sabato 5 gennaio 2013

Gioconda Belli.-2-





 
Gioconda Belli





















Vedo grandi folle avanzare nel cammino aperto da Yarince e dai guerrieri,quelli di oggi,quelli di allora.
                                                                                                              Da La donna abitata,Gioconda Belli




Nessuno sarà padrone di questo corpo di laghi e vulcani[1]

Di questa mescolanza  di razze,
Di questa storia di lance ;
Di questo popolo amante del mais,
Del popolo dei canti e dei tessuti di tutti i colori.Né lei né io siamo morte senza un progetto,senza lasciare un'eredità.
Siamo tornate alla terra da dove ancora torneremo a vivere    
Popoleremo di frutti carnosi l'aria dei tempi nuovi.
Colibrì[2]Yarince
Colibrì Felipe
Danzeranno sulle nostre corolle
Ci feconderanno eternamente.
Vivremo nel crepuscolo della gioia
Nell'alba di tutti i giardini.
Presto vedremo il giorno colmo di felicità
Le imbarcazioni dei conquistatori allontanarsi per sempre.
Saranno nostri l'oro e  le piume
Il cacao e il mango
L'essenza dei sacuanjoches[3]
Chi ama non muore mai
                   Gioconda Belli

[1]La poesia chiude il romanzo di Gioconda Belli,"La donna abitata",edizioni e/o,1988.
[2]Gli Atzechi ritenevano che i guerrieri si reincarnassero nei colibrì.
[3]Sacuanjoches:fiori bianchi o rosa acceso di una pianta nicaraguense,ma che cresce anche in altri paesi dell'America Latina.



SCRIVERTI


Scrivere,scriverti,ritrarti.Impregnarti
I capelli di tutte le 
Parole trattenute,sospese nell'aria,nel tempo,in
Quel ramo di cortès carico di fiori gialli la cui
Bellezza mi fa rizzare i capelli quando scendo sola per strada pensierosa.Definire il mistero,il
Momento preciso della scoperta,l'amore,questa
Sensazione d'aria compressa dentro il corpo
                         Sinuoso,
Sconvolgendomi tutta,grondante del mio
Passato,della mia infanzia,di ricordi felici,di sogni,di
Mare che si infrange contro gli anni,sempre più bello.

Come posso ghermire l'illusione,stringerla tra le mani  e
Liberarla davanti a te come una colomba felice che voli via
A scoprire la terra dopo il diluvio;scoprirti fin
Nelle pieghe  più sconosciute,impregnandomi di te
Perdendoci tutti e due,nel mattino in cui abbiamo fatto l'amore con tutto il sonno,l'odore,il sudore della notte
Salata sui nostri corpi,inzuppandoci d'amore,
Facendolo grondare sul pavimento in  grandi immense onde,
Immergendoci nell'amore,bagnandoci con l'amore  che ci soverchia.


CASTELLI DI SABBIA.

Perché non mi hai detto che stavi costruendo
Quel castello di sabbia?

Mi pento di niente.Sarebbe stato così bello
Potervi entrare attraverso la piccola porta,
Percorrere i suoi salati corridoi ,attenderti nelle stanze di conchiglie,
Parlandoti dal balcone
Con la bocca piena di spuma bianca e trasparente
Come le mie parole,
Quelle parole lievi che ti dico,
Che non pesano più
Dell'aria tra i miei denti.

E' così bello il mare.

Sarebbe stato così bello il mare
Dal nostro castello di sabbia
Che lambisce il tempo
Con la tenerezza
Intima e profonda dell'acqua,
fantasticando sulle storie che
Ci raccontavano
Quando,bambini,assorbivamo
La Natura a pori aperti.


Ora l'acqua si è portata via il tuo castello di sabbia
Nell'alta marea.
Si è portata via le torri,
I fossati,
La porticina da cui eravamo passati
Nella bassa marea,
Quando la realtà è lontana
e ci sono castelli di sabbia
Sulla spiaggia...



DALLA DONNA CHE SONO

Mi succede,a volte,di osservare nelle altre
La donna che potevo essere
Donne garbate,esempi di virtù.
Non so perché tutta la vita ho trascorso a ribellarmi a loro.
Odio le loro minacce  sul mio corpo .
La colpa che le loro vite impeccabili,
Per strano maleficio mi ispirano;
Mi ribello contro le buone azioni,
Contro i pianti notturni sotto il cuscino,
Contro la vergogna delle nudità sotto la biancheria intima,
Stirata e inamidata.
Queste donne,tuttavia,mi guardano dal fondo dei loro specchi,
Alzano un dito accusatore,a volte,cedo al loro sguardo di biasimo
e vorrei guadagnarmi il consenso universale,
Essere "la brava bambina","la donna perbene",
La Gioconda irreprensibile,
Prendere dieci in condotta
Dal partito,dallo stato,dagli amici,dalla famiglia,dai figli
E da tutti gli esseri che popolano abbondantemente questo mondo.
In questa contraddizione inevitabile
Tra quel che doveva essere e quel che è,
Ho combattuto numerose battaglie mortali,
Battaglie inutili,loro contro di me
Loro contro di me che sono me stessa -
con la psiche dolorante,scarmigliata,
Trasgredendo progetti ancestrli,
Lacero le donne che vivono in me
che,fin dall'infanzia,mi guardano torvo
Perché non riesco nello stampo perfetto dei loro sogni,
Perché  oso essere quella folle,inattendibile,
Tenera e vulnerabile
Che si innamora come una triste puttana
Di cause giuste,di uomini belli e di parole giocose
Perché,adulta,ho osato vivere l'infanzia proibita
E ho fatto l'amore sulle scrivanie nelle ore d'ufficio,
Ho rotto vincoli inviolabili e ho osato godere
Non incolpo nessuno.
Anzi li ringrazio dei doni.
Non  mi pento di niente,come disse Edith Piaf.
Ma nei pozzi scuri in cui sprofondo al mattino,

Appena apro gli occhi,
Sento le lacrime che premono,
Nonostante la felicità che ho finalmente conquistato,
Rompendo cappe e strati di roccia terziaria e quaternaria,
Vedo le altre donne  che sono in me,sedute nel vestibolo
Che mi guardano con occhi dolenti e mi sento in colpa per la mia felicità.
Assurde brave bambine mi circondano e danzano musiche infantili...
Contro di me;
Contro questa donna fatta,piena,
La donna dal seno sodo e i fianchi larghi,
che,per mia madre e contro di lei,mi piace essere.



E DIO MI FECE DONNA

E Dio mi fece donna,
con capelli lunghi,
occhi,
naso e bocca di donna.
Con curve E pieghe
E dolci avvallamenti
E mi ha scavato dentro,
Mi ha reso fabbrica di essere umani.
Ha intessuto delicatamente i miei nervi
E bilanciato con cura
Il numero dei miei ormoni.
Ha composto il mio sangue
E lo ha iniettato in me
Perché irrigasse tutto il  mio corpo,
Nacquero così le idee,
I sogni,
L'istinto
Tutto quel che ha creato soavemente
A colpi di mantice
E di trapano d'amore,
Le mille e una cosa che si fanno donna
Ogni giorno
Per cui mi alzo orgogliosa
Tutte le mattine
E benedico il mio sesso.


L'INFINITO NEL PALMO DELLA MANO.

Sempre questa sensazione d'inquietudine
di attesa d'altro.
oggi sono le farfalle e domani sarà la
tristezza inspiegabile.

La noia o l'ansia sfrenata
di rassettare questa o quella la stanza,
di cucire,andare qua e là a fare commissioni,
e intanto cerco di tappare l'Universo con un dito,
creare la mia felicità con
ingredienti da ricetta di cucina,
succhiandomi le dita di tanto in  tanto,
di tanto in tanto sentendo che mai potrò essere sazia,
che sono un barile senza fondo,
sapendo che "non mi adeguerò mai",
ma cercando assurdamente di adeguarmi
mentre il mio corpo e la mia mente si aprono,
si dilatano come pori infiniti

in cui si annida una donna che avrebbe
voluto essere uccello,mare ,stella,
ventre profondo che dà alla luce Universi
splendenti stelle nove...
e continuo a far scoppiare Palomitas nel cervello
bianchi bioccoli di cotone,
raffiche di poesie che mi colpiscono
tutto il giorno e

mi fanno desiderare di gonfiarmi  come un
pallone per contenere
il Mondo,la Natura,per assorbire tutto e stare
ovunque,vivendo mille e una vita differente...
ma devo ricordarmi che sono qui e che
continuerò
ad anelare,ad affermare frammenti di chiarore,

a cucirmi un vestito di sole,

di luna,il vestito verde color del tempo
con il quale ho sognato di vivere
un giorno su Venere.
Quando il popolo ascolterà i passi del Cavaliere
voglio uno sciopero dove incontrarci tutti.
Uno sciopero di braccia ,di gambe,di capelli
uno sciopero che nasca in ogni corpo.
Voglio uno sciopero
di operai,di colombe
di autisti,di fiori
di tecnici,di bambini
di medici,di donne.
Voglio un grande sciopero,
che arrivi fino all'amore.
Uno sciopero dove si fermi tutto,
L'orologio,le fabbriche
lo stabilimento,le scuole
l'autobus,gli ospedali
la strada,i porti.
Uno sciopero di occhi,di mani,di baci.

Un grande sciopero dove non sia permesso respirare.
Uno sciopero dove nasca il silenzio
per ascoltare i passi 
del tiranno che si allontana.



EROS E' L'ACQUA

Tra le tue gambe
il mare mi mostra strane scogliere coralline

rocce superbe coralli magnifici
contro la mia grotta di conchiglie madreperlata


tu mollusco di sale segui la corrente
l'acqua scarsa scopre le  pinne
mare nella notte con lune sommerse
il tuo ondeggiare brusco il mio pulsare di spugna
i cavalli minuscoli fluttuanti fra i gemiti
aggrovigliati in lunghi pistilli di medusa


Amore tra delfini
a balzi ti tuffi sul mio fianco leggero
ti accolgo in silenzio ti guardo tra  bollicine
le tue risa cerco con la bocca spuma
leggerezza dall'acqua ossigeno dalla tua

vegetazione di clorofilla

dagli occhi argentati
fluisce il lungo sguardo finale
ed emergiamo da corpo acquatico
siamo di nuovo carne
una donna e un uomo
tra le rocce.

                     Da: " L'occhio della donna",e/o 1988.
                           traduzione di Margherita D'Amico.


TRA LE PIANTE DI MAIS

Tra le piante di mais
Semineremo
I nostri sogni indigeni,
il nostro amore per la Terra
e la fecondità dei nostri corpi.

Tra le piante di mais
Seppelliremo i cadaveri degli eroi
Perché colorino di oro le pannocchie
E ci  alimentino.



PERCORRENDOTI

Voglio mordere la tua carne
Salmastra e forte,
cominciando dalle tue braccia belle
come rami di ceibo,
e proseguendo per il petto su cui sognano i miei sogni
questo petto-grotta in cui nascondo il mio capo
risvegliando la tenerezza
questo petto che risuona di tamburi e di vita incessante.
Fermarmi lì a lungo
Ingarbugliando con le mani
Quel boschetto di arbusti che ti cresce
Morbido e nero sotto la mia pelle nuda,
avanzare poi verso il tuo ombelico
Verso quel centro da cui nasce il tuo fremito, e continuare a baciarti,morderti
fino ad arrivare lì,
- raccolto e segreto -
Che si rallegra della mia presenza
Che avanza per accogliermi
E viene a me
Per accogliermi
E viene a  me
In tutta la sua durezza di maschio ardente.
Discendere poi alle tue gambe
Salde come le tue convinzioni di guerrigliero
Quelle gambe che sostengono il tuo corpo
Con le quali vieni a me,
Con le quali mi sostieni,
Che intrecci la notte con le mie,
Morbide e femminili.
Baciare i tuoi piedi,amore
Che tanta strada devono fare senza di me
E ancora scalarti
Fino a premere la mia bocca contro la tua,
Fino a riempirmi tutta della tua saliva e del tuo alito
Fino a quando tu entri in me
Con la forza della marea
E mi invadi col tuo andare e venire
Di mare infuriato
E ci abbandoniamo distesi  sudati
Sulla sabbia delle lenzuola.


[1] La poesia chiude il romanzo di Gioconda Belli, “La donna abitata”, edizioni e/o, 1988
[2] Gli Atzechi ritenevano che i guerrieri si reincarnassero nel colibrì.
[3] Sacuanjoches:Fiori bianchi o rosa acceso di una pianta nicaraguense,ma che cresce anche in altri paesi dell’America latina.

2 commenti:

  1. For photos and biography you can read
    Gioconda Belli.-1-,in this same BLOG.

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  2. Se ti ha incuriosito la lettura degli stralci dei dialoghi di Gordon e Zoé che hai trovato sul blog e ti interessa conoscere l’intera storia ricomposta dei due personaggi e il confronto delle loro opinioni,spesso diverse, sulla poesia contemporanea del mondo,puoi soddisfare la tua curiosità e il tuo interesse scaricando l’antologia di Maria Gabriella Bruni e Isabella Nicchiarelli dal titolo”326 poesie dal mondo per una storia d’amore”
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    L’obiettivo del nostro lavoro è il tentativo di contribuire ad arricchire la proposta di poesia , allargando l’orizzonte di lettura al mondo,offrendo allo stesso tempo ,con i dialoghi dei personaggi,gli strumenti per un’analisi puntuale.
    Se il nostro mantra è “ diversità = ricchezza”, se la meta che permette di cancellare paure, pregiudizi e intolleranze è costituita dalla conoscenza globalizzata che può rendere consapevoli i cittadini delle potenzialità insite nell’incontro e nel confronto delle diverse culture, le tappe intermedie del percorso dovranno favorire alcune scoperte che ,infine, consentiranno la conquista di grandi verità che all’inizio della ricerca erano ancora –come Maya- velate.

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