Riflessi su una goccia di pioggia
Ed ecco quel che ci dice Reza Hiwa,poeta anche lui iraniano,che vive,profugo, in Europa: "Io passo dalla meraviglia all'incomprensione e dalla gioia alle lacrime,mentre percorro le città d'Europa. E più sfioro gli esseri,più scivolo attraverso le sue lingue,più mi abituo ai costumi di qui,più insorgo contro l'atmosfera cinica che incrocio ad ogni bivio,più mi scaldo all'amore e all'amicizia gratuita dell'Uomo offerta a quei medesimi incroci...e più credo all'Unità dell'Uomo e a quella del suo destino. È per questo che ho preso il mio bastone di pellegrino e sono partito alla sua ricerca."[1] Allora,da un lato l'impossibilità di sottrarsi all'espressione del dolore che recidere il legame,fino ad essere sradicati dalla propria terra, produce inesorabilmente in ognuno di loro. Ma dall’altro e nello stesso tempo,l’orgoglio che affiora per la consapevolezza nuova del valore che assume per loro vivere, cavalcando diverse culture. Loro sanno,per averlo verificato di persona,quanto ricco sia lo spessore multiculturale che scaturisce dalla sintesi del costante naturale confronto. E come la particolare condizione dell’esule impreziosisca l’amore in tutte le sue sfaccettature. Appunto. L'altro elemento in comune. Questi cittadini del mondo,questi artigiani della parola,di sole parole armati,questi uomini interi dalle mille patrie sono tutti dotati di un'inesauribile,inarrestabile,travolgente capacità d'amore.Un amore dalle sembianze universali,ma che assume i colori diversi nella tavolozza personale di ognuno.Tinte rabbiose ora quelle di Reza Hiwa:
La Tortura - Notturno –[1]
Abbandonate la pena di morte
Aprite le celle
Liberate i criminali
Quelli contro l’umanità
I serial killers
Anche Pinochet
Affidatemi la loro
custodia
Prescriverò loro
In tutta cattiveria
Con cognizione di causa
Di vivere le mie notti
Le mie notti senza di lei
[1] Reza Hiwa,Il
bastone del pellegrino,dalla silloge “Rêve et châtiment” – L’Harmattan éd. –
Paris. Trad. dal franc . Di M. G. Bruni.In appendice a questo libro intervista
a Reza Hiwa sulla Poesia Iraniana oggi,a cura di M.G. Bruni.San
Miniato,Pisa,Agosto 2009.
....e poi il delizioso poemetto circolare, sempre di Reza Hiwa :
l'esaltante appagamento che canta,
lascia lo spazio solo per un altro sogno, che è quello della sua poesia che
deve crescere, tendere ,anche lei,alla perfezione della sfera’.
L’Unità – a me l’Italia[2]
Nuda,
sdraiata al mio fianco,
una mano nei capelli,
l’altra che tiene il
giornale,
legge gli articoli
sugli orrori del mondo.
Io
Immerso nella mia
felicità
Una mano sulle sue
spalle,
l’altra che tiene questa
penna
sogno quel giorno
in cui potrei scrivere
una poesia
rotonda come i suoi seni
.
[1] Reza Hiwa, da: “Rêve et châtiment». L’Harmattan. Paris . 2009.
[2] Reza Hiwa, “ Rêve et châtiment”.Op
Cit.Trad dal fr. di M. G. Bruni.
Alla poesia di Reza seguono due domande a cui il poeta ha voluto gentilmente rispondere.
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