stato conferito nel 1913 il Nobel per la Letteratura.
^ R. Tagore,”Non lasciarmi, non andartene”, da Passando all’altra riva, in Poesie
d’amore, a cura di Brunilde Neroni,Guanda editore in Parma,1996, collana I
Poeti della Fenice.
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