Decade inesoorabilmente l'idea dell'arte come mestiere perché inesorabilmente decadono i mestieri e subentrano le tecniche.Con le mani si fanno bei tappeti e piramidie pergamene a beneficio dei sacerdoti e deiprincipi, delle moschee e delle reggie,si fanno vetrate per le cattedrali e mosaici.Si alimenta l'ozio dei ricchi, la voluttà dei vecchioni, si fa crescere numero dei porci di Epicuro. Quali beneficihanno tratto i popoli dall'ate? Pane e cicoria,pane e cipolla,pane e pummarole. Intanto il pascià e il vescovo carezzano i damaschi e ascoltanoil canto del cardellino automatico.
Sulle rive della Mosa,sulle sponde del Nilo o del Tevere, del Limmato dell'hudson,dove mi capita di trovare una fila di vecchi alberi e potermi appoggiare coi gomiti ad antichi parapetti mi viene di pensare alla precarietà o alla fatalità della vocazione poetica. Perché
scrivono i poeti? Per capire qualcosa bisognerebbe indagare nelle circostanze in cui si svolse la loro fanciullezza. Quasi sempre c'è un lutto,c'è la morte di una persona amica o di una persona cara che fecero scaturire dall'anima di un ragazzo i primi accenti, confusi al sapore delle prime lacrime. O fu una storia d'amore infantile. Non c'è dubbio che all'origine nel cuore del poeta giovinetto c'è l'illusione di caratterizzare in modo unico la propria storia.
C'è come l'idtintiva superbia del novizio entrato in una setta a partcipare alla celebrazione
di un'operazione occulta. E in questa fase credo che onanismo, narcisismo, sadismo, abbiano un peso innegabile malgrado la cortina di silenzio e di fumo in cui di solito sono avvolte queste vicende nella storia della poesia. Naturalmente questa fede, questa disposizione al miracolo, questa tensione fisiologica non si possono nutrire di artifici né diventare una regola.
La poesia è dunque di essenza caduca. Il poeta muore nel giro di qualche stagione ed è costretto necessariamente a cambiare vita e abitudini. Può diventare uno storico o un retore, può anche cavare sproloqui e profitti dalla propria miseria. Ma Socrate sapeva bene alla poesia viene dai poe
di essere fallito.Perché la verità è nociva alla poesia come lo zolfo è nocivo al ferro e lo
snerva anche in minime disi.Mi rendo conto della gravità di questa affermazione. Ma sono in piena coscienza . Nell'arte non si deve chiedere la verità. guai a prendere questo giudizio come una boutade surrealista, non voglio difendere nè la bellezza né il sogno.
La poesia si nutre di amore,amore della poesia.. La vera spinta ,la sollecitazione,la promotion alla poesia viene dai poeti. i poeti adorati. Non fate poesia che non imiti la poesia dico ai poeti giovinetti,il contrario preciso di quel che raccomandano i poeti libertini. E del resto le rivoluzioni e le rivolte hanno senso
soltanto se nascono come correzioni alle regole , alle consuetudini. Pensate che con un piccolo termine aggiunto Einstein ha cambiato l'universo. L'originalità del poeta consiste in piccole aberrazioni millesimali , in frazioni di angolo, come avviene nei calcoli astronomici e nella fisica delle particelle.L'acume che noi riconosciamo ai maestri,quasi sempre si manifesta nell'uso di piccoli nessi,congiunzioni,particole,spezzoni,tacche del linguaggio e nodi della struttura.
Undente in piùo in meno in una ruota di orologio o di turbina basta a rovinare un dispositivo. Sempre più l'esercizio dell'arte deve avvicinarsi a un processo scientifico,compensare la grazia perduta dei poeti fanciulli con la sapienza degli adulti. la testa molle del bambino deve diventare un duro teschio.
Non c'è altro latte per i poeti fuori della poesia. Le lait plat più del gaio veleno,più del fervido vino. Il poeta si attacca alle mammelle dei poeti,grandi mamme della poesia.
P.S. Mi accorgo che nel girodi queste ultime notti di novembre partito con la presunzione
Leonardo Sinisgalli
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