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Anche
se non pubblica quasi nulla, questi sono anni di intensa creatività poetica,
che culminano nei versi inclusi più tardi nei libri editi negli USA: Ostanovka
v pustyne (Fermata nel deserto), Konec prekrasnoj epohi, (Fine della
Belle Époque) Novye stansy k Avguste (Nuove stanze per Augusta). Nel
1965-1968 lavora al poema Gorbunov i Gorčakov, al quale attribuirà una grande
importanza. Oltre ai rari interventi pubblici e alle letture a casa di amici, i
suoi testi erano largamente diffusi in samizdat e in magnitizdat (metodo di
diffusione clandestina di musica), grazie alla trasposizione musicale di alcuni
suoi componimenti ad opera di Aleksandr Mirzajan e Evgenij Kljackin.
Brodskij
è in questi anni sempre più celebre, comincia ad essere invitato nelle
università occidentali, gli si chiedono interviste e diventa popolare anche tra
gli studiosi slavisti pur non riuscendo ad ottenere dalle autorità nessun
permesso di lasciare il paese. Il KGB, dal canto suo, continua a tenerlo sotto
controllo pur non disturbando l’apparente tranquillità di questo periodo della
sua vita. Oltre alle traduzioni, i mezzi a disposizione di un letterato escluso
dal sistema non erano molti: qualche recensione da esterno per un giornale o
qualche lavoro occasionale negli studi cinematografici. In quest’ultimo settore
recita la parte di un segretario della sezione cittadina del Partito nel film Poezd
v dalëkij avgust. Per ordine del Comitato per il cinema le immagini in cui
compare Brodskij sono state successivamente distrutte.
Fuori dai confini dell’Unione Sovietica Brodskij è sempre più letto, sia in
russo che in traduzione, soprattutto in inglese, polacco e italiano. Nel 1967
in Inghilterra viene pubblicata una raccolta di traduzioni non autorizzata
dall’autore, dal titolo Joseph Brodsky. Elegy to John Donne and other Poems
tradotti da Nicholas Bethell. Nel 1970 a New York esce Fermata nel deserto,
il primo libro di Brodskij pubblicato con il suo consenso. I testi delle poesie
e le bozze erano stati consegnati segretamente agli editori americani o, come
nel caso del poema Gorbunov e Gorčakov, spediti per posta diplomatica.
Nel
maggio 1972 Brodskij fu chiamato dall’ОVIR, il dipartimento per i visti e gli
stranieri dell’Unione Sovietica. Lì viene posto davanti alla scelta:
emigrazione immediata oppure prepararsi a subire quotidiani interrogatori,
carcerazioni e reclusioni in ospedali psichiatrici. Già nel 1964 era stato
ricoverato negli ospedali psichiatrici. Brodskij lascia l’Unione Sovietica.
Prima della partenza Vladimir Rafailovic Maramzin propone all’autore di
raccogliere tutti i manoscritti delle opere per poterle poi pubblicare
clandestinamente in samizdat in Russia una volta espatriato l’autore. Risultato
di questa proposta fu la prima, e fino al 1992 l’unica, raccolta delle opere di
Brodskij in Russia.
Nel
giugno del 1972 Brodskij lascia Leningrado, già privato della cittadinanza
sovietica, alla volta di Vienna. A Vienna conosce personalmente il poeta
inglese che più di tutti l’aveva ispirato negli anni dell’esilio, Wystan Auden
che al momento residente a Vienna. Il poeta inglese dimostra grande solidarietà
nei confronti di Brodskij introducendolo negli ambienti letterari di Vienna,
come lo stesso Brodskij riporta in un’intervista. Assieme a Auden, nel giugno
dello stesso anno, partecipa al Poetry International, un’incontro
internazionale di poeti che si tenne a Londra. A Londra stringe amicizie
importanti, come quella con Isaiah Berlin, Seamus Heaney e Robert Lowell. Poco
tempo dopo ottiene un posto come professore presso l’Università del Michigan
dove Brodskij insegnò dal 1972 al 1980.
Nel
luglio 1972 Brodskij parte per gli Stati Uniti e si stabilisce nella città di
Ann Arbor, per insegnare fino al 1980 all’Università del Michigan. Per i
successivi 24 anni terrà lezioni in molte università inglesi. Insegna storia
della letteratura russa, teoria del verso, legge pubblicamente i propri versi
ai forum e ai festival internazionali di poesia in svariati stati: USA, Canada,
Inghilterra, Irlanda, Francia, Svezia e Italia. Mentre Brodskij è in America,
i suoi genitori per ben dodici volte fanno richiesta di poter far visita al
figlio, senza mai ottenerne il permesso. Allo stesso poeta verrà negato di
presenziare al funerale dei genitori.
Già
prima di emigrare in Occidente, Brodskij era largamente conosciuto, soprattutto
a partire dal 1964 quando furono rese note le registrazioni e le stenografie
del processo a carico del poeta. La sua vita all’estero mutò sensibilmente
rispetto alle restrizioni a cui era costretto in URSS. Brodskij pubblica
regolarmente sulle pagine di giornali e riviste americane e inglesi e in
particolar modo su quelle dedicate all’emigrazione russa tra cui il Vestnik
russkogo christianskogo dviženija, l’ Echo e Kontinent. In Russia
non riesce a far stampare ufficialmente quasi nulla a causa della censura,
(come si è già detto la prima raccolta in russo è quella in samizdat del 1977)
e perciò per qualche anno non compare nessuna pubblicazione di poesie di
Brodskij che all’epoca scriveva solo in russo. È stato ironicamente notato che
“Si ha l’impressione che a Iosif Brodskij russo sia succeduto un Joseph Brodsky
statunitense e i due abbiano felicemente convissuto per un quarto di secolo,
dividendosi i compiti: a Brodskij la poesia e a Brodsky i saggi e la critica”
Le opere di questo periodo appariranno più tardi divise in due raccolte: una
comprende i componimenti dal 1964 al 1971 (Fine della Belle Époque) e
l’altra dal 1971 al 1972 (Parte del discorso). Motivo di questa
divisione non furono tanto ragioni autobiografiche (l’emigrazione, peraltro
sminuita nella sua importanza da Brodskij) ma l’evoluzione della sua linea
poetica visibilmente mutata nei temi e nello stile. Alle raccolte appena
menzionate appartengono i testi Natjurmort (Natura Morta), Odnomu
tiranu (A un tiranno), Pesnja Nevinnosti (Canzone dell’innocenza) Odissej
Telemaku (Odisseo a Telemaco), Pis’ma rimskomu drugu (lettera a un
amico romano), e Pochorony Bobo (il funerale di Bobo). La poetica di
questo periodo è ben riassumibile con l’affermazione di Brodskij espressa
durante il discorso al conferimento del Nobel:
In
tutta le raccolte pubblicate dopo il 1971 Brodskij non include mai poesie già
pubblicate in precedenza, fatta eccezione per Novye stansy k Avguste
(Nuove stanze per Augusta) dove ci sono poesie dedicate alla sua prima moglie
(Marina Basmanova), un capitolo separato di tutta la produzione brodskjana
stando a quanto ha affermato lui stesso: “Questa è l’opera più bella e
importante della mia vita e andrebbe letta a parte. Purtroppo non ho scritto la
Divina Commedia, né mai d’altronde riuscirò a scriverla, ma in qualche modo,
con Novye stansy k Avguste, è nato un libricino poetico con un proprio
soggetto”. A testimoniare l’importanza di questo libricino si potrebbe addurre
il fatto che questo è stato il suo unico libro di poesie, tra quelli stampati
in Russia, ad essere curato direttamente da Brodskij.
Dal 1972 iniziа a scrivere anche saggi, attività che non abbandonerà più fino
alla sua morte. Caratteristica principale di questo genere in Brodskij è la
scelta della lingua: non più il russo come era avvenuto e avverrà per le
poesie, bensì l’inglese. Negli USA vengono pubblicati tre libri di saggistica: Less
then one, Watermark e On Grief and Reason. La saggistica non fu una parte
di minor rilievo nella sua produzione e anzi contribuì in maniera cospicua alla
fama di Brodskij oltre i confini dell’Unione Sovietica oltre a fornire una
preziosa chiave di lettura della sua poetica, senza contare i riconoscimenti
ufficiali che questi saggi ottennero. Nel 1987 contemporaneamente alla
pubblicazione di Uranija riceve il Premio Nobel per la letteratura.
(le
traduzioni sono tratte dai libri pubblicati da Adelphi)